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Il Campidoglio dà il via libera alle unioni civili

Approvata oggi la delibera per l’istituzione di un registro comunale

E' stata approvata oggi in Campidoglio con 32 voti favorevoli, 10 contrari e 1 astenuto, l'istituzione di un registro comunale per la trascrizione delle unioni civili. Tale provvedimento, fortemente voluto da Ignazio Marino, prevede il riconoscimento dei matrimoni contratti all'estero ed anche l'unione di persone dello stesso sesso.

Già in passato il sindaco aveva voluto aprire alle unioni omosessuli in Campidoglio, con la trascrizione di matrimoni di 16 coppie contratti, però, all'estero. Un provvedimento che aveva generato non poche polemiche e che era stato annullato perché sprovvisto di valore legale. Quella di oggi è una mossa fatta per spingere la politica nazionale ad assumere le stesse posizioni in Parlamento.

LA DELIBERA. La delibera, a firma di Imma Battaglia (SEL), Riccardo Magi (radicale eletto con la Lista Marino), Virginia Raggi (M5S), Giulia Tempesta (PD), Svetlana Celli (Lista Marino) e Massimo Caprari (Centro democratico), è nata dalla sintesi fatta con associazioni e Municipi insieme alla maggioranza della vecchia proposta di iniziativa popolare e da quella presentata dal Movimento Cinque Stelle a inizio consiliatura. 

Equiparare completamente le coppie di fatto e le famiglie gay con figli alle famiglie tradizionali tramite un registro unico per tutti i Municipi di Roma Capitale – rendendo omogenei quindi quelli già esistenti nelle singole ex circoscrizioni – a cui potranno iscriversi le coppie formate da persone maggiorenni e conviventi di qualsiasi sesso, italiane o straniere, e che non siano legate tra loro da vincoli giuridici, che non facciano parte di un'altra unione civile e che non siano sposate, vincolo quest'ultimo che cade al momento dell'annotazione della separazione, senza quindi dover aspettare il divorzio. 

Tra le novità rispetto al testo iniziale c'è che ''gli attestati delle trascrizioni dei matrimoni contratti all'estero sono inseriti nel registro delle unioni civili'', così come stabilito da un emendamento a firma dei consiglieri del PD, Francesco D'Ausilio, Giulia Tempesta e Fabrizio Panecaldo, e quelli di SEL, Imma Battaglia e Gianluca Peciola, che inserisce appositamente nel provvedimento l'articolo 6 'Trascrizione matrimoni'.

I soggetti registrati nel registro delle unioni civili potranno beneficiare delle agevolazioni e saranno soggetti alle medesime disposizioni previste dagli atti e dalle disposizioni di Roma Capitale, degli assessorati e degli uffici competenti per i soggetti coniugati.

L'atto dell'iscrizione potrà essere accompagnato da una cerimonia – nei locali comunali solitamente adibiti alla celebrazione dei matrimoni civili – che celebrerà il rilascio dell'attestato di unione civile.

La delibera 96/2013 definisce come unione civile ''il rapporto di reciproca assistenza morale e materiale tra due persone maggiorenni, dello stesso sesso o di diverso sesso, che non siano legate tra loro da vincoli giuridici e che abbiano chiesto la registrazione anagrafica'', individuando il fine di ''superare situazioni di discriminazione e/o disagio e favorire l'integrazione'', principalmente a livello di casa, sanità e servizi sociali, diritti e pari opportunità, occupazione e produttività, cultura e sport".

Nella delibera è contenuta anche una modifica dello Statuto di Roma Capitale, che va a cambiare il concetto di "tendenze sessuali", ritenuto offensivo dalla comunità LGBT, con quello di "orientamento sessuale". Insieme a un 'aggiornamento' dell'articolo 2 (Principi programmatici) del capo I (Principi generali), con l'inserimento di una disposizione che eplica espressamente il fatto che "Roma Capitale promuove e valorizza il ruolo della famiglia come formazione sociale nelle sue diverse espressioni, riconoscendo pari opportunità alle unioni di fatto, favorendone l'integrazione sociale e prevenendo forme di discriminazione e di disagio, con particolare riferimento all''infanzia, all'adolescenza e alle persone anziane".

 

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