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Tardelli, candidato alla presidenza dell’AIC: è critico Massimiliano Cherri

“Tardelli, persona e campione rispettabilissimo, non ci azzecca per niente con l’Assocalciatori e quindi con la presidenza dell’Aic”

Marco Tardelli

Marco Tardelli, candidato alla presidenza dell'Aic (foto dal suo profilo Fb)

Marco Tardelli, candidato alla presidenza dell’Assocalciatori, è di certo un nome pesante e accreditato, soprattutto dai media. A tal proposito abbiamo raccolto le riflessioni di Massimiliano Cherri, ex responsabile Dipartimento Dilettanti Assocalciatori, critico verso l’ex campione del mondo. Eccolo Cherri rivolto a Tardelli:

Aic, Marco Tardelli e l’Assocalciatori

“Le sue interviste hanno sempre lo stesso timbro e stanno diventando stantie, Marco Tardelli afferma che l’Aic non ascolti il pensiero dei calciatori e che i bilanci siano poco chiari. Ma Tardelli, persona e campione rispettabilissimo, non ci azzecca per niente con l’Assocalciatori e quindi con la presidenza dell’Aic. Parla e manda messaggi da opinionista, che è il suo mestiere, tanto è vero che ha più volte detto che gli manca la Domenica Sportiva. Non ci azzecca perché non conosce le dinamiche e la vita associativa dell’Aic, molto complessa e che non si ferma a quella dei calciatori di serie A e serie B ma anche a quelli della serie C, delle calciatrici e dei calciatori dilettanti dove l’Associazione, da sempre, è presente con un lavoro capillare in tutte le regioni”.

Aic, la sfida tra Tardelli e Calcagno

“Di contro il suo avversario Umberto Calcagno, ex calciatore e avvocato, ha un lungo percorso all’interno dell’Aic come facente parte del Consiglio direttivo per tanti anni e negli ultimi nove ha ricoperto il ruolo da vicepresidente. È competente, conosce le categorie, è un uomo del fare.
Quella di Tardelli è una candidatura debole sotto il profilo delle competenze. Non ho letto sulle sue interviste eventuali progetti o programmi, non credo che abbia conoscenza di cosa siano le licenze nazionali, gli accordi collettivi, il vincolo e la norma dei giovani. E i temi che assillano i calciatori dilettanti e la legge sul professionismo delle calciatrici. Lo dimostra anche la linea scelta per questa campagna elettorale fatta solo di critiche e bacchettate. E’ facile giudicare stando al di fuori, senza avere grandi responsabilità, specialmente in questa fase”.

Le contraddizioni di Marco Tardelli

“Ma questo non lo esime comunque dal cadere spesso anche in qualche contraddizione. Sul giocare di pomeriggio, ad esempio, in una trasmissione ha detto che non è un dramma, in un’altra invece, su Rai Radio Uno, affermava che poteva essere un errore giocare alle 16,30 a luglio e ogni tre giorni. Contraddittorio. Ecco perché non può aspirare a fare il presidente dell’Aic. Però la domanda sorge spontanea, perché Tardelli riesce a trovare ampi spazi sui giornali e non solo su quelli sportivi e addirittura anche sul Fatto Quotidiano? Perché riesce a far uso dell’esercizio di un potere, quello dei media, che ha “deciso” che Tardelli potrà essere un buon presidente…
Soprattutto verrebbe da chiedersi “chi” vuole che diventi presidente dell’Aic non avendo particolari meriti né qualche significativa presenza in una organizzazione a lui del tutto sconosciuta e mai frequentata nell’arco della sua carriera. La domanda è del tutto legittima…”

Le voci intorno alle candidature per la presidenza dell’Aic

Massimiliano Cherri indica un sito calciogoal.it che senza giochi di parole scrive: “Tardelli sarebbe un nome mediaticamente di rilievo e con un passato calcistico alle spalle differente da quello di Calcagno, ma soprattutto è collegato a Sibilia, presidente Lnd, che gestirebbe in questo modo anche il 20% dei calciatori per la sua corsa alla presidenza della FIGC”. Questo sito afferma anche che i Comitati Regionali sono impegnati a “sponsorizzare” sottotraccia Tardelli. Cherri conclude affermando che all’ Aic servono competenze e non campioni del mondo, ma è convinto che i calciatori non si faranno facilmente condizionare dalla figura mediatica di Tardelli che non ha mai fatto attività sindacale e quindi non sarebbe in grado di poter gestire un sindacato importante come l’Assocalciatori”.

Competenza contro popolarità

Calcagno invece, sottolinea Cherri, è il candidato ideale per le sue capacità e per la disponibilità dimostrata negli anni, sempre al servizio dei calciatori, specialmente quelli della serie C e dei Dilettanti e delle calciatrici.
Ai calciatori non interessano giochini e disegni ma un Presidente che risolva i loro problemi. In questi giorni così difficili sono stati messi in sicurezza duemila calciatori di serie C, con l’accordo trovato insieme al presidente della Figc Gravina (Fondo Salvacalcio) e a seguire verranno stanziati altri fondi per aiutare la parte apicale dei dilettanti per i quali intanto, sempre grazie all’impegno di Aic, è stato riconosciuto il bonus sport governativo per i mesi di marzo, aprile e maggio”.

Aic, l’appello di Cherri ai calciatori

“Cari calciatori, facciamo un passaparola affinché venga fermato questo progetto che odora solo di gestione del potere o di obiettivi che poco hanno a che vedere con gli interessi dei calciatori e le soluzioni dei loro problemi, non facciamoci ingannare dalle apparenze di facciata.

Una cosa è certa: Il percorso all’interno del mondo del Calcio deve essere completato prima di poter ricoprire incarichi del genere. Il Calcio non si governa solo attraverso il riflesso di una pur stupenda immagine di se stessi ma impegnandosi nel verificare, in tutte le componenti, le criticità e i malfunzionamenti. Per fare questo c’è bisogno di un impegno lungo e costante profuso non certo in comodi studi televisivi ma su tutto il territorio e le strutture sportive, a contatto diretto con i calciatori di qualsiasi profilo e con i loro problemi e su questo non possiamo che essere d’accordo”.

Intervista raccolta da Manlio Milana

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