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Roma, giovedì “Social Corner” delle cooperative sociali e terzo settore

Manifestazione promossa dalle Operatrici e Operatori sociali in lotta, dalle Rsa, dall’Usi, Cobas e Cub oltre ai comitati e reti di solidarietà

E’ stato annunciato per giovedì 21 Gennaio, un “Social corner” al Dipartimento Politiche Sociali di Roma Capitale, in viale Manzoni 16, una manifestazione di protesta promossa dal Raggruppamento “Operatrici – operatori sociali in lotta”, presente e attivo nel terzo settore dal 2010, che vede il sostegno e l’unione di intenti di diversi sindacati autoorganizzati e di base, dalle Rsa dell’Unione Sindacale Italiana Usi, ai Cobas e alla Cub, oltre a comitati e reti di solidarietà alle lotte nelle coop. sociali e del terzo settore. L’iniziativa pubblica è il primo segnale di lotta nell’anno 2016, di prosecuzione del percorso di contrasto al “sistema di mafia Capitale” con gli effetti penalizzanti ormai ben noti, che sta danneggiando chi lavora (a Roma circa 10.000 persone), i beneficiari dei servizi – utenti e famiglie, nonché gli stessi enti del terzo settore e delle cooperative sociali con una gestione commissariale che non si sta dimostrando all’altezza delle sue funzioni. Anche l’Associazione utenti e consumatori Usicons si schiera con chi lavora.

L’evidenza: blocchi nei pagamenti delle fatture, mancata omogeneità di controlli e vigilanza su atti di dirigenti per adeguamento tariffe orarie, bandi di gara in condizioni di “massimo ribasso camuffato” per importanti servizi alla persona negli appalti, proroghe continue anche in caso di aggiudicazione definitiva di appalti e affidamenti (case di riposo comunali), carente applicazione delle clausole di salvaguardia occupazionale, di continuità lavorativa e di rispetto dei salari, rischio di perdite di posti di lavoro, mancati pagamenti o ritardate erogazioni di retribuzione ai dipendenti, ai soci, proroghe mensili che impediscono a chi lavora di poter programmare e pianificare servizi in termini di qualità (centri diurni, assistenza agli studenti disabili nelle scuole, campi rom e villaggi attrezzati, assistenza domiciliare), con un graduale peggioramento dei servizi e delle attività nei servizi socio – assistenziali, socio sanitaro ed educativi, stanno mettendo in ginocchio migliaia di persone, causando crisi occupazionali nelle cooperative e anche uno scadimento su importanti servizi alla cittadinanza.

A questo si aggiungono le dismissioni di servizi come il diritto allo studio ai ragazzi di etnia rom e sinti nelle scuole dell’obbligo (circa 200 ragazzi e, con un aumento della dispersione e abbandono scolastico che, come dice anche la Questura, sta provocando un aumento della microcriminalità “bagatellare” minorile, rischio di utilizzo per altre attività criminose e una diminuzione rilevante della generale frequenza scolastica, che potrebbe mettere a rischio anche l’occupazione del personale docente delle scuole, oltre alla perdita di posti di lavoro per operatrici e operatori sociali e mediatori interculturali tra i quali anche quelli di etnia rom e sinti) e l’annunciata dismissione degli asili nido comunali, verso un settore “convenzionato” ancora ostaggio del “sistema di mafia Capitale”. Nel pomeriggio di mercoledì 20 Gennaio, è stato anche chiesto ai dirigenti del Dipartimento la disponibilità ad un colloquio, per avere chiarimenti, proseguire un dialogo sociale ed un percorso che tuteli lavoratrici e lavoratori, utenti e famiglie e un genuino modello di cooperazione sociale, danneggiato da un sistema criminoso; in caso di mancata disponibilità, le organizzazioni sindacali promettono lotta aperta e preannunciano altre denunce penali agli organismi di vigilanza anticorruzione (ANAC), per ripristinare diritti e dignità.

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