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Turismo culturale in Italia: il ruolo dei piccoli borghi sul territorio

Le grandi città d’arte italiane, soprattutto Roma, Firenze e Venezia, continuano a detenere un vero e proprio primato

Il turismo culturale continua a tenere testa nel nostro Paese. Gli ultimi dati sull’argomento mettono in evidenza che uno straniero su quattro viene nel nostro Paese proprio per ammirare il patrimonio storico, artistico e culturale. Le ultime indagini però riferiscono un dato molto importante: la maggior parte di questo patrimonio si trova sparso nel nostro territorio nazionale, anche in piccoli borghi e in località non facilmente raggiungibili dalle grandi masse di turisti che ogni anno arrivano in Italia. È questo il quadro fotografato dall’indagine Enit nell’ambito della promozione dell’Italia sostenibile. Ma andiamo più nei particolari.

Le grandi città d’arte in Italia

Le grandi città d’arte italiane, soprattutto Roma, Firenze e Venezia, continuano a detenere un vero e proprio primato. Proprio in queste città si reca la maggior parte dei turisti che provengono dall’estero. Ecco perché sarebbe importante per chi opera nel settore turistico Wallstreet scuola di inglese a Roma, visto che proprio la capitale d’Italia è raggiunta da milioni di turisti ogni anno e conoscere l’inglese è di essenziale importanza per interagire e comunicare al meglio.

I borghi italiani Unesco

L’indagine Enit si sofferma, oltre che sulle città d’arte più importanti del nostro Paese, anche su quei borghi che hanno meno di 5.000 abitanti e che complessivamente raccoglierebbero il 64% dei siti patrimonio Unesco.

Tra i visitatori italiani e stranieri, queste località si occupano di servire 21 milioni di turisti, con un dato molto significativo che corrisponde a 9 milioni di notti. Fra le regioni più interessate da questo flusso sicuramente il Lazio, che raggiunge per questa attività 4,9 milioni di euro di spesa.

Poi il Veneto, con 2,8 milioni, e seguono la Toscana e la Lombardia rispettivamente con 2,6 milioni e 1,2 milioni.

Ma il turismo culturale in queste regioni ha un valore particolare, perché non coincide esclusivamente con le punte di alta stagione, visto che i turisti possono confluire anche nei mesi di bassa stagione.

Il turismo legato allo sport

Gli esperti, sempre nell’ambito del turismo che si può definire con un più largo senso culturale, contano anche il 17,7% degli arrivi che nel nostro Paese sono dedicati alla pratica dello sport. Basti pensare, in questo senso, ad eventi molto conosciuti, come il Gran Premio di Formula 1 che si svolge a Monza, la Targa Florio, le Mille Miglia, la Coppa d’Oro delle Dolomiti e il Mondiale Rally in Sardegna.

Si calcola che tutte queste manifestazioni di carattere sportivo richiamino ogni anno 685.000 turisti stranieri. I pernottamenti sono pari a 3,5 milioni. Tutto questo settore del turismo legato allo sport muove un giro d’affari pari a 442 milioni di euro. Le premesse ci sono tutte e l’intenzione da parte di chi si dedica al turismo in Italia è quella di promuovere un turismo sempre più collegato al territorio, agli eventi che si svolgono anche in località meno note, ma che possano diventare un vero e proprio punto di riferimento per le vacanze legate alla cultura italiana.

L’intenzione è anche quella di puntare alla destagionalizzazione, per distribuire meglio i flussi turistici in Italia, in modo che il turismo possa diventare un’attività crescente in tutte le stagioni. L’obiettivo, secondo gli esperti che hanno condotto l’indagine Enit, si dovrebbe realizzare puntando sulla sostenibilità come concetto fondamentale sia dal punto di vista ambientale che dal punto di vista economico. Un settore dalle alte potenzialità, tutte ancora da scoprire.

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