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Basta tappar buche: Qui bisogna rifare tutto e lo deve fare lo Stato

Lo spettacolo deprimente degli interventi tampone sufficienti a passare la nottata mediatica, sperando che domani le tv trovino altro da inquadrare. Siamo forse l’unico paese Europeo dove lo sviluppo della Capitale non è una questione nazionale

Niente riesce a sintetizzare meglio cosa è Roma oggi di questa foto: un’operaio che, in emergenza, mette una toppa a una buca, l’ennesima di un numero infinito. Da un’altra parte, nello stesso momento un’altra buca si aprirà, restituendo l’equilibrio originario. Questa è Roma oggi, che poi non è dissimile alla Roma di ieri o dell’altro ieri. Una situazione determinata da una città ferma su un pianto inclinato che scivola inarrestabilmente verso l’abisso del nulla.

Tutto scorre sulla città eterna, anche i cento servizi tv con gli operai che rattoppano i dissesti con sacchetti di asfalto messi al meglio delle loro possibilità, un lavoro oggettivamente impossibile, come provare a fermare il mare con le mani. Rattoppi provvisori e che comunque presumibilmente peseranno per milioni sui bilancio comunale, in attesa di un qualcosa di definitivo che probabilmente non arriverà mai. L’importante è che passi ‘a nuttata, che le tv smettano di parlarne, perché domani è un altro giorno.

Perché Roma è così: immobile, immutabile. Basti pensare ai rifiuti, alla raccolta porta a porta che sarebbe già dovuta essere realtà e che invece non decolla. O al trasporto pubblico, infrastrutture consolidate e scontate in tutte le grandi capitali mentre a Roma siamo fermi alla linea 8 da venti anni e per la Metro C servono 5 anni a fermata. O alle piscine di Calatrava diventate set cinematografici per fiction pulp, mentre a Valencia opere analoghe sono il biglietto da visita di una città in pieno rinascimento.

"Bisognerebbe rifarle da zero” mi spiega un operatore che mi vede armeggiare con lo smartphone. Come scusi? “Da zero. andare sotto di almeno 30 centimetri e rifare tutti gli strati, ma una cosa fatta per bene, con i drenaggi giusti, le stabilizzazioni giuste, gli asfalti di qualità. Questo servirebbe a 'sta città”.

Rifare tutte le strade di Roma da zero. Poi dicono "er popolino”. E se avesse ragione lui? Se davvero Roma si potesse salvare solo rifacendo tutte le strade a regola d’arte? E dove li trova i soldi Roma, con il bilancio gestito con… bilancino? Fossimo in un’altra nazione sarebbe facile. In Francia, in Germania, in Inghilterra le capitali sono un affare nazionale. Sono il biglietto da visita della Nazione. Ma in Italia la capitale è gestita alla stregua di un comune di poche decine di migliaia di abitanti. Non esiste una voce sul bilancio Statale "Roma".

Forse il problema è tutto qua: lo sviluppo della Capitale dovrebbe essere una questione nazionale, con interventi strutturali costanti e pesanti gestiti dai governi con piani pluriennali. Perché Roma è immensa e va trattata adeguatamente. Invece tutti fanno finta che sia un problema locale. Per cui oggi siamo fermi all’allungamento di una linea tranviaria senza alcuna interconnessione, sempre tra mille polemiche, sempre che domani qualcuno si alzi e cancelli tutto. E il tempo passa.

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