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Alfonso Sabella: “Roma è malata, ma può guarire”

Sabella parla dei suoi mesi di lavoro in Campidoglio: “Lavoro più difficile di quanto mi aspettassi”

“Il mio lavoro è più difficile di quanto mi aspettassi. Roma? E' malata, ma può guarire”. A parlare così è l’assessore alla Legalità Alfonso Sabella, in ‘prestito’ dal CSM, intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, durante la trasmissione di Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, ECG Regione Lazio.

Un lavoro più difficile del previsto. Perché? “Non immaginavo che il mio compito sarebbe stato così difficile, è un po’ peggio di quanto mi aspettassi. Ho trovato una serie di procedure assolutamente fuori controllo, roba vecchia ma anche relativamente recente, francamente pensavo di trovare almeno le carte a posto. Le cose che mi hanno colpito di più? Il fatto che Roma Capitale per troppi anni ha quasi accuratamente evitato le procedure di resa pubblica, la stragrande maggioranza di affidamenti sono stati dati con procedure negoziate o addirittura affidamenti diretti, con pochissime garanzie di trasparenza, rotazione e concorrenza”, dice Sabella.

Ignazio Marino è davvero l’uomo diverso, fuori dal sistema? “Dobbiamo dargli il merito di aver messo le cose a posto sin dall'inizio”, commenta Sabella, “Lui ha messo a posto i conti, ha fatto in modo che quest’anno per la prima volta ci sia un bilancio preventivo del 2015 che è stato approvato dalla Giunta nel 2014. Pensate che il bilancio del 2013 è stato approvato a dicembre 2013. Questo ha portato la dirigenza di lavorare in una graditissima emergenza che faceva evitare qualunque tipo di procedura pubblica e che portava spesso all'affidamento diretto”.

Sabella è consapevole che quella che lo aspetta è una battaglia enorme. Ma non si perde d'animo. “Da parte degli altri componenti della Giunta c'è una grandissima attenzione alle problematiche che sollevo, questo mi fa piacere. Ho trovato colleghi disponibilissimi, la politica in questo momento deve occuparsi quasi materialmente di ogni singola gara e di ogni singolo contratto di affidamento, cose che in realtà secondo le logiche legislative attualmente in vigore in Italia spetterebbero alla dirigenza”.

Cos'è che impedisce a Roma di spiccare il volo? Sabella detta l'agenda delle misure da attuare. “Roma ha bisogno di ripartire dopo anni di incuria in cui gli interessi privati sono stati messi prima degli interessi pubblici. Settori su cui bisognerà agire sono quelli dell'edilizia privata, dei Municipi e dei piccoli uffici, perché quanto messo in luce dall'operazione Vitruvio è un qualcosa di intollerabile. I cittadini devono aver riconosciuti i propri diritti. La mafia crea dei bisogni, su questi bisogni agisce e li soddisfa convincendo però i cittadini che quelli non siano diritti, ma favori. Altro settore su cui bisognerà avere attenzione è quello del commercio e poi il problema fondamentale è la riqualificazione delle periferie e il decoro urbano, tema su cui stiamo lavorando e su cui abbiamo già avuto dei riscontri positivi dal ministro Alfano, che ha inviato centinaia di uomini delle forze dell'ordine in più a Roma. Dobbiamo  agire sul senso di sicurezza dei cittadini, dobbiamo alzare la sicurezza percepita, il cittadino deve sentirsi sicuro”.

Insomma, Roma ce la può fare. “Città in cancrena? Roma certamente è malata, ma non è incurabile. Ha bisogno di guarire ma possiamo recuperare questa città, ci sono grandi margini per farlo, altrimenti non sarei qui”.

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