È morto Giuseppe Finamore, “Peppinello Er Roscetto”: addio al tassista più anziano di Roma
Addio a Giuseppe Finamore, “Peppinello Er Roscetto”, il tassista più anziano di Roma: una vita al volante e un simbolo della città eterna

Giuseppe Finamore, il tassista più anziano di Roma
È scomparso oggi, all’età di 90 anni, Giuseppe Finamore, conosciuto da tutti come Peppinello Er Roscetto, il tassista più anziano di Roma. Classe 1935, Finamore è stato un volto storico delle strade della Capitale, un uomo che ha trascorso la sua vita al volante, accompagnando generazioni di romani e turisti. Il soprannome, ereditato da ragazzo per via dei capelli fulvi, non lo ha mai abbandonato: lo portava con orgoglio, raccontando con un sorriso aneddoti di un tempo in cui ogni tassista aveva un nomignolo. La sua scomparsa lascia un vuoto profondo tra i colleghi e nel mondo dei taxi romani, che oggi lo ricordano con affetto e riconoscenza.
Giuseppe Finamore, il tassista simbolo di Roma
Finamore non era soltanto un tassista: era un pezzo di Roma. Negli anni aveva visto cambiare la città, il traffico e le abitudini dei cittadini. Ma per lui il taxi non era mai stato solo un lavoro, bensì una missione quotidiana di contatto con la gente. Conosciuto per la battuta pronta e la memoria ferrea, ricordava volti, percorsi e storie come pochi altri.
In un’intervista rilasciata ad Adnkronos, aveva raccontato con ironia i soprannomi che circolavano tra i tassisti di una volta: “C’era Er Pomata, sempre in ordine con la brillantina tra i capelli. C’era il Cavallino bianco, Er Cavallo pazzo. E pure Er morto de sonno: lo chiamavano così perché nun je annava de lavorà”. Peppinello, invece, si era guadagnato quel “Roscetto” che lo rese subito riconoscibile e che i colleghi non smisero mai di usare.
Una carriera lunga più di mezzo secolo
Con più di cinquant’anni di servizio, Finamore era diventato una vera istituzione. Pochi come lui hanno attraversato le stagioni del mestiere: dalle prime radio per ricevere le chiamate, all’arrivo dei tassametri moderni, fino alle applicazioni digitali.
Mentre molti si erano ritirati, lui aveva continuato a lavorare, convinto che il taxi fosse la sua vita. Non c’era giorno in cui non fosse al volante, pronto a raccontare una barzelletta o a condividere un ricordo della Roma di una volta. Per i turisti, spesso, era il primo volto della città eterna: una voce schietta e romanissima che sapeva accogliere con calore e ironia.
Il ricordo di Raffaele Salina, collega e segretario nazionale Fast Confsal Taxi
La notizia della sua morte è stata accolta con dolore da tutto il mondo dei tassisti. Raffaele Salina, segretario nazionale di Fast Confsal Taxi e collega di lunga data, lo ha ricordato come un uomo generoso e appassionato: “Peppinello rappresentava un pezzo della nostra storia. Sempre disponibile con i colleghi, era un esempio di dedizione e amore per il lavoro. Non era solo un tassista, ma un punto di riferimento per tutti noi”.
I colleghi sottolineano come Finamore fosse rimasto, fino agli ultimi giorni, legato a quella comunità fatta di amicizia, scherzi e solidarietà. Una rete invisibile che unisce chi vive la strada ogni giorno, e che oggi perde uno dei suoi protagonisti più autentici.
L’eredità di “Peppinello Er Roscetto”
La storia di Giuseppe Finamore va oltre la cronaca. Il suo soprannome, la sua risata e il suo modo di intendere il mestiere raccontano un’epoca in cui il taxi era molto più che un semplice servizio: era un luogo di incontro, di chiacchiere, di confidenze tra sconosciuti.
Con la sua scomparsa se ne va una memoria vivente di Roma, ma resta l’esempio di chi ha vissuto il lavoro con dignità e passione, senza mai smettere di sentirsi parte di una grande famiglia.
Un addio che profuma di romanità
Roma perde il suo tassista più anziano, ma non perde il ricordo di ciò che ha rappresentato. Nelle parole dei colleghi, nei racconti dei passeggeri e nei sorrisi strappati in decenni di corsa, Peppinello Er Roscetto continuerà a vivere.
Il suo addio non è solo la fine di una carriera, ma anche un simbolo della romanità verace: quella che sa ridere, che non si prende troppo sul serio e che trova nella strada la sua casa. Un’eredità che resterà impressa nella memoria della città eterna.
