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Università: solo 1 rettore su 10 è donna, parità di genere lontana

L’elenco CRUI che mostra come la parità di genere nei rettorati sia un traguardo ancora lontano

Università La Sapienza di Roma

Le donne in Italia negli ultimi anni stanno faticosamente scalando i vertici di potere . Ne sono esempio la neo-premier Giorgia Meloni ma anche la presidente della Corte Costituzionale, Silvana Sciarra.

Un buon risultato senza dubbio ma che non trova stesso lustro nel mondo delle Università.

Sono appena 9 su oltre 80, le donne a ricoprire la carica di Magnifico Rettore nelle Università Italiane. L’elenco pubblicato da CRUI  fa poco onore alla parità di genere. Possibile che solo 9 donne su 80 tra tutti gli illustri Professori universitari hanno uguali meriti degli uomini?

Se scendiamo i gradini delle carriere dei docenti ci accorgiamo di uno strano rapporto inverso: finché si tratta dei primi gradini della carriera – ricercatori e professori associati – i rapporti di genere sono molto simili, ma se si isola il dato dei professori ordinari, le docenti sono in netta minoranza.

Sui circa 57.000 insegnanti nei nostri atenei le donne sono per il 46% dei ricercatori, scendendo al 41% dei professori associati. Desolante la percentuale dei professori ordinari, il 26%.

Area STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica)

La desolante percentuale di donne alla cattedra di “ingegneria industriale e dell’informazione”, è solo il 18% dell’intero corpo accademico. Simile il dato di “scienze fisiche” (22%) e nelle “scienze matematiche e informatiche” (30%).

Solo nei settori delle “scienze dell’antichità”, nel campo “filologico-letterario” e in quello “storico-artistiche” le donne arrivano a essere più di 4 su 10, ma accade solamente qui.

Eppur si muove: in 20 anni 10% di donne in più

Allargando l’orizzonte dei dati e partendo dagli anni 2000 possiamo vedere con tiepido ottimismo come il numero di donne sia costantemente aumentato. Se all’inizio del nuovo millennio gli uomini ricoprivano addirittura il 71% delle posizioni, nel 2020 erano il 61%.

Il paradosso: a scuola è il contrario

Sarà che non trovano posto tra gli scranni accademici, ma nella scuola avviene l’esatto contrario: nella fascia 0-6 gli educatori di sesso maschile solo l’0,83% del totale, per poi crescere progressivamente fino ad arrivare ad un più consistente 33% alle scuole secondarie superiori.  

Volendo fare una riflessione, parrebbe come dare i nostri figli il messaggio implicito che alle donne vengano lasciate posizioni più “semplici” e meno prestigiose da raggiungere e che al comando vanno gli uomini, per formare la classe dirigente e quella lavoratrice del domani.