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Alexa e gli altri assistenti vocali: sono davvero nostri amici?

Quali effetti seduttivi, ma anche illusori, hanno gli assistenti vocali sui bambini?

Una ragazzina di dieci anni che forse per noia o solo per gioco entra in relazione con Alexa, uno degli assistenti vocali più conosciuti. L’apparecchio tecnologico sfida la bambina a fare un’esperienza pericolosissima.

È successo pochi giorni fa nello stato di New York. La bambina ha chiesto all’assistente vocale Alexa di proporle una sfida, – domande e risposta su argomenti vari (o tuttalpiù una serie di calcoli matematici). Invece viene invitata dallo stesso a compiere un gesto davvero pericoloso.

In base al racconto che la madre Kristin Livdahl h  postato su Twitter, Alexa avrebbe invitato la bambina ad inserire un caricabatterie dello smartphone a metà nella presa elettrica per poi  toccare i poli esposti con una monetina, con il rischio di restare folgorata dalla scarica elettrica o di provocare cortocircuiti ed incendi. Per fortuna, la madre è prontamente intervenuta, anche se ha precisato che la figlia non avrebbe mai potuto accettare una sfida del genere.

L’episodio pericoloso avvenuto negli Usa, un precedente?


La sfida pericolosa di Alexa: com’è stato possibile? L’intento di Alexa non era certamente quello di causare spiacevoli incidenti. Il dispositivo, attenendosi alla richiesta della bambina, tra i vari risultati trovati sul web, ha proposto uno dei giochi più pericolosi in voga fra i giovani adolescenti. Si tratta infatti, di una sfida già  da tempo presente sul web; la cosiddetta “Penny Challenge”, che ha  spopolata su TikTok circa un anno fa e che ha provocato varie vittime in tutto il mondo.
A seguito dell’inconveniente e della denuncia via social della Sig.ra Livdahl, Amazon è prontamente intervenuto per risolvere la questione, dichiarando di aver aggiornato Alexa per impedire all’assistente di proporre tali sfide in futuro.

La mega azienda ha ribadito che “La fiducia dei clienti è al centro di tutto ciò che facciamo e Alexa è progettata per fornire informazioni accurate, pertinenti e utili ai clienti”


Cosa sono gli assistenti vocali?


Gli assistenti vocali sono dei software capaci di comprendere la lingua umana e di rispondere ad ogni (o quasi) richiesta dell’uomo. Si tratta di veri e propri robot in grado di comprendere le nostre richieste e con il tempo, adattarsi a noi, soddisfacendo ogni domanda con accurate informazioni o risposte.


Le richieste più comuni riguardano, ad esempio, avviare un brano musicale, conoscere il meteo in tempo reale, ricevere le ultime notizie sul traffico, fissare delle sveglie per ricordare appuntamenti, ma anche svolgere compiti personali di base come controllare le e-mail, annotare un evento sul calendario, accendere o spegnere le luci della casa  e addirittura compilare la lista della spesa, tutto questo esclusivamente attraverso comandi vocali. Rientrano nella sfera della domotica e molti degli apparecchi tecnologici o degli elettrodomestici sono ad esso collegati. Un vero e proprio mondo tecnologico interconnesso all’interno delle moderne case.

Una connessione che va oltre gli apparati


In un mondo ormai dominato dalla tecnologia, gli assistenti vocali vengono utilizzati in misura sempre maggiore con l’implicito utilizzo anche da parte di molti bambini. I quali inevitabilmente cresceranno a contatto con questa nuova tecnologia, imparando fin da piccoli ad interagire con questi “robot” quasi come fossero dei loro amici.
Una ricerca del MIT ha infatti indagato su come i bambini percepiscono gli assistenti vocali. I risultati hanno dimostrato che la maggior parte dei bambini definisce questi strumenti come amichevoli e degni di fiducia. 


In particolare, gli assistenti vocali presentano alcune caratteristiche che potrebbero affascinare i più piccoli: Hanno una risposta per ogni domanda. Eseguono (per quanto possibile) ogni ordine in ogni momento. Sono sempre gentili. Inoltre Non contraddicono – Sono considerati come amici o membri della famiglia. 


Ma quali possono essere le conseguenze?
Anche se i vantaggi di questa tecnologia oggettivamente esistono, dall’altro lato, non è ancora chiaro in che modo la tecnologia in questione potrà incidere sullo sviluppo dei bambini e sui loro rapporti interpersonali.

Il fatto che gli assistenti vocali eseguano ogni ordine e richiesta dei bambini, potrebbe abituarli ad ottenere tutto nell’immediato e allo stesso tempo ad interiorizzare una posizione up-down nei confronti di chiunque data dalla subalternità che i dispositivi per loro natura devono avere. Questo con l’aggravante di non rispondere ad un processo comunicativo fatte di regole educative e di rispetto.


Il ruolo fondamentale dei genitori e della contestazione


Gli assistenti vocali potrebbero essere particolarmente utili per i bambini che non sanno ancora leggere né scrivere. Inoltre, possono incoraggiare la loro curiosità e la voglia di imparare cose nuove utili anche nel linguaggio, aiutandoli a scandire meglio le parole pur di farsi capire.

Tuttavia, come afferma Justine Cassel, (direttrice del Carnegie Mellon’s Human-Computer Interaction Institute),”l’apprendimento avviene quando un bambino viene messo alla prova da un genitore, da un altro bambino o da un professore e quando egli può discutere e contestare ciò che viene detto!”. Dal momento in cui gli assistenti vocali rappresentano degli “interlocutori” passivi, risulta fondamentale il ruolo dei genitori per il completamento del processo di elaborazione. Essi, infatti, dovranno monitorare e guidare queste interazioni affinché siano realmente produttive, efficaci e non pericolose.

Per far fronte agli eventuali pericoli a cui un bambino potrebbe essere esposto in seguito all’utilizzo delle nuove tecnologie, sono state proposte diverse soluzioni.

Una tra le tante è la modalità “Parent Control” grazie alla quale vengono impediti gli acquisti,  bloccati i contenuti volgari e suggeriti solo contenuti specifici per bambini.

Ma oltre ai contenuti ciò che deve essere ben strutturata è la relazione che il giovane individuo approccia con tali strumenti, identificandoli sempre come tali. Ovvero senza cadere nell’illusione che essi possano diventare qualcos’altro


Sicuramente gli assistenti vocali rappresentano grandi opportunità per il futuro. Tuttavia, nonostante vengano dati loro nomi umani (vedi Alexa), la maggior parte degli  adulti è in grado di comprendere che Alexa non è una persona reale, facilmente intuibile dalla voce automatizzata, dalla mancanza di riconoscimento e manifestazione di qualsiasi emozione. Ma possiamo dire lo stesso per i più piccoli?

Interazione asimmetrica


Si parla di un’interazione asimmetrica, ossia di uno squilibrio nel rapporto tra oratore e ascoltatore. Questa relazione, infatti, risulta essere caratterizzata da assenza degli elementi metalinguistici propri della conversazione faccia a faccia e dei segnali di feedback che consentano agli attori interagenti di identificare con precisione gli aspetti relazionali e sociali e di assenza di empatia ed emotività, tanto che essi   non sono in grado di percepire e comprendere le emozioni dell’uomo. Proprio per questi aspetti è importante ricordare l’importanza dell’interazione faccia a faccia.

Specie nell’infanzia dove un sano sviluppo è fortemente collegato alla capacità reale di interagire con gli altri.
Come afferma Stefano Nasetti, – Il problema non è la tecnologia, ma l’uso che se ne fa.

Ogni cosa comporta dei rischi, l’importante è esserne consapevoli e valutare se il prezzo che paghiamo (meno privacy) è adeguato a quanto riceviamo in cambio” (Stefano Nasetti).


Massimo Benedetti In collaborazione con la dottoranda Serena Lo Castro

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