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Caso Facci, la frase è discutibile, ma ora basta ipocrisia, please

Il giornalista nella bufera, rischia di perdere il nuovo programma Rai. Ma chi si indigna, quando era al potere, ha avallato “spettacoli” ben peggiori sul servizio pubblico

Filippo Facci, caso Facci

Filippo Facci (immagine dalla sua pagina Facebook)

L’ultima ossessione pruriginosa dell’indignato speciale che bazzica le redazioni giornalistiche è il cosiddetto “caso Facci”. Inteso come Filippo, giornalista di Libero finito nella bufera in seguito a un recente articolo. Che da qualche giorno sta scatenando i “moralisti un tanto al chilo” (per dirla con Bettino Craxi), prontissimi a scandalizzarsi a targhe rigorosamente alterne.

Filippo Facci, caso Facci
Filippo Facci (immagine dalla sua pagina Facebook)

Il “caso Facci”

Il “caso Facci” nasce da un commento a un altro caso, quello che coinvolge Leonardo La Russa, terzogenito del Presidente del Senato Ignazio. Accusato di stupro da una ragazza, come riferisce il Corsera, in seguito a una notte brava. Addebito prevedibilmente respinto dal diretto interessato che, secondo i fondamenti reali (cioè non travaglieschi) della giustizia, è innocente fino a prova contraria.

Ignazio La Russa col figlio Leonardo Apache
Ignazio La Russa col figlio Leonardo Apache (immagine dalla pagina Instagram di Esse Magazine)

È stato peraltro già accertato (dalla clinica Mangiagalli di Milano) che, ancora prima di arrivare in discoteca, la giovane aveva assunto sostanze stupefacenti. Da cui la frase incriminata nel pezzo di Filippo Facci. «Una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa».

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Pubblicato da Filippo Facci su Sabato 8 luglio 2023

Per sgombrare il campo da equivoci, l’espressione suona come minimo discutibile (tant’è che anche il Nostro ha dichiarato che non la riscriverebbe). Ma non tale da giustificare il profluvio di reazioni isteriche che, come sintetizza Sky TG24, ne sono seguite. E che ruotano attorno al nuovo programma che il polemista dovrebbe iniziare a condurre su Rai2 a partire dal prossimo settembre.

Sandro Ruotolo, caso Facci
Sandro Ruotolo (immagine dalla sua pagina Facebook)

Valga per tutti il j’accuse di Sandro Ruotolo, responsabile informazione del Pd. Che, come rileva Adnkronos, ha sbraitato che «il servizio pubblico è di tutti ma non può esserlo dei sessisti, dei razzisti e del pensiero fascista».

L’ipocrisia degli indignati speciali

Cosa c’entrino sessismo, razzismo e fascismo resta un mistero, soprattutto se si ha la bontà di leggere lo scritto per intero. In ogni caso, l’opposizione fa l’opposizione, e naturalmente ne ha tutto il diritto. Peccato però che, quando era al potere, avesse avallato “spettacoli” decisamente peggiori.

Alessandro Sallusti, caso Facci
Alessandro Sallusti (© Niccolò Caranti via Wikimedia Commons)

Come infatti riferisce Open, Alessandro Sallusti, direttore di Libero, ha ricordato tra l’altro la simulazione di un amplesso tra Fedez e Rosa Chemical all’ultimo Festival di Sanremo. Che comunque è solo il punto più basso di un abisso fatto di vergognosa propaganda all’ideologia gender (un elenco non esaustivo si trova qui).

Logo del Festival di Sanremo
Logo del Festival di Sanremo (immagine dalla pagina Facebook della kermesse)

Vittorio Sgarbi, poi, ha sottolineato come nessuno abbia chiesto di escludere dalla prossima stagione televisiva Roberto Saviano. Che pure, come riporta Il Giornale, ha dato della «bastarda» al Premier Giorgia Meloni e, a differenza della firma di viale Majno, non si è neppure scusato.

Vittorio Sgarbi
Vittorio Sgarbi (immagine dalla sua pagina Facebook)

Tanto per evidenziare che l’ipocrisia, proprio come le chiacchiere, sta a zero. Parafrasando l’immenso Totò, ma mi Facci il piacere!