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Evasione iva: Italia prima in Europa. Ecco la classifica

Nel 2020 gli Stati dell’Unione hanno perso 93 miliardi di euro per mancata riscossione dell’iva, di cui almeno un quarto per frode

Un sacco con il simbolo euro e un divieto

Più di 93 miliardi di euro persi dalla UE per la mancata riscossione dell’Iva nel 2020.

All’Italia il primato con la quota più alta: 26 miliardi, persi spesso in frodi. Secondo posto alla Francia e terza la Germania rispettivamente con 14 e 11 miliardi di euro.

Cifre impressionanti che segnano un miglioramento rispetto al 2019 quando l’ammanco fu di 30 miliardi in più. Ma solo perché, a causa della pandemia, ci sono state meno transazioni.

Da qui, la decisione della Commissione europea di intervenire per recuperare il più possibile l’iva evasa.

“In questi tempi difficili, le finanze pubbliche hanno bisogno di entrate fiscali solide. i cittadini chiedono equità fiscale e azioni decise contro la frode e l’evasione fiscale”. Ha spiegato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni.

Le idee di Bruxelles

Le misure proposte dalla Commissione Europea e in attesa di approvazione, prevedono tre azioni principali:

La fatturazione elettronica per le transazioni transfrontaliere. L’obbligo per le piattaforme di affitto brevi e di trasporti di riscuotere l’Iva dai fornitori e, la registrazione unica dell’Iva in tutta l’Ue.

Queste proposte, se applicate, queste dovrebbero consentire di recuperare 18 miliardi di euro l’anno nei prossimi dieci anni.

Secondo gli esperti dell’Ue, infatti, solo con il passaggio alla fatturazione elettronica europea si recupereranno 11 miliardi di Iva l’anno. La fatturazione permetterà anche alle imprese di risparmiare 4 miliardi di euro.

Regolamenti diversi anche per Uber e Airbnb. “Le attuali norme portano a transazioni non tassate per alloggi a breve termine e servizi di trasporto passeggeri forniti su piattaforma, un trattamento iniquo per hotel e taxi tradizionali”.

Ostacoli che ora verranno superati, prosegue Gentiloni, estendendo “il nuovo sistema online già di successo per l’Iva sul commercio elettronico, entrato in vigore nel 2021, ad altre imprese che vogliono vendere ai consumatori in tutto il mercato unico”.

Infine, la partita Iva unica a livello europeo. Il commissario Ue non ha dubbi: “Molte imprese hanno ancora difficoltà a vendere ai consumatori in più Stati membri a causa degli ostacoli amministrativi e di conformità connessi alla registrazione ai fini Iva separatamente in ciascun Paese”.

Ostacoli che ora verranno superati estendendo “il nuovo sistema online già di successo per l’Iva sul commercio elettronico, entrato in vigore nel 2021, ad altre imprese che vogliono vendere ai consumatori in tutto il mercato unico”.

Obbligo del Pos e limite al contante

Sul tema che in Italia sta accendendo roventi polemiche, Gentiloni non si bilancia. “La Commissione sta valutando la manovra italiana ed esprimerà un’opinione la prossima settimana. Per il resto, i principi sono evidenti: basta leggere il Pnrr o le raccomandazioni che facciamo ogni anno ai Paesi, Italia comprese, per sapere che per noi sia la fatturazione elettronica che la lotta all’evasione hanno grande priorità”.

E la decisione del Consiglio di approvare il tetto al contante a 10 mila euro? A fine ottobre il vice presidente della Commissione, Valdis Dombrovksis spiegava. “La Commissione preferirebbe limiti più bassi ai pagamenti in contanti”.