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Vaccino russo verrà prodotto in Italia, primo paese in Europa: tensione sulla scelta

Il vaccino russo contro il coronavirus Sputnik V sarà prodotto in Italia anche se l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) non approva l’uso del farmaco

Vaccino russo Italia

Il vaccino russo Sputnik V

Firmato il primo accordo in Europa tra il fondo governativo russo e la società ADIENNE Pharma&Biotech per la produzione in Italia del vaccino SputnikV”. Lo annuncia in una nota la Camera di Commercio Italo-Russa.

“Nelle scorse ore l’amministratore delegato del Russian Direct Investment Fund(RDIF), Kirill Dmitriev, ha confermato di aver raggiunto un accordo con l’azienda ADIENNE Pharma&Biotech per la produzione dello Sputnik V in Italia.

In questo modo è stato siglato il primo contratto europeo per la produzione locale del vaccino. La partnership permetterà di avviare la produzione già dal mese di luglio 2021″.

Dunque il vaccino russo contro il coronavirus Sputnik V sarà prodotto in Italia anche se l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) non approva l’uso del farmaco. Lo ha dichiarato all’agenzia di stampa “Tass” il presidente della Camera di commercio italo-russa, Vincenzo Trani. “Certo, sì. È importante capire che il processo di produzione in sé non ha nulla a che fare con la vendita al dettaglio di vaccini, si tratta di due processi diversi”, ha aggiunto Trani.

In precedenza, il Fondo russo per gli investimenti diretti (Rdif) aveva annunciato la collaborazione con la società italo-svizzera Adienne Pharma & Biotech per la produzione del vaccino Sputnik V in Italia. L’8 marzo, la Camera di commercio italo-russa ha annunciato la conclusione del relativo accordo.

Vaccino russo, tensione con UE per la scelta italiana

Attualmente non sono in corso colloqui per integrare lo Sputnik V nella strategia Ue sui vaccini”, ha affermato un portavoce della Commissione Ue.

Gli Stati membri, ha ricordato, possono sempre “concedere l’approvazione del vaccino Sputnik” nell’ambito dell’autorizzazione per uso di emergenza. Tuttavia spiega, “in questo caso la responsabilità spetterà allo Stato membro e non all’azienda, come sarebbe se il vaccino ottenesse l’autorizzazione all’immissione in commercio dell’Ue” .

Il portavoce ha poi ribadito che  “la strategia dell’Ue sui vaccini è una strategia comune della Commissione e degli Stati membri. Quindi la Commissione e gli Stati membri possono sempre decidere insieme di diversificare ulteriormente il proprio portafoglio vaccini”.

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