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Il nostro canto libero: incontro sulla situazione dei diritti umani in Iran

Il motivo principale è il caso di Toomaj Salehi, artista e compositore condannato a morte dal Tribunale della Repubblica islamica dell’Iran

Bandiera Iran

Foto di Sima Ghaffarzadeh: https://www.pexels.com/it-it/foto/donna-banner-liberta-bandiera-14136510/

Nella suggestiva cornice della Fondazione Willy Brandt, martedì prossimo, 7 maggio, si terrà un incontro profondo e toccante sulla situazione dei diritti umani in Iran. Promosso dalla determinazione di portare alla luce le violazioni e le ingiustizie che avvengono nel cuore dell’Iran contemporaneo, l’evento riunisce personalità di spicco del giornalismo, dell’attivismo e della cultura per analizzare e dibattere sui recenti sviluppi, con particolare attenzione alle esecuzioni capitali.

L’artista iraniano condannato a morte

Il motivo principale che ha catalizzato l’attenzione di tutti è stato il caso di Toomaj Salehi, artista e compositore condannato a morte dal Tribunale della Repubblica islamica dell’Iran. Un’ingiustizia che ha scosso le coscienze di molti, portando alla luce la cruda realtà delle persecuzioni e delle violazioni dei diritti fondamentali che affliggono il paese.

Secondo le informazioni dei relatori, le cifre riguardanti le esecuzioni in Iran destano profonda preoccupazione. Dall’inizio dell’anno al 2 maggio, sono state messe a morte 205 persone, mentre nell’arco degli ultimi dodici mesi si contano almeno 897 esecuzioni. Di queste, oltre il 50% riguardava individui appartenenti a minoranze svantaggiate, quali Curdi, Baluchi e immigrati afghani, vittime di un sistema che li tiene volontariamente in una condizione di povertà estrema.

Le ONG di esuli iraniani, impegnate nel monitorare e denunciare le violazioni dei diritti umani, hanno sottolineato che il numero effettivo delle esecuzioni potrebbe essere ben più alto di quanto ufficialmente riportato. Spesso, infatti, solo una frazione delle esecuzioni viene riportata dai media, mentre molte altre vengono scoperte solo grazie all’attenta opera di monitoraggio dei gruppi attivisti.

La repressione di qualunque manifestazione a favore dei diritti

Durante l’incontro si discuterà anche della repressione dei moti popolari, fenomeno che periodicamente scuote l’Iran. Decine di migliaia di persone sono arrestate e torturate, mentre le famiglie sono minacciate di gravi conseguenze se osano parlare pubblicamente dei soprusi subiti.

Le personalità che interverranno all’incontro con il giornalista Mariano Giustino, corrispondente di Radio Radicale: Flavia Fratello, giornalista; Fariba Karimi, attivista iraniana; Pietro Alleva, blogger, associazione Manalive; Andrea Colombo, giornalista; Loris Facchinetti, scrittore, sollecitano un’azione decisa da parte della comunità internazionale per porre fine alle violazioni sistematiche dei diritti umani in Iran. L’evento rappresenta anche un forte appello alla solidarietà e all’impegno per garantire che la voce delle vittime possa essere finalmente ascoltata e che la lotta per la giustizia e la libertà non venga mai meno.

Fondazione Willy Brandt, martedì 7 maggio ore 11, via di Pietra, 70 – Roma