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Depositi pieni, Roma non sa dove mettere le potature. Restano in strada

Il numero di tronchi sui marciapiedi della città sta diventando enorme, il motivo: i depositi del Servizio Giardini del Campidoglio sono pieni

Alberi di Roma sul Lungotevere

Non c’è pace per gli alberi di Roma. Negli ultimi mesi il numero di tronchi a terra sui marciapiedi della Città sta diventando enorme, il motivo è che i depositi del Servizio Giardini del Campidoglio sono pieni. Non c’è spazio per stipare, quindi vengono messe reti di sicurezza e abbandonati in strada.

Un disagio che va a sommarsi alle decide di altri con i quali i cittadini romani fanno i conti ormai da tempo. Traffico e immondizia, tanto per citare i maggiori.

Dal Messaggero di oggi, il resoconto puntuale della situazione per le strade: «Non c’è quartiere di Roma che si salvi: negli ultimi mesi ci sono stati 171 sequestri della polizia locale per alberi crollati. In una sessantina di giorni (principalmente tra agosto e settembre) solo a Parioli si sono contate 35 operazioni, 22 nella zona del Tintoretto, 19 di Montemario. E 18 quelle dei vigili di Trevi».

Una situazione in continuo mutamento con il conto degli alberi caduti destinato a salire ad ogni ondata di maltempo. Risultato, i marciapiedi di Roma vengono costantemente intasati da alberi “recintati” con rami sporgenti dove è facile inciampare.

Se gli alberi non cadono hanno radici che deformano la strada

Quelli che restano in piedi non sono meno insidiosi, giunti a dimensioni colossali, le loro radici stanno deformando l’asfalto con buona pace dei pedoni con i passeggini o dei ciclisti costretti a fare grandi deviazioni per evitare dossi e avvallamenti.

Ma, sottolineano ancora dalle pagine del Messaggero: «All’angolo tra via della Giuliana, via Bettolo e via Costantino Morin. «Sono stati fatti alcuni lavori e sono stati buttati giù degli alberi. Ma oggi un alberello su due di quelli piantati in via della Giuliana, nella primavera, è morto. Nessuno ha pensato di annaffiarli in estate. In via Costantino Morin, invece, ci sono tronchi morti da almeno vent’anni. Prati è devastata», racconta A. D., una residente della zona che sperava nella riqualificazione di quell’angolo così centrale di Roma».

In zona Conca D’Oro, un albero caduto su una smart è li da tempo. Non solo l’albero, anche la smart. L’auto semi distrutta con lo sportello aperto fa bella mostra di so con un cartello che ha del paradossale “veicolo sottoposto a sequestro”.

Depositi pieni e direttive paralizzanti

La prassi per tutte le questioni riguardanti il verde pubblico è la stessa: «Per ogni intervento vanno fatti rilievi, fotografie, documentazione di eventuali cantieri, acquisizione dei documenti della pianta tenuti dal Servizio Giardini incluse le schede di valutazione e le verifiche eventualmente effettuate sull’albero caduto. Poi, ancora: ordini di servizio, appalti, contratti, nomi dei vari responsabili e la nomina del perito agronomo».

Risulta evidente che tutta la burocrazia che deve essere espletata prima che il verde venga portato via sta bloccando l’intera filiera. Negli scorsi giorni la riunione dei vertici operativi del Comune, il comandante dei Carabinieri Forestali di Roma, colonnello Giuseppe Lopez, e il vicecomandante dei vigili, Donatella Scafati, insieme all’assessorato all’ambiente ha sbloccato alcuni dei nodi principali. Nelle prossime settimane, commentano, gran parte delle potature bloccate in strada verranno rimosse. Speriamo.