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Coronavirus. Candeggina e alcol possono davvero ridurre i rischi di contagio?

Disinfettare le superfici aiuta, ma il contagio avviene soprattutto tramite vie respiratorie

Gli alleati delle pulizie possono diventare un presidio contro la diffusione del nuovo virus cinese? 

Secondo uno studio tedesco nCoV-19 può infatti restare vivo sulle superfici (primo dato) e probabilmente diffondersi tramite contatto con esse (dato che non necessariamente deriverebbe dal primo). In ambienti chiusi, a temperatura media può sopravvivere fino a nove giorni. Però, spiega il professor Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell'ISS la maggior parte dei contagi non avviene tamite superficie ma attraverso contatti umani più diretti. 

Lo studio è ancora da verificare anche se sembra plausibile che questo microrganismo si comporti come i suoi simili conosciuti e studiati fino ad ora e dunque che possa sopravvivere al mneo una settimana su superfici che non vengono trattate con etanolo e cloro. 

"Da ciò che sapppiamo", spiega Rezza, "rispetto a Sars e Mers, il coronavirus si diffonde molto più facilmente di Mers e Sars, ma la via di trasmissione da temere è soprattutto quella respiratoria, non da superfici contaminate". 

L'etanolo contenuto nell'alcol al 75% sembra dunque efficace nella distruzione del virus da un punto dove alberga, così anche la candeggina e l'acqua ossigenata, ma ciò non argina in modo rilevante la sua proliferazione. In Cina si sta disinfettando ogni luogo pubblico, con addetti che lo fanno continuamente, ma poco sta cambiando ha affermato Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani.  

Il lavaggio delle mani per almeno venti secondi, anche sotto le unghie, resta la migliore arma di contenimento, almeno qui in Italia dove il virus non circola. 

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