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Il nostro smartphone può danneggiarsi al mare o in piscina. Ecco perchè

Pensiamo che il nostro smartphone possa essere resistente all’acqua, ma non è sempre così. Tutto ciò che bisogna sapere

Un bagnante utilizza uno smartphone in piscina

E’ una questione di statistica: almeno una volta il nostro smartphone, è caduto per terra. In questa estate 2022 poi, almeno una volta lo abbiamo portato in piscina o al mare. E almeno una volta abbiamo rischiato di bagnarlo con l’acqua.

La definizione “Water resistant”

Molti pensano di non correre pericoli, perché il cellulare è “water resistant”, dunque è resistente all’acqua. Ma conosciamo realmente il significato di questa definizione? E soprattutto, è davvero sempre al sicuro il nostro telefonino? Sembra di no, ecco perché.

Per numerosi dispositivi, soprattutto smartphone top di gamma, si parla di “Water resistant“, che è ’ ben diverso da “Waterproof”. Solo in quest’ultimo caso, il significato reale è quello auspicato, cioè completamente resistente all’acqua.

Pertanto, solo se il nostro cellulare allega la scritta “Waterproof”, che potrà definirsi impermeabile.

Cosa si legge nei manuali

La capacità di resistere a gocce e schizzi è reale, ma solo in parte e sono le stesse case produttrici ad affermarlo. E’ il caso ad esempio dell’iPhone.

All’interno del manuale dell’iPhone13 si legge: “i modelli supportati sono resistenti a schizzi, acqua e polvere e sono stati testati in condizioni di laboratorio controllate ottenendo una classificazione IP68 o IP67 secondo lo standard IEC 60529”.

Stessa dicitura che appare nel manuale del Samsung Galaxy S22. In esso si legge: “ha ottenuto la certificazione IP68 da un laboratorio accreditato, secondo lo standard IEC 60529”.

Il significato

Innanzitutto spieghiamo che L’IP è un metro di misura internazionale, stabilito dalla Commissione elettrotecnica internazionale, che serve a classificare il grado di percentuale di possibilità per l’eventuale accesso di liquidi.

In parole povere, questa dicitura serve a spiegare che il primo numero, il 6, specifica che il dispositivo è “protetto contro l’ingresso di polvere, sabbia e in generale qualsiasi corpo solido di piccole dimensioni”. Il numero 8 invece determina la resistenza del device a un’eventuale immersione “a una profondità maggiore di un metro” per un lasso di tempomaggiore o uguale a 30 minuti”. Il 7, invece, indica l’ immersione in un metro d’acqua per mezz’ora.

Tre punti fondamentali per comprendere

E’ bene però ricordare che intanto, le prove sono standard di laboratorio, dunque una condizione irrealistica. Se siamo al mare o in piscina difficilmente il device resterà immobile come nei test.

Seconda questione, standard significa lo smartphone in condizioni perfette. Le guarnizioni e le saldature si usurano con il tempo e ciò fa diminuire la percentuale di resistenza ad acqua e polvere.

Terzo punto, l’acqua utilizzata nei test è pura, non di certo salata o piena di cloro come le situazioni nelle quali possiamo più frequentemente trovarci.

Alla luce di questo, è preferibile tenere a mente questi consigli, per un utilizzo più consapevole e soprattutto duraturo del nostro smartphone.