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Fascismo degli antifascisti e censura dei ciarlieri: paradossi “sinistri”

Gli intellò gridano al “bavaglio di regime” pontificando su media, libri e festival: e i politici progressisti, che brandiscono la reductio ad Ducem, ignorano di avere i veri intolleranti in casa

Spauracchio dell’antifascismo, fascismo

Spauracchio dell’antifascismo (© Alisdare Hickson / Wikimedia Commons)

Due folkloristici fenomeni tipici del Belpaese sono il fascismo degli antifascisti e la (pseudo)censura dei ciarlieri intellò. “Sinistri” paradossi che affondano le proprie radici in un humus “culturale” comune, se non comunista, che si potrebbe anche definire esopico. Nel senso del celebre favolista greco antico, che già nel VI secolo a.C. descriveva le deleterie conseguenze del gridare senza criterio: “Al lupo! Al lupo!”

Spauracchio dell’antifascismo, fascismo
Spauracchio dell’antifascismo (© Alisdare Hickson / Wikimedia Commons)

La (pseudo)censura dei ciarlieri intellò

«Numerosi intellettuali» ha tuonato il conduttore de La Zanzara Giuseppe Cruciani, «ogni santissimo giorno, gridano alla censura di Governo, all’Italia illiberale, al pericolo autoritario. E lo fanno ogni giorno, ogni minuto, dal Festival del Libro, da festival vari, dai giornali, dalle radio, dalla televisione, tutto immensamente libero».

Giuseppe Cruciani, Ucraina
Giuseppe Cruciani (immagine dalla sua pagina Facebook)

In effetti, aggiunge Il Foglio, la recente kermesse torinese è stata una vera e propria passerella di esponenti dell’intellighenzia radical chic in odor di autoproclamato martirio. Scrittori, soprattutto, cominciando da quel Corrado Augias che da settimane dispensa interviste (almeno tre solo a maggio) unicamente a manca puntando l’indice contro la presunta «deriva orbaniana».

Corrado Augias, fascismo
Corrado Augias (© Andrea Pellegrini / Wikimedia Commons)

Ma anche Roberto Saviano, che pretenderebbe l’impunità per aver dato della «bastarda» al Premier Giorgia Meloni, frignando quando quest’ultima lo querela (legittimamente) per diffamazione. Il tutto mentre lo Stato che lui offende gli garantisce una scorta pagata dai contribuenti, e il suo programma “cancellato” dalla RAI andrà in onda sulla RAI.

Roberto Saviano
Roberto Saviano (© Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia / Wikimedia Commons)

Nonché Antonio Scurati, che persevera a pontificare sul suo cas(in)o benché sia stato smentito perfino dal fuoco amico. E che col collega e concittadino condivide pure il rifiuto di condannare l’autentico silenziamento “transfemminista” (sic!) del Ministro della Famiglia Eugenia Roccella. Che l’autore di Gomorra è arrivato perfino a spacciare per contestazione e «atto democratico».

Antonio Scurati, fascismo e antifascismo
Antonio Scurati (immagine dalla pagina Facebook di Serena Bortone)

Tutto però torna perché, per i maître à penser che (stra)parlano di quanto non possano parlare, il “bavaglio di regime” si applica solo a loro. Una Weltanschauung che, per inciso, li equipara perfettamente alla classe politica di cui sono riflesso ed emanazione.

Il fascismo degli antifascisti

Quante volte, infatti, abbiamo sentito i progressisti nostrani accusare l’attuale maggioranza di avere «problemi col dissenso»? Guardando l’evangelica pagliuzza nell’occhio altrui, senza accorgersi della trave nel proprio?

Domenico Fetti - La parabola della pagliuzza e della trave
Domenico Fetti – La parabola della pagliuzza e della trave (New York, Metropolitan Museum of Art, 1619 ca.). © Metropolitan Museum of Art / Wikimedia Commons

Perché è esattamente quest’area ideologica che “coccola” e nutre, quando non esprime i veri intolleranti. Cominciando da Ilaria Salis, la maestrina rossa senza penna ora ai domiciliari in Ungheria per aver aggredito in gruppo ignari passanti identificati o ritenuti neonazisti. E che, sentendosi per questo dalla «parte giusta della storia», si è guadagnata (si fa per dire) una candidatura alle Europee con Alleanza Verdi e Sinistra.

Ilaria Salis in manette e catene al tribunale di Budapest
Ilaria Salis in manette e catene al tribunale di Budapest (screenshot dal canale YouTube del “Corriere della Sera”)

Proseguendo coi manifestanti sedicenti pro-pal e autentici antisemiti che infestano da tempo piazze e università. Sbraitando contro qualunque genocidio eccetto l’unico reale, quello perpetrato il 7 ottobre ai danni di cittadini israeliani inermi e innocenti.

Israele-Hamas. Protesta pro-Palestina davanti alla Casa Bianca
Protesta pro-Palestina davanti alla Casa Bianca (© Ted Eytan / Wikimedia Commons)

Ma, soprattutto, col compagno non-solo-di-merende Pedro Sánchez, Primo Ministro della Spagna (per grazia ricevuta, avendo non-vinto le Politiche del 2023). Che ha annunciato una riforma del CSM iberico volta a esautorare il Senato – dov’è in minoranza – nella nomina dei magistrati, onde eliminare l’autonomia giudiziaria a suo vantaggio. E, per buona misura, ha anche espresso la volontà di agire contro i media conservatori, da lui accusati di diffondere fake news.

Pedro Sánchez, Spagna
Pedro Sánchez (© Ministry of the President – Government of Spain / Wikimedia Commons)

Per molto meno, un esecutivo sovranista come quello magiaro di Viktor Orbán è stato bollato dall’Europarlamento come «autocrazia elettorale». Perché – di nuovo – la reductio ad Ducem è un’arma (sempre più spuntata, in realtà) per comprimere la libertà di espressione dei dissidenti del pensiero unico. Ma non riesce a occultare l’ipocrisia di quanti la brandiscono ignorando ostentatamente che il vero fascismo sta proprio in casa loro.