Prima pagina » Sport » Verstappen campione del mondo: nel GP di Abu Dhabi tutto il meglio (e il peggio) della F1

Verstappen campione del mondo: nel GP di Abu Dhabi tutto il meglio (e il peggio) della F1

Nell’ultimo giro dell’ultimo Gran Premio la resa dei conti con Lewis Hamilton dopo un’intera stagione sempre in lotta. Uno spettacolo in parte rovinato dalla direzione gara

Max Verstappen sorridente con il trofeo della vittoria del mondiale di Formula 1

Max Verstappen sorridente con il trofeo della vittoria del mondiale di Formula 1

Con la gara di Abu Dhabi si chiude, forse, la stagione 2021 di Formula 1 con un nuovo campione del mondo: Max Verstappen. L’olandese, il 34° iridato della storia della categoria motoristica per eccellenza, il quarto più giovane e il primo olandese, all’ultimo giro ha tolto a Lewis Hamilton l’appuntamento con la leggenda: gli otto titoli mondiali, più di chiunque altro.

Al netto della storia che sarebbe stata scritta in un modo o nell’altro, già alla vigilia si era consci di aver assistito a un mondiale di Formula 1 più simile a un romanzo o una serie tv. Protagonisti i due contendenti, attori di contorno Bottas e Perez (i due compagni di squadra), Wolff e Horner (i team principal) ma anche Michael Masi e la direzione di gara intera. Il Gran Premio di Abu Dhabi, l’ultimo di questa incredibile stagione, non ha tradito le attese ma ha lasciato uno strascico di polemiche che proseguiranno nelle prossime settimane.

Come si è arrivati all’ultima gara punto a punto

Si è arrivati a scrivere l’ultimo capitolo dopo un libro fatto già di 21 capitoli entusiasmanti. Già dalla gara inaugurale di marzo, in Bahrain, il primo corpo a corpo per la vittoria. Dalla seconda gara, Imola, i primi contatti. Da lì gli incidenti a Silverstone (Max a muro pesantemente), Monza (i due terminano la gara sulla ghiaia uno sull’altro), fino ai recenti episodi in Brasile e Arabia Saudita. Un testa a testa tra macchine e piloti equilibrato sin dalla primavera, che nel corso della stagione si è arricchito di dettagli: strategie, gestione delle gomme, pit stop al decimo, secondi piloti da usare al meglio, aggressività nei momenti clou al volante e via radio. Caratteristiche che andavano talvolta a favore dell’uno, talvolta dell’altro, sempre con un livellamento verso l’alto. Se Verstappen sembrava avere la meglio, Hamilton nelle ultime gare ha ristabilito l’equilibrio: dopo la rocambolesca Jeddah 369,5 a 369,5. In 71 campionati, per la seconda volta nella storia (dopo Fittipaldi-Regazzoni, 1974) si è arrivati a pari punti in classifica all’ultimo atto.

In un equilibrio massimo, bello e raro nella storia recente della Formula 1, entrano in gioco fattori esterni ed i protagonisti sono diventati altri: i commissari di pista e la direzione gara, chiamati a sanzionare i comportamenti al limite degli antagonisti, dentro e fuori la pista. Con l’avvicinarsi della fine, l’aumentare della tensione e la diminuzione del margine d’errore, ogni decisione presa assumeva un peso specifico sempre maggiore. Sia in Brasile che in Arabia Saudita, quartultimo e penultimo appuntamento, la decisioni dei giudici, a volte discutibili, di sicuro con tempistiche irricevibili, hanno influenzato e alterato il risultato finale. Purtroppo l’epilogo non ha fatto eccezione.

L’ultimo capitolo

Pronti via e Verstappen parte male dalla piazzola, Hamilton scatta al meglio e si mette davanti. Max replica subito in curva 6 tirando al massimo la staccata, superando Lewis e mettendolo fuori pista, con l’inglese che tira dritto e mantiene la posizione: la direzione non ritiene la manovra del pilota Mercedes sanzionabile con una restituzione della posizione nonostante il grande vantaggio ottenuto tagliando la chicane. La prima battaglia dice male alla Red Bull, che non ottiene alcuna penalità. Perez aiuta il compagno di squadra difendendosi come un leone dal ritorno di Hamilton con gomma più fresca, ma Verstappen di ritmo non riesce mai ad avvicinarsi e attaccare il rivale, nemmeno quando in regime di Virtual Safety Car cambia gomme.

Con l’inglese lanciato verso il record assoluto di titoli iridati, il colpo di scena a 7 giri dal traguardo: Latifi (Williams) a muro a Safety Car in pista. Verstappen rientra ancora a differenza di Hamilton, corsa contro il tempo per spostare la macchina ed eliminare detriti e comunicazioni tambureggianti tra team e direzione gara per capire se la corsa riprenderà. Ad un giro e mezzo dalla fine si decide di far sdoppiare i piloti tra Lewis e Max ed avere l’ultimo giro di gara vera: il Mondiale deciso con un corpo a corpo tra i due diretti rivali all’ultimo giro dei 1297 percorsi nel 2021. Verstappen con gomme migliori attacca Hamilton in curva 5, lo passa e riesce a difendersi dalla risposta disperata del pilota Mercedes. È campione del mondo per la prima volta nella sua carriera a 24 anni e 73 giorni. A Lewis Hamilton l’onore delle armi e la sportività dopo la bandiera a scacchi, ma dopo il podio la guerra ricomincia, con i ricorsi di Mercedes nei confronti delle manovre di Verstappen (manovre maliziose ma lecite, soprattutto considerando la posta in palio) e della gestione della Safety Car da parte di Michael Masi, che secondo l’articolo 48.12 avrebbe dovuto far rientrare la vettura di sicurezza un giro dopo.

Con la festa Red Bull in atto, vengono respinti i ricorsi Mercedes, che però, in conformità con l’Articolo 15 del codice sportivo internazionale della FIA e al Capitolo 4 del Regolamento Disciplinare della FIA, ha 96 ore di tempo per presentare appello contro la decisione. Un mondiale tirato, carico di tensione fino all’ultimo metro, con due degni rivali (e monoposto) sempre al limite, molto probabilmente si deciderà presso aule di Tribunali e non in pista, con azioni (legali) di avvocati e non di piloti. In un Gran Premio, tutto il meglio ed il peggio della Formula 1.

Lascia un commento