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Da Roma a Bruxelles contro il TTIP

Intervista a portavoce MSE sulla raccolta firme contro il Trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti

Da Roma a Bruxelles, con poco più di due ore di volo e un bagaglio contenente mille firme al seguito. Stiamo parlando della trasferta affrontata dai rappresentanti del Movimento Sociale Europeo, che hanno recentemente presentato alla Commissione per le petizioni del Parlamento Europeo le prime mille sottoscrizioni in opposizione al misconosciuto Trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti, raccolte nelle settimane scorse a Roma.

Al rientro della delegazione, Romait ha incontrato Niccolò Fracchia, portavoce del Movimento Sociale Europeo. “MSE nasce ufficialmente nel febbraio 2012”, spiega Fracchia. “Il suo intento – prosegue il portavoce – è quello di dare risposta ad una semplice domanda: come mai un'intera area politica nonché un'intera comunità umana che per decenni avevano fatto dell'Europa dei popoli la propria bandiera e avevano messo l'Europa nazione al centro dei propri slogan si sono fatte portavoce delle tendenze anti europee che circolano nel paese? Così nasce la nostra battaglia politica, che è allo stesso tempo per un'Europa forte e politicamente, economicamente e culturalmente indipendente e per la giustizia sociale”.

Perché siete andati a Bruxelles?
Lo scopo del nostro viaggio a Bruxelles è stato quello di consegnare alla Commissione per le petizioni del Parlamento Europeo le firme raccolte in pochi giorni, nella sola città di Roma, contro la sottoscrizione del TTIP. La sigla TTIP sta per Trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti, in corso di negoziazione tra UE e USA. L'accordo prevede la creazione di uno spazio di libero mercato tra le due sponde dell'oceano Atlantico attraverso l'abbattimento di tutte le barriere doganali e non doganali e l'omologazione della legislazione e delle regolamentazioni sulla produzione, il commercio e il lavoro in genere. Tutto questo, oltre ad avere conseguenze gravissime sulle produzioni agro-alimentari come evidenziato anche dalla trasmissione televisiva Report, causerebbe per i paesi europei pesanti perdite in termini di PIL e occupazione, come provato da numerosi studi di istituti indipendenti. Il risultato finale sarebbe il totale asservimento dell'economia europea a quella americana.

La vostra proposta come è stata accolta?
Come da regolamento parlamentare, siamo in attesa che la Commissione si pronunci sulla sua ricevibilità. L'unico motivo di opposizione che potrebbe essere sollevato potrebbe essere il fatto che essa verte su un trattato non ancora in vigore poiché, come previsto dal regolamento, la nostra petizione investe le questioni ambientali, la protezione dei consumatori e la circolazione di persone, merci e servizi. Siamo comunque ottimisti sul buon andamento della procedura.

Come vi muoverete qualora la vostra istanza venisse rigettata?
La nostra battaglia contro il TTIP non si fermerebbe comunque e continueremmo a raccogliere le firme dei cittadini, sia a Roma che nelle altre città d'Italia: nostro obiettivo è quello di informare la cittadinanza su un tema sconosciuto ai più e allo stesso tempo darle voce, dato che la trattativa per la sottoscrizione del trattato procede in segreto tra soggetti privi di legittimità politica e mandato popolare, su un tema che però inciderà profondamente sulla vita quotidiana dei cittadini.

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