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Tpl Scarl, questione esuberi: arrivano i contratti di solidarietà

Al via i tagli al personale. Contrari alla scelta i rappresentanti sindacali USB

La situazione della Roma TPL Scarl è appesa ad un filo molto sottile. Lo dimostra anche la protesta che è andata in scena nella giornata di lunedì, sia sotto la sede dell’Assessorato ai Trasporti, in via Capitan Bavastro, sia in Campidoglio.

Ci siamo recati proprio in Assessorato, e lì abbiamo incontrato i dipendenti TPL Scarl, che non hanno fatto altro che confermarci quanto già avevamo spiegato nell’articolo che annunciava la protesta e lo sciopero di lunedì scorso. “Questa è una situazione che si protrae da anni, riceviamo sempre in ritardo gli stipendi, ultimamente arriviamo a due mesi di arretrati, con tutte le conseguenze che chi ha una famiglia deve sopportare: mutui, bollette, non saper cosa dare da mangiare ai propri figli, non avere i soldi nemmeno per mettere la benzina” – ci raccontano gli autisti TPL in presidio, che riferiscono di essere lì – “solo per chiedere rispetto”.

La situazione della TPL Scarl dimostra il fallimento totale della politica della privatizzazione dei servizi pubblici: “Il privato guarda solo al suo profitto, e sulle nostre spalle” – incalzano gli autisti, i quali riferiscono di altri problemi, oltre il mancato pagamento degli stipendi.

Infatti, a pesare sulle già gravose condizioni della TPL Scarl, anche la mancata manutenzione dei mezzi: “Le ruote a volte non sono lisce, di più; alcuni bus arrivano al capolinea, vengono spenti e non si mettono più a moto; oppure, si fanno pochi metri e l’acqua va in ebollizione; a volte, rimaniamo anche senza gasolio” – raccontano. E riferiscono di un’altra realtà preoccupante: “Tre autisti sono stati licenziati per aver fermato il mezzo durante la corsa, che non era in condizioni di sicurezza”. Uno di questi, era presente al sit-in sotto l’Assessorato; per loro, alcuni colleghi hanno iniziato uno sciopero della fame, per reclamare l’ingiustizia di un atto simile.

“Chiediamo solo il rispetto delle regole: noi effettuiamo un servizio pubblico” – spiegano.

E, come se tutto questo già da solo non bastasse, si aggiunge il problema dei – fantomatici – esuberi. Un finto problema, un problema che nella realtà non esiste, ma su cui l’azienda continua a far pressione. E il fatto che il problema non sia reale, lo dimostrano le parole degli stessi lavoratori: “Se alcuni di noi sono costretti a fare il doppio turno, come è possibile che esistano gli esuberi?” – si chiedono. Senza considerare che un eccessivo carico di lavoro, soprattutto per un autista, comporta rischi molto elevati.

A seguito del presidio e della protesta in Campidoglio, si è svolto un incontro con l’assessore capitolino ai Trasporti Guido Improta, durante il quale sembrava essere stato raggiunto un accordo: si procederà, nel più breve tempo possibile, al pagamento di tutti gli arretrati. E poi Improta aveva sentenziato: non un lavoratore sarà licenziato, pena la revoca dell’appalto.

Tuttavia, la società, sembra non voler tornare sui suoi passi. Nella giornata di oggi – come apprendiamo – è stata recapitato un documento col quale si comunica che non si farà un passo indietro sulla messa in mobilità dei 338 lavoratori, e che, anzi, per non fare in modo che i licenziamenti siano tutti a carico della Roma TPL, anche le altre consorziate, impegnate nella gestione del medesimo contratto di servizio con Roma Capitale e stipulato con TPL Scarl, hanno avviato le procedure di mobilità per 98 lavoratori, su un organico complessivo di 993 unità – ripartiti tra Roma TPL, Società Autoservizi Fonti srl, Mauritius srl, Roma Bus srl, Sap srl, Sotram Srl,  SRB srl, Autorservizi Troiani, Trotta spa.

L’intervento con il quale si è deciso di agire, a seguito di un colloquio intercorso presso la Regione Lazio tra l’Assessorato al Lavoro e le OO. SS., è quello di “tipo conservativo, ossia mediante l’attivazione dell’istituto del Contratto di Solidarietà”, a decorrere da oggi, per una durata di 12 mesi. Il contratto di solidarietà coinvolgerà un totale di 884 lavoratori.

Contrari al contratto di solidarietà, si dicono i rappresentanti del sindacato USB – il quale, a detta dei lavoratori presenti al sit-in di lunedì in via Capitan Bavastro, è riuscito a far sentire il dipendente protagonista della mobilitazione. In una lettera inviata al presidente del Consiglio Regionale del Lazio, si legge che “la scrivente (USB, ndr) ritiene che nel consorzio Roma TPL Scarl, il quale gestisce parte del trasporto pubblico locale a Roma, non sussistano le condizioni che giustifichino l’apertura delle procedure previste dalla legge 223/91 in quanto all’interno delle aziende Roma TPL e Consorziate, nella normale organizzazione giornaliera del lavoro,  si fa un uso massiccio del lavoro straordinario, di lavoratori con contratti a tempo determinato e contravvenendo anche alle normative vigenti, vi sono lavoratori che svolgono doppio e triplo turno. Anche l’assessore Guido Improta e la Commissione Trasporti di Roma Capitale hanno evidenziato la non fondatezza della messa in esubero dei lavoratori” – conclude la lettera.

Dalla parte dei lavoratori TPL, anche il M5S di Roma: “Massima solidarietà ai lavoratori di Roma TPL che oggi stanno protestando, inascoltati, in piazza del Campidoglio. E' assurdo infatti che in una situazione in cui gli autisti sono costretti a lavorare (facendo anche doppi turni e straordinari) con mezzi in condizioni precarie, senza percepire gli stipendi o percependoli con notevole ritardo, si venga a proporre l'ennesimo taglio del servizio e gli ennesimi esuberi. L'autista del bus svolge un ruolo importante nella società, ed è fondamentale metterlo nelle condizioni ideali per lavorare, a beneficio della qualità del servizio e della sicurezza. In una fase storica in cui sarebbe vitale investire nel trasporto pubblico, aumentando l'offerta, la giunta Marino va esattamente nella direzione opposta” – si legge in una nota del MoVimento di Roma.

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