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Green Pass obbligatorio, domani è il giorno della scissione: Italia divisa tra buoni e cattivi?

Da domani 6 agosto entrerà in uso il Green Pass, documento che consente di accedere ad attività pubbliche e private al chiuso

Da domani 6 agosto entrerà in uso il Green Pass, documento che consente di accedere ai luoghi dove si svolgono le seguenti attività: servizi di ristorazione e consumo al tavolo, al chiuso; spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportivi; musei, altri istituti e luoghi della cultura e mostre; piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra, centri benessere, anche all’interno di strutture ricettive, limitatamente alle attività al chiuso; sagre e fiere, convegni e congressi; centri termali, parchi tematici e di divertimento;

centri culturali, centri sociali e ricreativi, limitatamente alle attività al chiuso e con esclusione dei centri educativi per l’infanzia, compresi i centri estivi, e le relative attività di ristorazione.

E ancora sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò; concorsi pubblici.

La Certificazione dovrà attestare di aver fatto almeno una dose di vaccino oppure essere risultati negativi a un tampone molecolare o rapido nelle 48 ore precedenti all’esibizione dello stesso oppure di essere guariti da COVID-19 nei sei mesi precedenti. Questo è quanto previsto dal decreto approvato dal Governo lo scorso 22 luglio.

Green Pass, proteste da Nord a Sud Italia

Continuano intanto le proteste a oltranza da Nord a Sud, per quella che alcuni cittadini vedono come un’imposizione di fatto, un ricatto. Eppure, quella contro il Covid non è certo l’unica vaccinazione obbligatoria nel nostro paese. Leggiamo dal sito del Governo che “Il Decreto vaccini ha portato il numero di vaccinazioni obbligatorie nell’infanzia e nell’adolescenza nel nostro Paese da quattro a dieci.

L’obiettivo è di contrastare il progressivo calo delle vaccinazioni, sia obbligatorie che raccomandate, in atto dal 2013 che ha determinato una copertura vaccinale media nel nostro Paese al di sotto del 95%” e che “Il Decreto legge 7 giugno 2017 , n. 73, Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale, modificato dalla Legge di conversione 31 luglio 2017, n. 119, prevede infatti le seguenti vaccinazioni obbligatorie per i minori di età compresa tra zero e sedici anni e per i minori stranieri non accompagnati:

anti-poliomielitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus , influenzae tipo b, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella”.

Vaccini Sperimentali?

Tuttavia siamo davanti effettivamente ad una nuova tecnica vaccinale mRNA, che combinata con la mancata trasparenza sugli effetti collaterali, le indicazioni isteriche sulle fasce di età adatte alla somministrazione e i ritiri dal commercio, hanno prodotto una campagna di informazione a dir poco convulsa creando un clima di sospetto se non di terrore.

Le obiezioni di coloro che non accettano il Green Pass derivano dall’assunto che il vaccino anti-Covid sia in fase sperimentale, mentre esso sarebbe invece in fase di farmacovigilanza, avrebbe cioè terminato l’iter sperimentale approdando alla commercializzazione. Superata la fase sperimentale ogni farmaco è soggetto a controllo permanente.

Sulla presunta fase sperimentale del vaccino è intervenuto il professor Massimo Galli, responsabile di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano: “Non vuol dire assolutamente niente, perché non c’è mai stato nella storia alcun vaccino che sia stato introdotto dopo averlo sperimentato per anni”, afferma. “Da quando ci sono i vaccini le persone muoiono di meno – ricorda Galli – dobbiamo usarli senza se e senza ma” ha dichiarato ad AdnKronos.

Dalla Filosofia al Diritto

Diverse voci del diritto e della filosofia si alzano contro il certificato verde. I filosofi Massimo Cacciari e Giorgio Agamben hanno firmato un testo contro il lasciapassare sanitario. Cacciari sui vaccini afferma: “Devono essere una scelta libera e non c’è libertà senza consapevolezza dei rischi”. “Premesso che qui non si tratta di no-vax, di ideologie neo-naturiste e altre scemenze, […] chiediamo con grande umiltà alla Scienza: non dovrebbe un cittadino leggere e sottoscrivere prima della vaccinazione l’informativa dello stesso ministero della Salute?

Che cosa ne pensa la Scienza del documento integrale Pfizer in cui si dice apertamente che non è possibile prevedere gli effetti del vaccino a lunga distanza, poiché non si sono potute rispettare le procedure previste (solo 12 mesi di sperimentazione a fronte degli anni che sono serviti per quello delle normali influenze)?”. L’intellettuale avverte anche sulla pericolosa deriva sociale che dividerebbe la popolazione in “cittadini di serie A e di serie B”.

Quello di trovare una conciliazione tra rispetto della libertà dell’individuo e tutela della salute pubblica è un dilemma filosofico e un rompicapo giuridico insidiosamente complesso.

In campo giuridico il Prof. Fabrizio Giulimondi, consulente giuridico-normativo presso la presidenza della Commissione Agricoltura del Senato, componente del comitato scientifico di ForoEuropa e collaboratore di LabParlamento, lo definisce “obbligo indiretto di vaccinazione”, pena l’esclusione sociale e l’emarginazione:

“Vi sono prese di posizione della Corte Europea e del Consiglio d’Europa che sono contro questi mezzi. Questo vaccino, a differenza di altri per cui c’è l’obbligo, non è consolidato e validato in tutte le sue fasi, questo vaccino invece è in fase di controllo, perciò qualche dubbio lo desta” conclude Giulimondi.

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