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Ultim’ora: Tari alle stelle, fino a 850 € l’anno per buttare il pattume | Dall’Ue hanno aumentato pure questa tassa

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Brutte notizie per chi deve obbligatoriamente pagare la TARI. Pare che bisognerà versare ulteriori soldi per sostenere un piano realizzato dalla Commissione Europea.

Prima di tutto bisogna specificare cos’è la TARI. Acronimo di tassa dei rifiuti, è quella relativa alla gestione dei rifiuti in Italia. La legge 27 dicembre 2013 n 147 è quella che la introdotta in sostituzione della Tariffa di igiene ambientale (TIA), Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (TARSU) e il tTributo comunale sui rifiuti e sui servizi (TARES).

Questa tassa deve essere pagata da coloro che hanno aree scoperte o locali che producono dei rifiuti urbani. Risultano escluse dalla tassa sui rifiuti le aree non operative e quelle comuni condominiali a patto che non siano detenute o occupate in via esclusiva.

Nel momento in cui ci sono più possessori di un’area scoperta o un locale allora l’adempimento deve avvenire in un’unica obbligazione tributaria. Il calcolo varia da un Comune all’altro in base a delle regole. Il principio su cui si fonda è che chi inquina deve pagare e ci sono delle sanzioni previste per chi non rispetta la legge.

In caso di mancato pagamento entro i termini previsti il comune può mettere un avviso di accertamento esecutivo che determina la procedura del recupero forzato della paga. Di recente sono stati introdotti dei nuovi regolamenti, riportati alla lettera sul sito quifinanza.it. Andiamo a scoprire tutti i dettagli.

Guai in vista per chi deve fare i conti con la TARI

Pare che la nuova tassa permetterà all’Unione europea di raccogliere ben 15 miliardi di euro e verranno utilizzati per finanziare bilancio 2028-2034. In realtà il 16 luglio 2025 La Commissione Europea ha prestato attenzione sulla Tassa sui Raee non raccolti. Questa tassa farebbe incassare la cifra menzionata sui 58,5 miliardi l’anno necessari realizzare il piano. In Italia non esiste ancora questa tassa diretta sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, ma sembra che le cose cambieranno.

Infatti potrebbe essere coinvolta in questa iniziativa della commissione, la quale ha fissato il prezzo della tassa sui rifiuti Raee non raccolti a 2 euro al kg. Questa cifra sarà moltiplicata per “la differenza fra il peso medio degli apparecchi messi sul mercato nei tre anni precedenti e il peso dei Raee raccolti”.

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Ecco qual è la situazione in Italia

A tal proposito ne ha parlato il Direttore Generale del CDC Raee Fabrizio Longoni, il quale ha dichiarato che l’Italia non riesce a stare al passo con gli altri Stati europei. Purtroppo manca la partecipazione anche di altri Stati, a partire dalla distribuzione, dunque servono nuove soluzioni di raccolta.

Per il momento non si sa ancora nulla di certo A tal proposito punto fatto sta che in Italia c’è un’eco-contributo Raee che viene versato dal produttore e addebitato all’acquirente al momento dell’acquisto di un nuovo dispositivo per finanziare il suo futuro smaltimento.