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Roma, apertura varchi a Ostia: il TAR ancora contro la Giunta Marino

Sospesa la decisione dell’amministrazione riguardo l’apertura dei varchi sul lungomare di Ostia

Come annunciavamo già ieri, il TAR del Lazio ha dato ragione a Federbalneari contro l’apertura dei varchi a Ostia, iniziata lo scorso martedì quando, sul litorale romano, sono arrivate le “Ruspe della Legalità”, così rinominate dal PD con un hashtag divenuto virale in poco tempo anche su Twitter. Dapprima si è provveduto alla rimozione dei chioschi abusivi, poi all’apertura dei varchi sul lungomare, per garantire ai cittadini romani l’accesso al mare di Ostia. “La strada della legalità no è mai semplice #ivarchisiaprono #ruspedellalegalità”, commenta il senatore dem Stefano Esposito, anche commissario del Municipio X.

“Il TAR ha ribadito con una sua decisione non di sospendere i provvedimenti di apertura dei varchi, ma di ritenere le planimetrie insufficienti a individuare la loro localizzazione”, commenta anche l’assessore alla Legalità di Roma Capitale, anche con Delega al Litorale, Alfonso Sabella. “Quelle planimetrie – continua – sia detto per inciso, portano la firma dell’ing. Remo Papagni, presidente di Assobalneari, ovvero dei concessionari degli stabilimenti. La decisione non fa cambiare la nostra decisione di assicurare i diritti dei cittadini di accedere al mare. Nell’udienza, che il Tar ha fissato per il 6 maggio, dimostreremo come in realtà i varchi fossero individuabili attraverso precedenti atti amministrativi. Laddove comunque dovessero persistere dei dubbi indicheremo la localizzazione, se sarà possibile farlo con rapidi percorsi condivisi bene. Altrimenti sapremo indicare le aree per i varchi più consone all’attuale situazione del litorale e di maggiore interesse pubblico”.

I chioschi di Castelporziano, “sono abusivi e noi proseguiremo con le operazioni di demolizione e rimozione delle macerie”, dice infine lo stesso primo cittadino, uscendo dalla riunione di Giunta capitolina straordinaria oggi al Municipio X. “Abbiamo chiesto al tribunale e ci è stato subito dato il permesso di rimuovere le macerie”, conclude Marino.

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