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Francesco Gabbani, “Ci vuole un fiore”: il volto green della tv

Torna “Ci vuole un fiore”, la tv fatta con garbo e professionalità, che dimostra che si potrebbe dare al pubblico divertimento e informazione

Francesco Gabbani

Francesco Gabbani

Torna Ci vuole un fiore, ovvero la tv fatta con garbo e professionalità, che convince e dimostra che si potrebbe dare al pubblico qualcosa che possa divertire e informare al tempo stesso.

Una televisione che convince quella di Gabbani

Nell’unica puntata andata in onda lo scorso 8 aprile, Ci Vuole Un Fiore, vinse la serata conquistando 2.701.000 spettatori, con uno share pari al 15.2%. Un risultato convincente che si spera di replicare anche nel 2023, anche se l’obiettivo del programma, dicono, è un altro. Lodevole impegno. In genere lo si dice quando si sa che non si vince la serata. Tuttavia in questo caso diamo credito alla Direzione Intrattenimento Prime Time, della Rai e al direttore Stefano Coletta, che il programma in questione non fu il solito show, rifacimento di un format estero, con idee balsane, per non dire idiote e ospiti riciclati. Beh qualche riciclato c’era ma del resto “l’acqua è poca e la papera non galleggia.”

“Ci vuole un fiore”, la puntata dell’anno scorso

Il senso del programma è porre l’attenzione sui gravi problemi di sostenibilità del pianeta. Non risolverà niente ma è il massimo che ci si possa attendere dall’intrattenimento serale in una tv generalista. Altri sono i momenti in cui si può fornire quadri esaurienti del dramma che stiamo vivendo, riguardo al riscaldamento climatico, l’erosione dei ghiacciai, l’aumento del livello dei mari e tutto quello che riguarda l’influenza dell’uomo sulla pesca, l’inquinamento, il cambio dell’equilibrio ecologico in natura.

Nella puntata dello scorso anno vennero invitati Piero Angela, Carlo Cottarelli, il botanico Stefano Mancuso, l’astronauta Luca Parmitano, il Premio Nobel per la Fisica 2021 Giorgio Parisi, oltre a un piccolo gruppo di cantanti apprezzabili e personaggi televisivi di cui si potrebbe anche fare a meno, ogni tanto, come Flavio Insinna, prezzemolino come Malgioglio, non si sa perché.

Erano presenti anche i ragazzi del Friday for Future, ai quali invece andrebbe dato più spazio sui media, perché toccherà a loro affrontare gli esiti dei ritardi e dei compromessi attuali. Le emergenze che la transizione ecologica impone sono impellenti e tutte le occasioni sono buone e valide affinché la conoscenza e la consapevolezza inneschino processi virtuosi che ci aiutino a cambiare i nostri stili di vita.

Gabbani: simpatia, ironia e disponibilità

Il programma è una coproduzione Rai1 con la Ballandi Multimedia. Probabilmente Gabbani avrà a disposizione una band musicale e un balletto. Nei suoi video si lancia in momenti di danza un po’ sgangherati ma del resto non è un ballerino. Il suo compito è fare lo show man per due serate e personalmente lo trovo gradevole e simpatico. La conduzione, in ogni programma tv, rappresenta almeno un 50% della sua riuscita. È su di lui che si costruiscono i momenti di spettacolo, dalla sua disponibilità dipendono i duetti e le interazioni con gli ospiti, con la sua ironia e autoironia si costruiscono i passaggi divertenti, i lanci non abituali, le rottura delle consuetudini che hanno stancato lo spettatore. Si stanno sperimentando spettacoli che non siamo le copie del recente passato ed abbiano in sé il “mood” della prima tv.

Per questo mi viene da abbinare Gabbani ad un’icona degli anni ’60, Fred Buscaglione. Non sono sovrapponibili, per carità, ma la empatia immediata con il pubblico, di cui gode il cantante di Carrara, mi ricorda quel Fred. La Francesca Fialdini, inoltre, ha in sé la misura giusta in tutto per conquistare il pubblico senza stancare. Tutto questo va riconosciuto a chi scrive i testi del programma e cioè Matteo Catalano (viene da Telethon) con Peppe Bosin (che un passato con la tv dei bambini e anche quella gastronomica), il critico discografico di Repubblica Ernesto Assante e lo stesso Gabbani. La regia è di Piergiorgio Camilli, che ha una lunga e notevole esperienza televisiva nello spettacolo.

Un personaggio con basi solide

Gabbani è del 1982, deve il suo successo alle vittorie sanremesi ed al garbo e al gusto delle sue canzoni più famose, da Occidentali’s Karma, a Viceversa, fino alla bellissima Spazio tempo, sigla della serie tv Il Professore, e Volevamo essere felici, dove si rievocano i sentimenti e gli ideali adolescenziali, che vanno bene per ogni generazione. Viene da una famiglia di Carrara proprietaria di un negozio di strumenti musicali. Già a 4 anni suonava la batteria e a 9 la chitarra.

Il suo rapporto con la musica è pressoché totale: pianoforte e basso compresi. Potrebbe fare una band da solo. Nelle sue corde tanto jazz, blues e funk e si vede. Questo ci fa capire che il personaggio non nasce, come talvolta accade, nelle segreterie politiche di provincia ma che ha basi solide e capacità evidenti, anche se coperte da una pregevole umiltà e autoironia, fondamentali per reggere nel nuovo compito che si è dato.