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Invalsi: 1 maturando su 10 ha una preparazione da terza media

Il portale Skuola.net ha riportato che il 9% degli studenti hanno fallito tutte tre le prove: italiano, matematica e inglese

studenti nel corridoio di una scuola

Studenti entrano in classe

I dati raccolti dal portale Skuola.net riportano che i ragazzi diplomati nel 2022 nelle prove invalsi abbiano avuto qualche problema in più rispetto ai diplomati pre-pandemia.

Il Presidente INVALSI Roberto Ricci ha affermato: “Gli esiti di quest’anno confermano che si arresta il calo che abbiamo riscontrato con la pandemia. Il fatto che il calo si sia arrestato non era affatto scontato. Però è un cammino tutt’altro che semplice”. E aggiunge inoltre: “Vuol dire che la direzione presa, compresa la ferma volontà del ritorno in presenza degli studenti, è quella giusta. Però è un cammino tutt’altro che semplice”.

La responsabile Rilevazioni Nazionali, Alessia Mattei, invece nell’introdurre i risultati delle Prove INVALSI dichiara: “Le prove nazionali sono un bene pubblico”.

Nonostante i risultati deludenti, in qualche ambito gli studenti sono migliorati anche se non ai livelli pre-Covid.

Gli studi dimostrano come rimane urgente anche il problema del divario tra Nord e Sud. Il dato che però ha fatto più scalpore è che 1 diplomato su 10 non raggiunge in italiano, matematica e inglese le competenze che avrebbe dovuto possedere già in terza media. I maturandi di quest’anno quindi, da quanto riportato dagli INVALSI, non avrebbero le competenze necessarie. Un miglioramento si intravede però solo in inglese.

Il sito Skuola.net ha studiato i risultati ottenuti dagli alunni delle scuole elementari, medie e superiori.

Gli esiti nella scuola elementare

Gli esiti degli invalsi per le scuole elementari mostrano poche difficoltà da parte dei bambini, complici i pochi anni di scuola. Ma si iniziano a vedere le prime crepe. Infatti, secondo i dati, 3 studenti su 4 superano le prove di italiano e con qualche difficoltà quelle di matematica. In quinta elementare la situazione peggiora di 5 punti per quanto riguarda l’esame di italiano, e in matematica di 6 punti. Per quanto riguarda la lingua inglese, gli alunni hanno un miglioramento rispetto al 2021.

I risultati delle prove di Terza Media

Con le Prove Invalsi di Terza Media la situazione cambia. Solo il 61% degli studenti raggiunge il livello minimo di competenze per l’esame di italiano. Quindi il 39% degli alunni non dimostra di aver acquisito gli insegnamenti.

Anche i ragazzi del terzo superiore quest’anno hanno recuperato le prove che non hanno potuto svolgere causa Covid. A raggiungere il livello di adeguatezza è il 66%, con differenze a seconda della regione. In matematica invece solo il 54% raggiunge il livello adeguato, risultati che continuano a calare dal 2018. In Lombardia, Trento, e Veneto, il numero degli studenti fragili, sotto al livello di competenze richiesto è molto alto.

I ragazzi di quinta superiore

Le prove INVALSI per i ragazzi della quinta superiore sono fondamentali per capire le competenze raggiunte in 13 anni di scuola. I risultati però non sembrano essere promettenti, ma non mostrano nemmeno crolli rispetto all’anno precedente. In italiano solo il 52% arriva ad ottenere la sufficienza. Con Campania e Calabria con gli esiti più preoccupanti. 

In matematica la situazione peggiora notevolmente solo 1 maturando su 2 raggiunge il punteggio richiesto, differentemente dagli esami svolti prima della pandemia. Infatti, in quel periodo circa il 61% degli alunni superava la prova di matematica con facilità, e il 65% quella di italiano.

La situazione non migliora in inglese dove solo il 52% degli studenti riesce a raggiunge il livello B2.

Le parole del presidente di Skuola.net

Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net si esprime così circa gli INVALSI: “Purtroppo, lo sanno bene tutti i genitori che devono iscrivere i propri figli ad un nuovo ciclo scolastico: si fa di tutto per cercare la scuola che funziona meglio di altre e, all’interno dell’istituto prescelto, per scoprire la sezione più performante. Questo perché è ormai risaputo che tra scuole dello stesso territorio e classi della stessa scuola, esistono delle differenze di qualità quasi abissali.

E l’INVALSI non ha fatto altro che confermare statisticamente un fatto risaputo a tutti. E col quale dobbiamo iniziare a fare i conti seriamente: la scuola o la sezione in cui capiti non possono incidere così tanto sulla vita degli studenti e trasformarsi in una sorta di roulette russa. Perché poi, se hai un contesto familiare ricco in termini economici o culturali, in qualche modo hai più probabilità di farcela. Mentre al contrario, hai molte più probabilità di non farcela. Gli alunni “fragili” provengono soprattutto dai nuclei familiari meno agiati e da alcuni territori come Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna. I dati per agire in maniera puntuale li abbiamo, sarebbe il caso di iniziare ad usarli…”.