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Codice Ratzinger, la comunicazione di Benedetto XVI. Lo spiega un prigioniero USA

Cos’è il Codice Ratzinger? L’inchiesta è il segreto di Pulcinella, tutti la conoscono, è indicizzata ai massimi livelli, eppure tutti tacciono

Papa Benedetto XVI

Papa Benedetto XVI

Il 2 aprile scorso ricorrevano i 150 dalla morte di Samuel Morse, inventore dell’omonimo codice a punti e linee. Ora, questo sistema, per via della sua icastica essenzialità, si è prestato a una quantità di impieghi che prescindevano anche dall’uso del telegrafo. Punti e linee si possono trasmettere con il rumore, con la luce e perfino con un mezzo impensabile e straordinario: le palpebre. Nel 1966, l’aviatore americano Jeremiah Denton fu catturato dai nordvietnamiti e costretto a pronunciare davanti alle telecamere un discorso in cui dichiarava che i prigionieri Usa erano trattati bene.

Tuttavia, con rara capacità di concentrazione, mentre parlava, l’ufficiale sbatteva le palpebre segnalando in codice Morse la parola T-O-R-T-U-R-E. In questo modo, i servizi segreti della Us Navy capirono subito che i prigionieri americani venivano maltrattati e torturati dal nemico.

Papa Benedetto XVI
Papa Benedetto XVI

Sede impedita e il Codice Ratzinger

Che c’entra quest’episodio con il vero papa? E’ un esempio-simbolo per rispondere ad alcuni contestatori della nostra inchiesta sulla Sede impedita e il Codice Ratzinger, che troverete per intero in fondo a questo articolo . Costoro si ostinano a sollevare la solita, estenuante domanda: “Perché papa Benedetto non parla chiaro se davvero è prigioniero?”. La risposta è contenuta nella domanda: ovviamente perché è (canonicamente) prigioniero e non può esprimersi liberamente. Come tutti i prigionieri. Peraltro, egli vuole che solo chi gli è fedele riesca a capire, facendo lavorare il Logos, la ragione che svela la verità, secondo una specie di selezione.

Così, abbiamo due piani di comunicazione: uno “nordvietnamita-politicamente corretto”, che segue la narrativa modernista-golpista del papa che, troppo anziano per fare le scalette dell’aereo, decide di abdicare e, anzi, secondo il film Netflix “I due papi”, che voleva proprio lasciare il seggio al cardinale di Buenos Aires, perché Ratzinger “non sentiva più la voce di Dio, tranne quando il Signore gli parlò con la voce di Bergoglio dicendogli: «e ora va’, mio servo fedele»”.

(Ma vi rendete conto?)

Questo piano di lettura raso-terra è destinato a tutti gli indifferenti, i modernisti, i mondialisti e tutti gli altri che detestano papa Benedetto perché ha il torto di dire, secondo la sua fede, quali sono le regole per salvarsi l’anima.

Il Codice Morse

C’è poi il secondo piano di lettura, quello destinato a chi ha orecchie per intendere, sottile e logico, che segue lo stile di Gesù con i suoi accusatori. Questo è rivelato da evidenti stranezze e incoerenze che incuriosiscono e spingono a riflettere: è come quello strano battito di palpebre in Codice Morse di cui sopra, con l’unica differenza che mentre la Us Navy non poteva avere alcuna certezza del fatto che Denton stesse affermando il vero, noi possiamo tutti controllare l’oggettiva realtà canonica: il canone 332.2 impone per l’abdicazione di rinunciare al munus, (in modo simultaneo) e papa Benedetto ha rinunciato in modo differito al ministerium, fatto che lo manda in sede impedita.

Punto, c’è poco da fare. Il Santo Padre non ci ha smentito quando ci ha onorato di una sua lettera e nemmeno i canonisti più affermati ai quali abbiamo chiesto lumi, che semplicemente hanno rifiutato di rispondere. Vi occorre qualcos’altro?

Ora, facendo un parallelismo con la storia di Denton, quello che sta succedendo oggi è che, alla visione del prigioniero che sbatte gli occhi, gli “ufficiali” della Us Navy, cioè, clero, intellettuali, vaticanisti, si dividono nelle seguenti categorie: 1) quelli che non notano nulla di strano nel battito delle palpebre 2) quelli per cui si tratta di un semplice tic nervoso o di un po’ di congiuntivite 3) quelli che, invece, si insospettiscono e che procedono a un raffronto con l’alfabeto Morse.

Codice Ratzinger: il segreto di Pulcinella

Questi ultimi si rendono conto che i battiti di ciglio non sono casuali, che corrispondono proprio alla parola “torture” e che il concetto si adatta perfettamente alla situazione.

E immaginate che quest’ultima categoria venga derisa dagli altri ufficiali, offesa, ignorata e accusata di complottismo. Alla richiesta di una verifica comune, gli altri ufficiali si scocciano, si affaticano: è troppo impegnativo fare un attimo mente locale.

Ecco, questo è quello che sta succedendo col codice Ratzinger. L’inchiesta è il segreto di Pulcinella, tutti la conoscono, è indicizzata ai massimi livelli, eppure, tutti tacciono, non fiatano e si rifiutano persino di discuterne, tranne il caso degli insulti gratuiti.

Abbiamo appena pubblicato un messaggio di una precisione millimetrica, con un riferimento storico-canonico-temporale all’antico sistema pontificio romano che ci svela anche l’ora dalla quale è partita la sede impedita di papa Benedetto. Uno dei messaggi più sottili e difficili, non certo un “messaggio a km 0” come quando disse esplicitamente che il papa emerito è il Sommo Pontefice. Eppure, nonostante lo studio e i riferimenti, il coinvolgimento di dotti professionisti, ci sono persone, come per esempio una nota catechista, che ci accusano via social di “cianciare”.

Il vero Pontefice

E va bene, come volete. Tenetevi il papa in grembiule da pizzaiolo che adora la Pachamama e il Priapo, che è tanto buono (anche se non paga i debiti) e fa le finte visite a sorpresa, il papa che è misericordioso e vi manda tutti in Paradiso. Attenzione però, che il vero pontefice, quello con il munus, l’investitura ricevuta da Dio, non lascerà certo la questione in sospeso: attenzione perché la verità potrebbe giungere improvvisa, cogliendovi dalla parte sbagliata.

Allora, intere carriere e reputazioni andranno in fumo … in un batter d’occhio.