“Carta o bancomat?”, in chiesa adesso devi pagare con il POS: stabilita la legge ‘striscia e prega’ | Non è più consentita l’offerta libera

La nuova proposta del governo introdurrebbe i pagamenti elettronici per le offerte in Chiesa - Romait.it - foto Canva
Anche nell’ambito ecclesiastico è arrivato il pagamento con carta di credito o debito: da oggi la Chiesa si trasforma.
A breve i fedeli potrebbero essere costretti a pagare per poter assistere a una messa. Una mossa, quella della Chiesa, che fino a qualche anno fa era inconcepibile immaginare, e invece anche il mondo ecclesiastico ha deciso di tenersi al passo con i tempi.
E non è tutto perché le transazioni avverranno solo ed esclusivamente con POS. Questo significa che si dovrà ricorrere alla carta di credito o debito, come in qualsiasi esercizio commerciale. Se da un lato tale novità agevolerebbe il versamento del denaro, dall’altro ha sollevato non poche polemiche.
Molti infatti la ritengono inadeguata considerato il fatto che si sta parlando di luoghi di culto e come tali non dovrebbero essere soggetti a questa tipologia di pagamenti. Ma scopriamo nel dettaglio come funziona questo sistema e il motivo che ha portato alla sua eventuale implementazione.
Arriva il POS per la Chiesa: tutto ciò che c’è da sapere
Le varie parrocchie sparse sul territorio italiano potrebbero presto munirsi di POS. La nuova proposta del Ministro Giorgetti è mirata a introdurre i pagamenti elettronici per le offerte religiose, stravolgendo di fatto le abitudini dei fedeli.
Finora queste ultime venivano raccolte in contanti, ma tale misura è stata avanzata per incrementare la trasparenza fiscale e ridurre al tempo stesso l’evasione anche nella sfera spirituale. Tale sistema inoltre, presente una serie di agevolazioni fiscali per gli stessi fedeli.

Come funzionano le offerte “elettroniche”
Seguendo l’esempio di altri paesi europei, il Ministro Giorgetti ha pensato di introdurre il concetto delle “offerte tramite POS”. Molti non sanno che le Diocesi italiane hanno un Iban, il quale è legato a un conto corrente. A volte le singole parrocchie ne detengono uno.
Questo era pensato affinché tutte le donazioni fossero tracciabili. Ora però si sta pensando di fare un passo in vanti, includendo anche le classiche offerte raccolte durante la messa. Si tratterebbe quindi di una raccolta digitale, la stessa che è stata già adottata da alcune città del Bel Paese, tra cui Venezia. Come accennato in precedenza, i pagamenti effettuati potranno essere oggetto di detraibilità, a patto che il versamento venga eseguito a Enti del Terzo Settore, che usano i soldi ricevuti per scopi in linea con i principi ecclesiastici.