HIV, la Ue approva la prima PrEP iniettabile due volte l’anno
La Commissione Europea autorizza il commercio del farmaco Lenacapavir: una svolta nella profilassi pre-esposizione, che previene l’AIDS impedendo al virus di replicarsi e diffondersi nell’organismo

PrEP contro l’HIV (© Alamy)
Potrebbe essere stato segnato un punto fondamentale nella lotta contro l’HIV, e il merito è (anche) della Ue. Come infatti riferisce l’ANSA, la Commissione Europea ha autorizzato la distribuzione di un farmaco che promette di rivoluzionare la cosiddetta profilassi pre-esposizione. Ovvero, la strategia che previene l’insorgere dell’AIDS impedendo al virus di replicarsi e diffondersi nell’organismo.

Svolta nella lotta contro l’HIV
Il nuovo preparato si chiama Lenacapavir (nome commerciale Yeytuo) e, come riporta Il Giornale, è stato sviluppato dalla casa farmaceutica statunitense Gilead Sciences. La quale, in una nota, ha precisato che si tratta del primo e unico trattamento PrEP disponibile in Europa che può essere iniettato due volte l’anno. Per capire l’importanza di questo dato, basti pensare che i suoi attuali predecessori richiedono invece una dose giornaliera.
Il via libera di Bruxelles, aggiunge Help AIDS, segue l’analoga approvazione dell’americana Food and Drug Administration e l’inserimento nelle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Nonché il parere favorevole della European Medicines Agency, che ha esaminato la molecola con una procedura accelerata, definendola «di grande interesse per la salute pubblica».

In effetti, come rileva l’Adnkronos, nell’ultima fase degli studi clinici il medicinale ha bloccato lo sviluppo dell’infezione con un’efficacia del 99,9%. Dimostrandosi capace di ridurre il pericolo di contrarre sessualmente l’HIV negli adulti e gli adolescenti (che pesano almeno 35 chili) maggiormente a rischio. E venendo generalmente ben tollerato, visto che non sono stati segnalati nuovi o significativi problemi di sicurezza.

Insomma, una vera svolta nel contrasto a una patologia che globalmente colpisce circa 40,8 milioni di persone, con le euro-diagnosi in aumento dell’11,8% nel 2023. Forse, tra non molto, si potrà realmente diventare immuni dall’immunodeficienza acquisita.



