Dei e religioni muovono la fede dell’85% dell’umanità. E se fossero invenzioni?
Curioso poi come le tre religioni monoteiste siano nate in un’area geografica isolata e arretrata, come il medio oriente

In base alle ultime ricerche e agli studi incrociati sulle religioni nel mondo, si stima che oggi, nel 2025, ci siano circa 2,2 miliardi di cristiani,1,6 miliardi di musulmani, 1 miliardo di induisti, 400 milioni di fedeli della tradizione religiosa cinese, poco più di 370 milioni di buddisti, 14 milioni di ebrei, più qualche centinaio di milioni di fedeli di altre religioni minori.
Questo significa che almeno l’85% della popolazione del pianeta si identifica in una fede. In pratica sui circa 8 miliardi di esseri umani, poco più di 6 miliardi abbracciano una religione e poiché ogni religione pretende di essere l’unica vera, il calcolo delle probabilità ci dice che nella migliore delle ipotesi 2,2 miliardi di cristiani hanno ragione e poco meno di 4 miliardi di persone (considerando almeno due miliardi fra atei e agnostici) non ci ha capito nulla e vive nell’errore basando la propria esistenza su credenze, dogmi, restrizioni, imposizioni, riti, costumi e abitudini completamente inventati. Inutili. Sbagliati, poiché dettati da una fede che non è reale. Che è falsa.
Una riflessione inquietante.
Chi ha ragione? Monoteisti vs politeisti
La religione cristiana intesa come Chiesa di Cristo esiste ufficialmente dal 313 d.C. quando l’imperatore Costantino, con un editto, ne stabilì la liceità nell’Impero romano.
Possiamo dire che la Chiesa Cattolica e le proprie frammentazioni intese come protestanti, chiese ortodosse eccetera, esistono da circa 18 secoli. l’Islam da 14. L’ebraismo è tra le religioni più antiche e vanta tremila anni di vita.
L’induismo poi affonda le proprie radici addirittura 4000 anni fa.
Se dovessimo quindi stabilire come criterio di veridicità di una religione l’età della stessa, quella indiana sarebbe dunque la più vera. Se invece dovessimo attribuire il titolo di unica religione attendibile in base all’origine più recente, in testa ci sarebbe l’Islam, che si identifica come aggiornamento del Cristianesimo che a sua volta è stato un upgrade dell’ebraismo.
Il buddismo è più una filosofia, quindi forse non rientra nemmeno in questo computo.
Tuttavia non possiamo non tener conto di altre religioni che sono nate, sono state abbracciate e si sono diffuse nell’antichità e che sono durate per molti secoli e poi scomparse, come quella degli Dei dell’Olimpo nata in Grecia intorno al decimo secolo avanti Cristo e poi assorbita ed inglobata assieme alla cultura ellenica dai Romani antichi e sopravvissuta per circa 15 secoli prima di essere fagocitata e sostituita dal cristianesimo.
Gli dei dell’Olimpo
Quando si parla di Zeus, Poseidone, Ares, il nostro pensiero associa questi personaggi a qualcosa di puramente immaginario, a una sorta di favoletta inventata degli uomini antichi e non tanto a degli Dei intesi come intendiamo Dio oggi. Non a caso parliamo di mitologia. Ma per gli uomini di quei secoli lontani gli dei dell’Olimpo erano reali tanto quanto lo sono oggi Brahma, Siva e Visnù presso gli induisti, Allah, Dio e Yahweh ( che poi dovrebbero essere lo stesso Dio anche sono estremamente diversi fra loro) presso le tre grandi religioni monoteistiche.
In loro onore, per secoli, gli antichi greci e romani edificarono templi, monumenti, scolpirono statue, si rivolsero a loro per chiedere aiuto, li sfidarono e vi si opposero come fece Ulisse. Per non parlare degli Dei dell’Antico Egitto che consideriamo forse ancora più lontani e in qualche maniera incomprensibili perché sebbene alcuni avessero fattezze e sembianze umane come le divinità olimpiche, altri erano degli ibridi mezzi uomini e mezzi animali.
Eppure anche essi furono adorati e temuti per secoli. I popoli del nord Europa hanno creduto per centinaia di anni nell’esistenza di Thor, Odino, Loki, Freya. Dobbiamo pensare che fossero tutti in errore? Oggi, cristiani, musulmani ed ebrei inorridiscono al solo pensiero del politeismo, all’idea che possano esistere e coesistere più divinità. Eppure in passato era un pensiero assolutamente diffuso e radicato e veniva piuttosto considerato bizzarro il credere in un unico Dio.
Atei e agnostici
Gli agnostici sono coloro i quali occupano una posizione intermedia tra i credenti e gli atei. Il credente non può provare l’esistenza di dio cosi come l’ateo non può dimostrare che dio non esista. L’agnostico sta nel mezzo, affermando che, in mancanza di dati ed informazioni certe, non si possa esprimere un giudizio attendibile nel merito e che quindi non si possa escludere alcuna possibilità. Atteggiamento prudente e logico verrebbe da pensare.
Se da un lato noi uomini moderni guardiamo alle religioni politeistiche del passato come a qualcosa di esotico, mitologico e distante dalla verità, non possiamo tuttavia negare il fatto che alcune figure bibliche e care alle tre grandi religioni (Ebraismo, Cristianesimo e Islam) potrebbero non essere mai esistite. Abramo, di cui si parla nel libro della Genesi e nel Corano, secondo gli studi moderni non è un personaggio storico. Eppure ebrei, cristiani e musulmani lo considerano patriarca comune, padre di Ismaele e di Isacco, tanto da essere definite religioni abramitiche. Anche l’esistenza di Mosè resta tutta da dimostrare.
Dopodiché nessuno ha mai incontrato il Dio biblico. Eppure chi ci crede dà per scontato che quanto scritto nei libri sacri corrisponda a verità incontrovertibile.
Allora perché Zeus, Odino, ed altri dei dell’antichità non dovrebbero essere o essere stati reali? solo perché nessuno li venera più?
Il compito di chi ha fede è credere senza porsi troppe domande
Il dogma è appunto verità indiscutibile. Curioso poi come le tre religioni monoteiste siano nate in un’area geografica isolata e arretrata, come il medio oriente. Abramo nacque nell’attuale Iraq, Cristo predicò in Galilea, l’attuale Palestina, che allora era una provincia ai confini dell’impero romano nel primo secolo (dopo se stesso) e Maometto in terra d’Arabia cinque secoli dopo. Tutti luoghi lontani dalla civiltà.
Non sarebbe stato più efficace per Dio il manifestarsi pubblicamente, in prima persona, a Roma, capitale dell’impero? Il mondo tutto ne avrebbe attestata rapidamente l’esistenza.
Anche nel musical Jesus Christ Superstar si affronta questo nodo, tanto che Giuda, alla fine dell’opera, rimprovera Gesù e cantando gli dice: “…Now why’d you choose such a backward time in such a strange land?If you’d come today You could have reached the whole nation, Israel in 4 BC had no mass communication”, ossia:
“Perché hai scelto un’epoca così arretrata ed una terra così strana? Se tu fossi arrivato oggi (il musical è del 1970) avresti raggiunto il paese intero, Israele nel 4 a.C. non aveva mezzi di comunicazione di massa”
(4 a.C. è una delle date più probabili della nascita di Cristo secondo gli storici)
Vi siete mai domandati perché nel mondo intero siamo nell’anno 2025? Ossia, perché tutti i paesi del mondo basano il proprio calendario sulla data della nascita di Cristo? L’anno zero, per i romani antichi, era il 753 ab urbe condita, cioè dalla fondazione di Roma.
L’dea venne ad un monaco cristiano del sesto secolo che calcolò, studiando fonti religiose e storiche, l’anno di nascita di Cristo e lo collocò appunto 753 anni dalla fondazione di Roma).
In qualsiasi luogo del pianeta andiate, se domandaste ad una persona in quale anno ci troviamo, vi risponderà che siamo nel 2025.
Anche se per i musulmani dovremmo essere nel 1446 (dalla fuga di Maometto a Medina) e per gli ebrei nel 5785 (presunta data della creazione).
Ciononostante il mondo intero, anche quello non cristiano, conta gli anni dalla nascita di Cristo.
La religione condiziona quotidianamente le nostre vite
Provate a pensare a chi, come me, è nato a Roma. Indipendentemente dall’essere credente oppure no, un cittadino romano è condizionato, nella propria vita quotidiana, dal solo fatto di vivere in una città che profuma di religione. Abbiamo il Vaticano ed il Papa, chiese ad ogni angolo, la messa in tv seguita dai nonni, il crocifisso in aula a scuola. Quante persone conosciamo che si chiamano Maria, Giuseppe, Paolo, Pietro, Antonio? Tutti nomi della tradizione sacra cristiana.
Festeggiamo il Natale, compriamo e riceviamo regali, addobbiamo l’albero, poi la Pasqua con le uova sode al mattino e la gita fuori porta a pasquetta. Sui nostri calendari ad ogni giorno corrisponde un santo ed in onore di alcuni di questi quel giorno è festa e non si va a scuola né al lavoro. Chi bestemmia in tv subisce un a sorta di daspo. Non esistono film italiani in cui un personaggio bestemmi. Ci avete mai fatto caso? Violenze e volgarità di ogni genere si, l’insulto a Dio no. Papa Francesco è stato l’ultimo vicario di Cristo ad oggi, fino all’elezione del prossimo pontefice. In milioni hanno pianto la sua morte.
E se fossero solo invenzioni?
Ora immaginate per un attimo che si scoprisse, al di la di ogni ragionevole dubbio, che il cristianesimo fu un’invenzione. E pensate a quanto tempo, energia, impegno, denaro ognuno di noi ha investito e speso nella propria vita poiché, attivamente in quanto credente o passivamente poiché ateo o agnostico o di altra religione, è stato condizionato dal solo fatto di vivere in una città come Roma.
Altrove vale lo stesso principio, cambiano solo nomi, riti, dogmi, liturgie e costumi.
Pensate poi agli Stati Uniti D’America nei cui tribunali chi è cristiano giura sulla Bibbia.
I musulmani durante il mese del Ramadan sono obbligati ad astenersi da cibo, acqua, sesso, sigarette dal tramonto all’alba. Gli ebrei non lavorano il sabato.
Tanto per fare pochissimi esempi. Eppure qualcuno si sta sbagliando. Chi? Impossibile dare una risposta. Resta il fatto che chi ha scelto la religione sbagliata, quella non vera, non unica, conduce una vita che si basa su principi inesistenti…
Pare che Voltaire (illuminista francese del ‘700), in risposta al prete che in punto di morte gli chiese se volesse rinunciare a Satana, disse: “Buon uomo, non è questo il momento di farsi dei nemici“.