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Bambine e diritto all’istruzione: è emergenza abbandono in Africa

Secondo alcuni recenti dati dell’UNESCO, sono oltre 30 milioni i bambini che non vanno a scuola nella sola Africa Sub-sahariana

Secondo alcuni recenti dati dell’UNESCO, sono oltre 30 milioni i bambini che non vanno a scuola nella sola Africa Sub-sahariana ed i numeri sono in costante crescita, nonostante il diritto allo studio venga sancito nella Convenzione per i diritti dell’infanzia.

Le ragioni di questa mancata istruzione sono fondamentalmente due: da una parte c’è una difficoltà di questi paesi nel rispondere alla crescente domanda di istruzione da parte di una popolazione in età scolare in continua crescita; dall'altra manca una reale strategia che vada al di là del semplice aumento di insegnanti, aule e materiale didattico.

In particolare, sembra essere particolarmente grave la situazione delle bambine. Per le femmine la possibilità di iscriversi a scuola e continuare gli studi sono nettamente inferiori a quelle dei coetanei maschi ed i tassi di abbandono scolastico femminile negli ultimi anni sono aumentati in maniera più che vistosa.
Le ragioni dovute all’abbandono scolastico femminile sono varie: povertà della famiglia che non riesce a pagare il materiale didattico e la retta scolastica e preferisce far studiare un figlio maschio; la famiglia preferisce che la figlia accudisca i fratelli più piccoli a casa; perché la bambina si sveglia ogni notte per recuperare l'acqua dai pozzi, sempre più lontani, a causa della grave siccità.

Senza considerare che in molti paesi dell’Africa le ragazze sono costrette ad assentarsi dal proprio villaggio per una settimana ogni mese, a causa del ciclo mestruale. Questo perché gli assorbenti sono troppo cari e molte scuole sono sprovviste di servizi igienici adeguati, ma anche perché vi sono alcune credenze popolari antiquate secondo cui una ragazza con il ciclo dovrebbe rimanere a casa.

 Associazioni come ActionAid si impegnano affinché venga garantito il diritto all’istruzione ad ogni bambino e bambina attraverso l’adozione a distanza.

È importante che le bambine vadano a scuola dal momento che questo è in grado di attivare una sorta di meccanismo a catena che porta una netta frenata dei matrimoni precoci ai quali spesso le famiglie più povere fanno ricorso in modo da non doversi più preoccupare del mantenimento della figlia, riducendo allo stesso tempo il tasso di fertilità. Con una diminuzione delle nascite ci sarà, come conseguenza, un minore impegno per le stesse famiglie nella gestione dei figli e della loro istruzione, creando di conseguenza un circolo virtuoso in grado di limitare sensibilmente il ciclo della povertà.
Spiegato in parole molto più semplici: meno matrimoni precoci portano meno nascite, più sicurezza e istruzione per le bambine e possibilità economiche per le singole famiglie.

Con l’adozione a distanza è possibile alimentare questa sorta di ciclo virtuoso spezzando il ciclo della povertà. In questo modo le bambine potranno frequentare la scuola, completare il proprio percorso di studi migliorando la propria istruzione. Questo allontanerà le bambine dal rischio di matrimoni prematuri, violenze e traffico sessuale, garantendo un futuro a famiglie e intere comunità.

Ovviamente, quello di cui abbiamo parlato non è un problema legato esclusivamente all’Africa. In molte parti del mondo, purtroppo, questi fatti sono una dura realtà che le associazioni umanitarie tentano di contrastare.

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