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Roma, Bergamo: “Pantheon a pagamento è danno a ciascuno di noi”

“Nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, all’articolo 27 c’è scritto che tutti hanno il diritto di godere della cultura”

“Ovviamente non sono d’accordo” con l’introduzione di un biglietto a pagamento per il Pantheon. Lo ribadisce il vicesindaco di Roma e assessore alla Cultura, Luca Bergamo, intervistato da Radio Roma Capitale a proposito della decisione annunciata ieri dal ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, di rendere il Pantheon a pagamento. “Facendo una iperbole – aggiunge Bergamo – è come se mettessimo un cancello in piazza del Colosseo per accedere al monumento, così noi raccogliamo i biglietti delle persone che vogliono andare al Colosseo.

I romani conoscono e vivono il Pantheon come uno spazio della vita. La forza che abbiamo e l’elemento fondamentale che può rendere le nostre vite molto più dignitose è proprio la presenza di queste preesistenze. Curiosamente – dice ancora Bergamo – quando siamo in un posto antico la presenza dell’azione umana compiuta nel passato ha anche un effetto tranquillizzante sulla nostra vita che non finisce con noi stessi, ma che come collettività assume una proiezione nel tempo”.

Dunque, per il vicesindaco “sottrarre dal godimento questi luoghi è un danno a ciascuno di noi. Nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, che è la più alta espressione della cultura occidentale sui diritti umani, all’articolo 27 c’è scritto che tutti hanno il diritto di godere della cultura e dei benefici dei progressi della scienza. Se si chiude, questo ”tutti” scompare. Non si può chiudere”, conclude Bergamo.

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