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Usa, avviata la procedura di impeachment nei confronti di Biden

L’annuncio dello speaker della Camera McCarthy, per corruzione e abuso di potere: l’accusa è aver “svenduto” la vicepresidenza per favorire gli affari di famiglia col figlio Hunter

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Joe Biden (© Gage Skidmore / Wikimedia Commons)

Negli Usa è stata formalmente avviata la procedura di impeachment nei confronti di Joe Biden. Lo ha annunciato lo speaker della Camera, il repubblicano Kevin McCarthy, che alludendo alla condotta del Nostro ha parlato di «cultura di corruzione». L’apertura di un’indagine non implica comunque che si arriverà alla destituzione della “gaffe machine”: che anzi, in effetti, è fortemente improbabile.

Joe Biden, Usa
Joe Biden (© Gage Skidmore via Wikimedia Commons)

Usa, avviata la procedura di impeachment nei confronti di Biden

«Abuso di potere, ostruzione [della giustizia, N.d.R.] e corruzione». Queste, come riporta Sky TG24, sono le imputazioni alla base dell’apertura di un’inchiesta formale per mettere in stato d’accusa Joe Biden. Inchiesta che sarà condotta, aggiunge l’Adnkronos, dai presidenti di tre commissioni parlamentari, tutti appartenenti al Grand Old Party. Si tratta di James Comer per il Committee on Oversight and Reform, Jim Jordan per il Judiciary Committee e Jason Smith per il Committee on Ways and Means.

Le contestazioni si riferiscono al periodo in cui Sleepy Joe era vicepresidente di Barack Obama. E avrebbe usato (o meglio, abusato) la sua influenza per favorire gli “affari di famiglia”, la cui gestione era stata appaltata allo scapestrato secondogenito Hunter Biden.

Le accuse contro Sleepy Joe

Tale circostanza è stata sempre negata dalla “gaffe machine”, che ha ripetutamente dichiarato di non aver mai discusso coi figli e il fratello dei rispettivi business. Ma è stata confermata da un informatore dell’FBI ritenuto «altamente credibile», e la cui testimonianza è già stata in buona parte corroborata da solide evidenze. L’House Committee on Oversight and Reform, che è il principale comitato investigativo della Camera, ne ha elencate, a titolo meramente esemplificativo, ben 22.

Nel mirino c’è soprattutto il caso del licenziamento di Viktor Shokin, Procuratore Generale di Kiev tra il 2015 e il 2016. Il quale stava conducendo degli accertamenti sui vertici di Burisma Holdings, compagnia energetica ucraina nel cui Cda sedeva il first son.

Viktor Shokin
Viktor Shokin (© Youtube-CC-BY via Wikimedia Commons)

Il leader democratico minacciò allora di bloccare un miliardo di dollari in aiuti economici, ottenendo così la destituzione del magistrato (cosa di cui si vantò pubblicamente). In cambio, pare che sia lui che l’erede ricevettero cinque milioni di dollari dal fondatore dell’azienda Mykola Zlochevsky.

Mykola Zlochevsky
Mykola Zlochevsky (© Svetlana.pashko via Wikimedia Commons)

Elementi che hanno portato McCarthy ad affermare che Biden «ha mentito al popolo americano sugli affari esteri della propria famiglia». Ma anche ad assicurare che «andremo dove ci portano le prove».

Nessun Presidente Usa è mai stato destituito

Bisogna comunque precisare che l’impeachment prevede, come sintetizza l’Associated Press, regole molto stringenti. Anzitutto dev’essere approvato dalla Camera, dove attualmente il GOP detiene la maggioranza assoluta ma rischia delle defezioni (non può permettersene più di cinque). In caso di voto favorevole, la palla passa al Senato, al momento controllato dal partito dell’Asinello e dove comunque occorrerebbe la maggioranza qualificata dei 2/3.

Kevin McCarthy, Trump
Kevin McCarthy (immagine dalla sua pagina Facebook)

Criteri assai difficili da soddisfare, il che spiega perché nessun Presidente Usa sia mai stato sollevato dall’incarico attraverso questo tipo di procedimento. Toccò nell’Ottocento ad Andrew Johnson e più di recente a Bill Clinton e Donald Trump (due volte), tutti assolti. Richard Nixon, invece, si dimise prima che la Camera potesse esprimersi.

Donald Trump
Donald Trump (immagine dalla sua pagina Facebook)

Da questo punto di vista, realisticamente neppure Sleepy Joe dovrebbe avere problemi a conservare la propria funzione. Se invece possa essere danneggiato politicamente in vista delle Presidenziali 2024 (o se, al contrario, il suo elettorato possa essere compattato), è un altro paio di maniche.