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Una Woodstock di resistenza democratica, oggi è necessaria e urgente

Muoversi contemporaneamente in tante città diverse, sarebbe il passo fondamentale per riappropriarci della nostra capacità di resistenza democratica

Woodstock, Jimi Hendrix sul palco

Woodstock, Jimi Hendrix sul palco

Per chi fosse più giovane e meno antico di me ricordo che Woodstock negli anni 60 e 70 ha rappresentato una pietra miliare. Nelle lotte pacifiste, per i diritti umani e civili e nei cambiamenti ideologici che hanno poi caratterizzato quelle società occidentali che si definiscono democratiche.

Woodstock un evento senza precedenti

Oltre alla nota immagine di moltitudini e schiere di consumatori di droghe di tutti i tipi, in realtà essa fu una oceanica riunione di persone, gruppi e associazioni che oggi forse sarebbe difficile potere anche concepire. Complicato in questi tempi dove la comunicazione del mainstream conduce la persona singola alla stregua di un gregge, con pochissime eccezioni.

Ricordo a tutti che gli anni 60 del secolo scorso furono quelli delle battaglie per i diritti umani e civili, per la lotta alla segregazione razziale e all’apartheid, per il pacifismo contro la guerra del Vietnam, per l’ affermazione dei valori della parità di genere. I vantaggi, non indifferenti, ottenuti da quella generazione di giovani postbellici furono enormi e diffusi per tutte le generazioni successive. Erano tempi di valori e ideali, non di pance piene, tecnologia e individualismo come oggi però. I giovani credevano e lottavano per qualche cosa, giusta o sbagliata che fosse: e in gran parte era giusta. Oggi i giovani dove sono e per cosa stanno lottando?

Astensionismo, un fenomeno inarrestabile

Cosa sta succedendo invece? I dati sono impietosi: astensionismo elettorale al 37 % su base nazionale e oltre il 50 % nelle sole Sicilia e Campania. Quasi 16 mln di italiani hanno deliberatamente deciso di non andare a votare (dopo ben 5 anni) alle elezioni del 25 settembre scorso e questo allontanamento, unitamente ai tanti diffusi moti di piazza contro le contraddizioni e aberrazioni delle politiche vacciniste e segregazioniste del governo nel 2021, può portare a fare alcune considerazioni che sono secondo me esiziali e decisive. Lo so potrei sembrare un inutile stupido romantico o semplicemente stupido che non vede davanti ai suoi occhi. Un utopista e idealista.

Ma io dico più semplicemente che chi non crede in queste politiche sanitarie o peggio in queste proposte politiche elettorali fortemente incentrate sull’ individualismo ad ogni costo a costo della perdita dei diritti delle persone, invece di allontanarsi dalla cabina elettorale, potrebbe rendersi protagonista e partecipe per creare le condizioni per una Grande Reunion della resistenza democratica non violenta in nome dei principi postbellici del 1948 della libertà della autodeterminazione, della libertà religiosa, dei diritti umani e civili, della inviolabilità del proprio corpo, dei limiti costituzionali alla salute intesa come bene collettivo, della trasparenza di chi ci amministra e della difesa vera ed efficace dei nostri dati sensibili personali.

Libertà di pensiero e autodeterminazione

Sembrano cose secondarie queste? Vi sembra irrilevante il diritto di avere un tetto sulla testa, una buona istruzione e formazione da ragazzi, uno stato di salute e benessere psicofisico? Ritenete secondaria la possibilità di potersi muovere liberamente da una parte all’ altra del territorio nazionale senza dover esporre un lasciapassare oppure il diritto di potere esprimere sempre e comunque la propria opinione e il proprio pensiero?

Per essere chiari tutti devono disporre liberamente del proprio corpo e deve essere respinta in tutti i modi e con tutte le forze la tentazione collettivistica, comunista e tipica di un certo tipo di socialismo elitario che gli altri pochi (elites tecnocratiche) possano disporre dei beni personali indisponibili dei tantissimi singoli, compresa la salute.

Vorrei, pertanto, in un grande sogno utopico, tantissima gente pacificamente a discutere di questo liberamente in un apposita location, durante una tre giorni di grande reunion con tanto di dispositivi per trasmettere urbi et orbi i contenuti di questo dialogo collettivo e senza filtri o censure di alcun tipo da parte di social e media sia privati che pubblici.

Una nuova Woodstock, un passo di resistenza democratica

Penso che sia assolutamente urgente e necessario fare questo passaggio e lo si potrebbe fare contemporaneamente in tante città diverse e sarebbe a mio giudizio il passo fondamentale per poter riappropriarci della nostra capacità di resistenza democratica per fare una valida e vera opposizione sia dentro le aule delle istituzioni repubblicane che nelle sedi più svariate della società. E’ palese icto oculi il fatto che in Parlamento, sia a Roma che a Bruxelles, il dovere di fare opposizione sia stato negli ultimi anni sempre più difficile da farsi e diventi sempre più rarefatto.

Credo sia assolutamente necessario dire basta alla divisione e frammentazione del popolo che vuole resistere e opporsi e capire con la propria testa in nome dei soliti furbi, vili e miopi egoismi e particolarismi per ricondurre la opposizione/resistenza di chi non la pensa come il mainstream ad un movimento unico e compatto di resistenza ed opposizione democratica e dialogante, unico almeno sia pure nelle forme di rappresentanza democratica.

Vediamo se questo vero e proprio message in a bottle verrà raccolto e portato avanti. In difetto, prevedo tempi sempre più cupi sia dal punto di vista sociale, che economico finanziario per il nostro Paese e per la UE tutta. Non è un caso a mio giudizio che la guerra sia stata scatenata a soli 800 km da Trieste.

Aspettiamo vigilando. Come sempre

Dott. Francesco Russo

Medico-Chirurgo – Ricercatore Confermato – Dipartimento di Scienze Medico-Chirurgiche

Università di Roma Tor Vergata – francesco.russo@uniroma2.it