Trastevere, coppia gay aggredita e pestata dal branco
Prima gli insulti, poi la spedizione punitiva: i due ragazzi sono stati accerchiati e picchiati selvaggiamente da un gruppo di 10 ragazzi
“Quello che mi ha fatto più male è stato lo schiaffo che ho preso da parte di una società in cui vivo. Leggo tantissimo di omofobia, ma qui non si tratta di omofobia, ma di semplice educazione civica, una delle prime cose che mi è stata chiesta è il motivo dell'aggressione, se fossimo stati in atteggiamenti tipo ‘mano nella mano’”… Come se ciò, nel 2018, in Europa, significasse che ‘te la sei cercata’.
A parlare è Marco, insultato, pestato e umiliato insieme al suo compagno venerdì sera al centro di Roma. La giovane coppia aveva appena finito di passare una bella serata con un gruppo di amici in un locale di Trastevere, quando a un certo punto sono stati inseguiti e aggrediti da un gruppo di dieci ragazzi, un branco di decerebrati omofobi, che già li avevano insultati e scherniti poco prima. Li hanno accerchiati in modo vile, senza dargli scampo e li hanno riempiti di calci e di pugni.
Fortunatamente, come riporta Il Messaggero, i due sono riusciti a divincolarsi e a scappare; hanno quindi chiamato il 113 (oggi si recheranno a sporgere formale denuncia) e si sono poi recati in ospedale, dove i sanitari gli hanno riscontrato diverse escoriazioni, alcuni ematomi e un timpano perforato.
L’amaro commento di Imma Battaglia, attivista per i diritti gay: “Che tristezza, una città ‘capitale del degrado urbano’, del razzismo e dell'omofobia, specchio di un paese alla deriva, senza regole, incapace di trovare accordi per il bene comune; questo è il risultato del crollo dei valori, degli ideali, di un populismo imperante dove si è convinti che, pur di governare si possa fare accordi con tutti”.
E poi ancora: “Come al solito il vile si muove in branco incapace di affrontare a testa alta i mostri interiori che lo affliggono, le proprie insicurezze, le fragilità aggredendo persone innocenti la cui unica colpa è la propria libertà di amare! haters reali, odiatori seriali, nichilisti, figli del vuoto nutriti dalla politica del nulla; a voi branco di omofobi, dico: noi non vi temiamo, non ci fate paura; noi non ci nascondiamo più e oggi più che mai è tempo di GAY PRIDE!”
I due ragazzi protagonisti di questa triste vicenda hanno anche dichiarato di aver dovuto sopportare diversi commenti e battute fuori luogo da parte di alcuni infermieri in corsia, ma… Questa è un’altra storia.