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Diritti animali: nella Manovra di bilancio lo stop agli allevamenti da pelliccia

Nel PNRR facilitazioni per convertire gli allevamenti di mammiferi da pelliccia: una norma per la tutela degli animali e prevenzione delle zoonosi

Visone bianco

Visone bianco

Animali da pelliccia. Con la Manovra di bilancio 2022 entra in vigore il divieto di allevamento, riproduzione in cattività e uccisione di qualsiasi specie da pelliccia. Si tratta per lo più di mammiferi come i visoni, volpi, procioni, cincillà.

Animali da pelliccia: lo stop dell’Italia

Lo prevede un emendamento, a prima firma della capogruppo di Leu al Senato Loredana De Petris, approvato dalla commissione Bilancio di Palazzo Madama.

La misura consente in deroga agli allevamenti di mantenere gli animali già presenti nelle strutture non oltre il 30 giugno 2022. Sono stanziati 3 milioni di euro per il 2022 per indennizzare gli allevamenti. L’emendamento punta dunque alla prevenzione delle zoonosi, malattie trasmissibili dagli animali all’uomo, e segna una svolta in tema di diritti animali contro lo sfruttamento e la sofferenza psicofisica dei non-umani.

Norme di civiltà e prevenzione delle zoonosi

Nel documento si legge che gli allevamenti, la cui attività è sospesa fino al 31 dicembre 2021, a causa del dilagare del virus SARS-CoV-2 tra i visoni di due di queste strutture, saranno comunque soggetti al monitoraggio e alle procedure previste dal Ministero della Salute.

Alle aziende che ancora sono in attività, saranno riconosciuti un indennizzo per ciascun animale alla data di entrata in vigore della legge, un contributo a fondo perduto corrispondente al 30% del fatturato registrato nell’ultimo ciclo produttivo, un contributo a fondo perduto, sino ad un massimo di 10.000 euro, per la copertura delle spese sostenute per la demolizione o riconversione in attività agricola diversa. Con diverse modalità anche nel caso in cui l’azienda non possegga al momento animali.

Alle stesse aziende sarà riconosciuta una facilitazione nell’assegnazione dei fondi del PNRR per lo sviluppo agrivoltaico e la creazione di parchi agrisolari.

Il decreto regola anche l’eventuale cessione degli animali, con obbligo di sterilizzazione e nell’osservanza delle procedure indicate dal Ministro della Salute per la prevenzione della diffusione di zoonosi, a strutture autorizzate, gestite da associazioni per la protezione animale.

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