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Coronavirus. Migliora la coppia cinese e in buone condizioni italiano contagiato

I numeri ufficiali aggiornati dall’OMS, confermano arco di incubazione di circa 15 giorni

Covid-19, i dati, Ospedale Spallanzani

Covid-19, i dati, Ospedale Spallanzani

Arrivano finalmente buone notizie in tema coronavirus. Il paziente italiano contagiato non accusa febbre e le condizioni della coppia di turisti di Wuhan migliorano lievemente, anche se restano in terapia intensiva. Dunque il numero di contagiati in Italia resta fermo a tre, tutti negativi i test effettuati su diverse persone che sono state ricoverate all’ospdale Spallazani per accertamenti. Notizie positive anche per quanto riguarda il tempo di incubazione del virus: confermati i 15 giorni circa e non 24 come si era sospettato.

Il tasso di mortalità, dicono gli esperti, resta al 2% circa, anche se i decessi hanno superato quelli della Sars; infatti nel rapporto tra morti e infettati a confronto tra CoV-19 e Sars, il numero dei contagiati da coronavirus è più alto e ciò rende la mortalità più bassa.

Per quanto riguarda le centinaia di richieste di connazionali, circa 500, che vorrebbero tornare in Italia dalla Cina “sta lavorando la Farnesina. Noi ci occupiamo della parte sanitaria, quindi del trasferimento in caso di contagio e del contenimento una volta che arrivano qui. Se 500 persone sono tante? Questo verrà valutato, ma siamo pronti e in campo c’è anche la Protezione civile, non dimentichiamolo”. Lo ha detto il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, a proposito delle richieste da parte di cittadini italiani di tornare nel nostro Paese e lasciare la Cina a causa dell’epidemia di coronavirus.

L‘overdose d’informazioni sul coronavirus, spesso finalizzate alla ricerca della notizia a tutti i costi, distrae dai numeri confermati dalle istituzioni internazionali, oltre che dalle dinamiche di diffusione del virus, gli unici punti di riferimento per le decisioni di sanità pubblica e per l’informazione alla popolazione. Questa asimmetria informativa ha generato una dissociazione tra la minaccia reale dell’epidemia e la sua percezione pubblica, alimentata ogni giorno da notizie irrilevanti, allarmanti, incomplete o imprecise. A cio’ si aggiungono anche le discordanti interpretazioni degli esperti di dati ed evidenze scientifiche che aumentano la disinformazione e disorientano la popolazione. “Per tali ragioni- afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE- abbiamo deciso di pubblicare le nostre analisi sui casi confermati con le relative infografiche per fornire a decisori, professionisti sanitari, cittadini e media un quadro sintetico e completo sui numeri dell’epidemia da coronavirus, che oggi non puo’ essere etichettata come pandemia, visto che non si tratta di un’epidemia di dimensioni globali con focolai in vari paesi anche distanti tra loro”.

Dati ufficiali dal mondo

La Fondazione GIMBE dal 27 gennaio alimenta un database con i dati pubblicati dal report quotidiano dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), integrati con alcuni dettagli del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) per ciò che riguarda l’Europa. “Al fine di facilitare la comunicazione per i non addetti ai lavori- spiega il Presidente- i dati sono stati aggregati per le principali aree geografiche, privilegiando la rilevanza per il nostro Paese rispetto ai dettagli analitici, per i quali si rimanda alle fonti originali”. Al 10 febbraio 2020 l’OMS riporta i seguenti dati: CASI CONFERMATI 40.554 cosi’ distribuiti: Cina: 40.235 casi (99,2% del totale) di cui: Provincia di Hubei: 29.631 casi (73,1% del totale) Province confinanti a Hubei: 4.234 casi (10,4% del totale) Altre province: 6.370 casi (15,7% del totale) Resto del mondo: 319 casi (0,8% del totale) Europa: 39 casi (0,1% del totale) Altri paesi: 280 casi (0,7% del totale), di cui la maggior parte nei paesi del Sud-Est asiatico (n. 143) e del Pacifico occidentale (n. 37), oltre che sulla nave Diamond Princess in quarantena al largo delle coste giapponesi (n.67)

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