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Gattuso, Mertens, CR7 e le polemiche arbitrali: momenti del ritorno del calcio

Dopo 95 giorni, torna lo sport ed il calcio giocato con le semifinali di Coppa Italia. La finale di mercoledì sarà Napoli-Juve, ma sono tanti gli spunti di queste prime partite post-lockdown

Dybala Coppa Italia

95, lunghi giorni dopo Sassuolo-Brescia ed l'”Andrà tutto bene” di Ciccio Caputo, con la Coppa Italia è ripreso il calcio ed i generale lo sport “sul campo”. L’attesa era molta, testimoniata dai dati auditel di Juve-Milan venerdì (8.277.000 spettatori pari al 34% di share) e di Napoli-Inter sabato (7.119.000 spettatori e 32.3% di share). Prima dei match si diceva che “nulla sarà come prima”, ma quali sono state le cose che hanno colpito di più del calcio post-quarantena?

Le sentenze della Coppa Italia: la finale più probabile

Dopo oltre tre mesi di inattività, gli esordi delle squadre destavano particolare curiosità, per partite molto equilibrate sulla carta. Non a caso sono stati i risultati delle partite di andata delle semifinali (il pareggio fuori casa della Juventus all’ultimo e la vittoria del Napoli a San Siro) a fare la differenza.

Due pareggi, di cui il primo a reti bianche, hanno decretato la finale più prevedibile, che vedrà di fronte Sarri contro il suo passato, il Napoli guidato di Rino Gattuso. Sarà il primo trofeo “post-Covid” in assoluto ed il primo trionfo nella competizione per uno dei due allenatori.

Dopo la prima mezz’ora una Juventus a corrente alternata, un Milan volenteroso non basta

La Juventus, grazie al pareggio di San Siro conquistato con il discusso rigore di Cristiano Ronaldo, va in finale per la 19° volta nella storia della competizione. Lo 0-0 dell’Allianz Stadium però ha dato molti spunti interessanti in diverse fasi del match. La prima mezz’ora di partita ha mostrato una Juventus sul piede dell’acceleratore, che voleva chiudere da subito il discorso qualificazione e che ha fatto arretrare un Milan molto timido nelle fasi iniziali. I primi 15 minuti, giocati ad una sola metà campo, hanno alla prodotto le emozioni più grandi, tutte concentrate in 120 secondi. Fallo di mano di Conti, l’arbitro che non vede, ricorso al VAR, rigore, palo di CR7, rinvio, fallo scomposto di Rebic, espulsione diretta.

Da lì in poi, un Milan già molto difensivista, per forza di cose ha continuato l’atteggiamento volto a “non prenderle” nonostante il bisogno di fare almeno un gol. Sul finale di tempo però, scesa l’intensità della squadra di Sarri, i rossoneri hanno provato a fare il colpaccio con qualche sortita in avanti. Senza Ibrahimovic, Theo Hernandez e Castillejo squalificati e con Rebic sotto la doccia, in 10 il Milan ha mostrato grande cuore ma poche armi a disposizione per far male. Una gestione più o meno tranquilla dei bianconeri è bastata per ottenere il pass per la finale di Coppa Italia in programma mercoledì.

Napoli con cuore e cinismo, rammarico Conte

Al San Paolo è andata in scena una partita più imprevedibile e di ritmo, favorita anche dalla rete arrivata al terzo minuto con Eriksen direttamente da calcio d’angolo. Anche qui lo spartito ha visto un’Inter volitiva, che ha giocato e creato, con l’approccio giusto al match. Solo un grande Ospina, colpevole sul gol ma autore di tre interventi prodigiosi su Lukaku, Candreva ed Eriksen, ha impedito il raddoppio.

Portiere fondamentale anche per il contropiede magistrale azzurro, guidato da Insigne e finalizzato da Mertens, che ha portato al pareggio il Napoli a 5 minuti dall’intervallo. L’arrembaggio a tratti dei nerazzurri nella ripresa non sono bastati e così il Napoli giocherà la decima finale di Coppa Italia, la seconda contro la Juventus dopo la vittoria nella finale del 2012

Gli uomini: Bentancur, Eriksen, Ospina sugli scudi, CR7 e Lautaro appannati, disastro Rebic

La ripresa agonistica dopo 3 mesi è difficile per chiunque. Così, in virtù di ritmi di squadra non elevati, era prevedibile che alcuni giocatori potessero fare di più la differenza. Nella Juventus vista venerdì, c’è stata una delle conferme più importanti: Rodrigo Bentancur ha ripreso da dove lo avevamo lasciato a marzo, ossia da nuovo leader del centrocampo bianconero. Possesso, ritmo e pressing importantissimi nella prima mezz’ora di gioco: insieme a Dybala le note più liete per Sarri.

Così come per Conte Christian Eriksen, che con tutta probabilità potrà finalmente diventare il direttore d’orchestra nerazzurro, così come fu presentato a gennaio. Dalle qualità balistiche indiscutibili, mostrate ieri nei corner e nelle punizioni, è stato al centro di quasi tutte le manovre interiste, con giocate di prima ed altre occasioni sotto porta, ad un passo dalla doppietta al minuto 81.

Per sua sfortuna ha trovato davanti a sé un Ospina decisivo: l’altro giocatore salito in cattedra nella serata napoletana. È vero, ha le sue colpe sul corner velenoso del danese, forse disorientato da leggere deviazioni sul primo palo. Ma il colombiano si è riscattato con tre interventi miracolosi, nel primo tempo sul colpo di testa di Lukaku e sulla sventola di Candreva, nella ripresa nella già citata occasione di Eriksen. Fondamentale la seconda parata, visto che dopo 40 secondi, grazie anche ad un suo rinvio veloce e preciso, il Napoli ha raggiunto il pareggio in contropiede. Ammonito, salterà la finale di Roma.

Le note negative riguardano due tra i più attesi, ossia Cristiano Ronaldo e Lautaro Martinez. Il primo, appannato e colpevole del secondo rigore mancato da quando è arrivato in Italia (il primo realmente sbagliato, visto che il precedente fu parato da Stefano Sorrentino), il secondo apparso in ritardo di condizione. Non che il suo partner d’attacco, Lukaku, sia stato molto più attivo, ma la presenza in area di rigore è ugualmente garantita da un fisico che per forza di cose non poteva essere tirato a lucido sin da subito. L’argentino invece, non è mai entrato in partita: un guizzo della sua versione invernale avrebbe potuto portare la Beneamata in finale.

Disastro completo invece per Ante Rebic. Il croato, andato in gol nella partita d’andata, aveva su di sé tutte le aspettative milaniste, vista la mancanza di Ibrahimovic, spesso suo ispiratore. Ma la sciocchezza pochi secondi dopo il rigore di Ronaldo ha condannato il Milan ad una partita complicatissima, in 10 uomini senza punte là davanti per quasi un’ora. Né un Bonaventura riadattato, né il suo sostituto Leao hanno inciso.

La serata speciale di Mertens e Gattuso

Record di segnature all-time del Napoli in una serata particolare. Grande merito di Ospina ed Insigne, va detto, ma la marcatura numero 122 di Dries Mertens nella presenza numero 310 vale il sorpasso definitivo a Marek Hamsik per entrare nella storia partenopea. Il tutto in un periodo che, tra ipotesi di cessione (proprio alla vittima di ieri sera) e probabile rinnovo, non era certo facile per il belga.

Ancora più complicato invece il momento di Gennaro Gattuso, anche lui protagonista. Sua la scelta di schierare Ospina e a fine partita la dedica per la sorella Francesca, morta lo scorso 2 giugno a 37 anni. La vittoria di un allenatore ma anche di un grande uomo.

Oltre il risultato: uno spettacolo (comprensibilmente) di basso livello

La curiosità per i tanti appassionati ha probabilmente riguardato il contesto di questa Coppa Italia, oltre agli aspetti del campo. Le formazioni urlate dallo speaker che risuonano in uno stadio vuoto, gli ingressi in campo scaglionati, i divieti di strette di mano, le urla di Conte nel San Paolo, le esultanze più (Inter) o meno (Napoli) contenute. Bellissimo l’omaggio dei giocatori a medici, infermieri ed operatori socio-sanitari.

Con i ritmi che si sono rivelati a tratti molto bassi, lo spettacolo complessivo non poteva essere elevato. Tre mesi d’inattività con zero amichevoli si sono fatti sentire. In più uno stadio vuoto non favorisce l’intensità e la concentrazione dei giocatori, ma la situazione non potrà che migliorare. Il calcio è ripartito, in maniera diversa, e per qualche mese dovremo farcene una ragione.

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