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Il G-Day del Centrodestra e la fine dell’antifascismo di maniera

È partita da lontano Giorgia, da quando, appena fondato Fratelli d’Italia, formava la strana coppia del gigante e la bambina con Guido Crosetto

Giorgia Meloni

Giorgia Meloni

Una vittoria di nome Giorgia

Alla fine l’Italia ha votato e come ampiamente previsto, ha vinto il centrodestra. La vittoria è tutta di Giorgia Meloni, che amici e avversari, chiamano, semplicemente Giorgia e questo già ha un senso. Il 25 settembre del 2022 può essere dunque definito “G-day”, una data che può rappresentare una svolta nella nostra storia repubblicana.

La paziente costruzione del successo

Una vittoria attesa da sempre dal centrodestra italiano, una vittoria che Giorgia Meloni ha costruito con un impegno deciso e costante, armandosi di una straordinaria pazienza, per evitare polemiche inutili, tanto con gli alleati quanto con gli avversari. È partita da lontano, da quando, appena fondato Fratelli d’Italia, formava la strana coppia de “il gigante e la bambina” con Guido Crosetto, come se la maschietta della Garbatella avesse bisogno di una guardia del corpo, fino a soppiantare tutti i maggiorenti del partito, costruendo, giorno dopo giorno, la sua identità di leader alternativo, forte e credibile

La destra del primo leader donna

Ed ora eccola qua, pronta ad assumere il comando del Governo. Questa sonora sconfitta peserà a lungo sulle spalle del centro-sinistra, ma il vero smacco, per i “progressisti” di casa nostra, teorici del ruolo delle donne nella società, sarà scoprire che doveva vincere la destra per dare all’Italia il primo Premier donna della sua storia, confermando il vecchio detto di Togliatti:”gratta gratta il comunista che ci trovi il fariseo”

Una sfida senza precedenti

La sfida che attende la Meloni è ardua, a partire dalla formazione di un Governo in grado di affrontare il mare in tempesta della crisi economica fino ad arrivare alla costruzione di una nuova destra liberale. Una impresa che non è riuscita a Berlusconi, troppo condizionato dalle sue manie aziendali, né a Fini, svanito rapidamente dal panorama politico italiano dopo lo scontro con il “padre padrone” Berlusconi, e la coraggiosa, ma faticosa, scelta di affermare che il fascismo sia stato il “male assoluto” dell’Italia.

Primi segnali della nuova destra

Vedremo di cosa sarà capace Giorgia, ma il primo segnale dato nella notte delle elezioni, è stato incoraggiante. Ha detto chiaramente di voler costruire il governo di tutti gli italiani, con l’obiettivo di riunificare la nazione. Non è un obiettivo da poco, di questo tempi e dopo una campagna elettorale nella quale la sinistra ha puntato solo sullo scontro e la divisione ripetendo, fino a privarlo di valore e senso, il logoro mantra dell’antifascismo di maniera.