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Intervista all’Avv. Sandri, difensore di Stefano Puzzer, anima della rivolta a Trieste: “Non molliamo”

L’ Avvocato Mauro Sandri, in queste ore difficili, sta veicolando una reazione nei tribunali per trovare il modo di permettere la protesta

Stefano Puzzer Trieste, preso di peso dalla Polizia

Stefano Puzzer Trieste, preso di peso dalla Polizia

Rioccupare legalmente il Porto di Trieste è possibile. Stefano Puzzer, anima della rivolta pacifica, vuole tornare a manifestare al molo 4. ‘’ Non molliamo’’. Il Commissario di governo ha assicurato alla delegazione che ha ricevuto nel pomeriggio, una tregua di tre ore durante le quali le forze antisommossa non avrebbero dovuto caricare contro il sit- in di piazza dell’Unità.

Tutto sembra tranquillo. Arrivano pullman da tutta Italia e stanno montando un palco per i vari interventi Purtroppo nella parte esterna vicino al varco del Porto i soliti infiltrati di professione hanno creato disordini. Le forze armate hanno reagito. Tafferugli, uno sparo in aria.

Il noto penalista, l’ Avvocato Mauro Sandri, in queste ore difficili, sta veicolando una reazione nei tribunali.

Avvocato sono state violate normative internazionali dato che la polizia non avrebbe potuto sgomberare il porto di Trieste né usare violenze indicibili contro manifestanti pacifici

Il territorio libero di Trieste è stato restituito all’amministrazione provvisoria italiana con il Trattato di Londra del 1954. Il porto non è sotto la giurisdizione italiana. Faremo un ricorso d’urgenza contro gli abusi subiti. Il porto è internazionale e le autorità non potevano intervenire. Nessun corpo militare può accedervi. Quello che è stato fatto, è molto serio. La polizia non aveva il diritto di agire in questo modo. C’ è stata una gravissima irregolarità. Diventa difficile credere di essere ancora in uno stato di diritto.

L’Italia ha compiuto una violazione gravissima facendo accedere le forze armate dove non avrebbero potuto. Come se non bastasse, la libertà di manifestare è stata impedita. Sono stati travalicati i limiti della legalità da tutti i punti di vista. In nome del green pass hanno usato violenza a lavoratori inermi. Dobbiamo ribaltare questa deriva totalitaria per riportare la legalità al centro della scena con forza. Il certificato verde non è legittimo e dev’ essere ritirato.

Sarà possibile porre limiti all’autoritarismo?

Ritengo che questo sia prioritario. E’ importante la piazza, ma anche il contenimento di questi soprusi. I tribunali sono essenziali in quanto rappresentano l’unica fonte che può porre fine a questi comportamenti inaccettabili. Mi auguro che ci sia una correzione da parte della Magistratura di questa deriva autoritaria. Questa volta si è represso dove non si poteva neppure accedere. Un reato nel reato.

La forza lavoro è comunque ferma?

Esattamente. I portuali non stanno lavorando.

L’Europa resta in silenzio?

Ho fatto un esposto all’ Onu per comprendere come rispondano ad azioni illegittime di tale portata. Speriamo di dare una spallata.

Il governo potrebbe cadere?

Purtroppo hanno due terzi del Parlamento dalla loro parte, ma sarebbe auspicabile visti gli errori che commettono a ripetizione.

L’intero arco parlamentare è responsabile?

Direi di si. L’unica spiegazione è che siano tutti a libro paga. E’ spaventoso. Il ritiro del green pass sarebbe un segnale rilevante di cambio di rotta. Quel minimo sindacale richiesto per poter essere considerati uno stato democratico e di diritto. Se ancora interessa a qualcuno.

Secondo lei il governo pensava che il popolo si sottomettesse in silenzio?

Credo che abbiano sottovalutato il peso della controinformazione. Il pensiero critico, le teste pensanti sono più numerose di quanto credessero. Hanno sopravvalutato il potere ipnotico del mainstream, sminuendo l’intelligenza delle persone. Non possono comprarsi tutti. E’ un dato inconfutabile.

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