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Dimissioni Benedetto XVI, Monsignor Stenico: “Basta menzogne e false illazioni”

L’Intervista a Mons. Stenico in merito alle continue teorie secondo cui Benedetto XVI sarebbe stato costretto alle dimissioni

Tommaso Stenico

Tommaso Stenico

Con la morte del Papa Emerito Benedetto XVI non si placano le molteplici teorie secondo cui Ratzinger non si sarebbe volontariamente dimesso da Pontefice ma ne sarebbe stato in qualche modo obbligato.

Tutte queste teorie che vanno apparentemente nella direzione di una “difesa” del Papa emerito nei confronti di non meglio specificate correnti interne al Vaticano, fanno però emergere un aspetto del compianto Benedetto XVI che poco si confà alla sua natura di uomo retto e profondamente devoto alla Santa Madre Chiesa.

Interviene in questo dibattito anche Monsignor Tommaso Stenico, che personalmente conosceva Benedetto XVI e che sottolinea come proprio l’integrità morale del Pontefice emerito sia la prova di come non potrebbe essere stato possibile per lui mettere in atto tale piano.

Le teorie sulle dimissioni

Monsignor Stenico, ci sono moltissime voci che vorrebbero le dimissioni di Benedetto XVI come non valide, mettendo dunque in discussione l’intero Papato di Bergoglio

Da troppo tempo certa stampa ripropone a scadenze fisse la teoria secondo la quale Papa  Benedetto XVI non si sarebbe mai dimesso. Costoro motiverebbero tale convincimento con le seguenti  riflessioni: Il testo della declaratio contiene vistosi errori di latino e nella declaratio si fa riferimento al munus e al Papa Benedetto avrebbe lasciato l’esercizio del ministerium, ma non il munus.

Ci aiuti a fare chiarezza

Non risulta a nessuno che il Papa emerito Benedetto XVI sia un provetto latinista. I suoi collaboratori hanno dichiarato che la declaratio l’ha scritta da solo, per cui, eventuali errori non impressionano nessuno anche per quelle che poi si dirà.

Quanto alla distinzione tra munus e ministerium è sufficiente prendere in mano il Codice di Diritto Canonico. Merita premettere che per sua ammissione il cardinale Jopseph Ratzinger, poi Papa Benedetto XVI, non è mai stato ferrato in Diritto. Ad ogni modo nel canone 332 del Codice di Diritto Canonico si legge: “Il Sommo Pontefice ottiene la potestà piena e suprema sulla Chiesa con l’elezione legittima, da lui accettata, insieme con la consacrazione episcopale. Di conseguenza l’eletto al sommo pontificato che sia già insignito del carattere episcopale ottiene tale potestà dal momento dell’accettazione. Che se l’eletto fosse privo del carattere episcopale, sia immediatamente ordinato vescovo”.

Che significa?

Significa che la modalità della trasmissione della successione petrina è esclusivamente giuridica e conferisce la pienezza della suprema giurisdizione. 

Ciò che viene conferito in Conclave all’eletto non ha nulla a che fare con il carattere sacramentale speciale che permane anche dopo la rinuncia.

Al Papa emerito rimane il munus episcopale che aveva ricevuto sacramentalmente quando fu ordinato vescovo di Monaco. La rinuncia all’ufficio petrino, pertanto, è lo strumento giuridico che porta alla perdita della giurisdizione pontificia, che gli era stata conferita per via giuridico-canonica.

Benedetto XVI, uomo onesto e retto

Nessun dubbio dunque nella volontà delle dimissioni?

Nella Declaratio sono contenute parole inequivocabili. L’allora Papa Benedetto XVI davanti al Sacro Collegio come previsto dal canone  del CIC disse: «Ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice». 

Benedetto XVI ha anche aggiunto: «Dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005» e «La sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice».

Ma vi è un terzo elemento di cristallina verità di intenzione. Il Pontefice, ancora regnante, disse: «Imploriamo la santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice». 

I “difensori” di Benedetto XVI

Eppure coloro che parlano di queste teorie si definiscono difensori del Pontificato di Benedetto XVI 

C’è un fatto gravissimo che doverosamente occorre evidenziare, è quello sacrilego che i presunti difensori del pontificato di Benedetto XVI forse non considerano.

In che modo è possibile definire l’uomo, il teologo, il prete, il vescovo Josef Ratinzger, Papa emerito Benedetto XVI, un imbroglione, calcolatore, opportunista, mistificatore, falso?

Come si può ritenere che Papa Benedetto avesse nascosto nella famosa Declaratio la prova della nullità della sua rinuncia?

Come possono solo lontanamente attribuire a Benedetto XVI la “vigliaccata” che egli abbia vergato la Dichiarazione con estrema abilità e sottigliezza, appositamente perché venisse scoperta invalida.

Chi può solamente pensare che l’onesto, retto, probo dotto, santo, preparato e distaccato Papa Benedetto il cui unico desiderio era quello di fare la volontà del suo Signore, abbia premeditato diabolicamente di lasciare la Chiesa in uno stato confusionale abnorme con un usurpatore sul trono del beato Pietro? No! Papa Benedetto non avrebbe mai potuto mentire!

Il conclave è una cosa seria

L’elezione del cardinale Jorge Mario Bergoglio è avvenuta nel Conclave: anche questo sarebbe invalido?

Il Conclave è una cosa seria! E 120 grandi elettori non possono aver ceduto all’emozione o alla negligenza. Si sono incontrati per diversi giorni nelle conferenze preparatorie al Conclave: hanno discusso, anche animatamente. Possibile che la folgorazione in materia di validità giuridico-canonica la possano avere solo alcuni taluni dei quali di “cosa di chiesa-fede-teologia” ne sanno poco o nulla?

Non sapeva di queste speculazioni

Pensa che Benedetto XVI fosse al corrente di tutte queste polemiche intorno alla sua dimissione?

Conoscevo personalmente Ratzinger, non so se fosse al corrente del violento dibattito che ricorre ciclicamente su alcuni quotidiani, ma ne dubito. Egli stesso, nella sua rettitudine, non avrebbe mai permesso il dilagare di tali falsità. Avrebbe con forza ribadito le sue volontà di dimissione. Avrebbe ripetuto ancora una volta che “dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino”.