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Tokyo 2020, recap day 14: triplo oro 4×100, Palmisano, Busà. Azzurri da sogno!

Tre ori pesantissimi ed emozionanti garantiscono all’Italia il record assoluto di medaglie, 38. Settima posizione nel medagliere, atletica italiana straordinaria

Busà, Palmisano e i ragazzi della 4x100m vincono tre ori a Tokyo 2020

A tre giorni dalla fine dei Giochi arriva probabilmente la giornata più entusiasmante di tutte, con tre ori nel giro di poche ore, che regalano alla spedizione nipponica il record assoluto di medaglie, 38 ed il settimo posto provvisorio nel medagliere con 10 ori. Una settimana fa non era pensabile, ma la spinta più forte è arrivata dalla regina degli sport, l’atletica.

La doppia doppietta tra marcia e velocità: l’atletica ci regala 5 ori e storie straordinarie

Che l’atletica italiana fosse in ripresa dopo anni bui lo si sapeva, ma quello che stanno facendo gli atleti azzurri allo stadio olimpico di Tokyo va oltre ogni più rosea aspettativa alla vigilia. Ad essere pignoli, non tutto è accaduto nello stadio perché a Sapporo, 1000 km a nord della capitale, l’Italia ha riscritto nuovamente la storia.

Un oro, dall’atletica, dalla marcia, dalla Puglia. No, non stiamo parlando di Massimo Stano, vincitore ieri, ma del bis siglato di Antonella Palmisano nell’omologa distanza al femminile. La Palmisano ha siglato l’ennesima prima volta al femminile. Mai una marciatrice azzurra aveva ottenuto una medaglia e questo tabù è stato abbattuto dalla marciatrice di Mottola (Taranto). Abbattuto perché al 16° km la progressione dell’azzurra ha sbaragliato la concorrenza: chi ha perso subito contatto, chi per tenerle testa ha commesso infrazioni nel gesto (e conseguenti penalità). Dopo il quarto posto di Rio e i bronzi alle rassegne mondiali (Londra 2017) ed europee (Berlino 2018) si chiude il cerchio: il giusto riconoscimento ad una delle marciatrici più forti dell’ultimo quinquennio, l’ennesima vittoria della scuola della marcia italiana.

Per un’atleta con ambizioni di medaglia alla vigilia, poche ore dopo arriva un altro bis, quasi insperato e perciò ancora più clamoroso. Dopo la vittoria nei 100 di Marcell Jacobs, arriva l’oro nella staffetta 4×100 al termine di 37 secondi e mezzo di pura velocità ed emozione. L’ottima partenza di Lorenzo Patta, il lanciato ormai proverbiale di Jacobs, la curva dipinta di “Faustino” Desalu e gli ultimi 100 metri straordinari di Filippo Tortu che recupera il britannico centimetro dopo centimetro per mettere la testa avanti per un centesimo. Un capolavoro di velocità, con cambi sicuri e fluidi, che disintegra il record italiano, abbassato di mezzo secondo, ma soprattutto ha dato un’oro incredibile. Oltre i risultati di Berruti e Mennea, l’Italia è la regina della velocità ai Giochi Olimpici. Difficile da immaginare fino a pochi mesi fa, oggi è realtà.

Luigi Busà, il karateka più atteso non tradisce

All’esordio ai Giochi olimpici (giustamente nel luogo di origine, il Giappone), il karate si affacciava come sport da cui l’Italia poteva ricavare soddisfazioni. Se la medaglia di Viviana Bottaro era possibile ma non sicura, per Luigi Busà c’era l’ingrato compito di conquistare una medaglia da favorito. D’altronde il palmarès dell’esperto karateka di Avola (Catania) parla per lui: due ori (e sei medaglie) mondiali, cinque titoli (e 13 podi) europei. Non un percorso semplicissimo, data la sconfitta nel girone, ma è l’unica macchia verso l’oro. In semifinale e in finale il 34enne siciliano è stato attento a non abbassare la guardia e si è portato avanti con mosse “da formichina”, come quelle con i pugni che regalano meno punti rispetto ai calci e a ribaltamenti. Prima con l’ucraino Horuna, poi con l’azero Aghayev non ha concesso nulla. Oro olimpico che corona una carriera di altissimo livello, e l’Italia che timbra un altro oro in un nuovo sport.

Medaglia di legno nel pentathlon moderno e per Chamizo nella lotta

L’Italia è andata vicino a mettere a segno la 18° disciplina a medaglia, anche questo record assoluto, con due quarti posti, uno nel pentathlon moderno, l’altro nella lotta.

È grande il rammarico per Alice Sotero che ha fatto una grande performance nelle prime tre prove e partiva al quarto posto nell’inseguimento della Laser run, che combina corsa (800m) e tiro. Alice, partita nel gruppo di testa, è la migliore del lotto nella corsa ma paga sistematicamente al tiro, commettendo più errori ed impiegando più tempo nel coprire i 5 bersagli. Uscita dall’ultima serie al quarto posto, non riesce nella rimonta finale e si deve accontentare di un quarto posto che brucia, a meno di 5″ dall’ungherese Kovacs, bronzo. Prova altalenante per l’altra azzurra Elena Michieli, in top10 fino alla prova di equitazione, dove viene eliminata.

Meno bruciante il quarto posto di Frank Chamizo nella lotta libera, ma non per questo meno deludente. L’Italo-cubano non ha superato l’eliminazione nella semifinale di ieri e nella sfida per il bronzo contro lo statunitense Dake non è stato mentalmente in partita, perdendo 5-0. Similmente per Busà, una grande carriera tra mondiali ed europei (6 titoli e 10 medaglie in totale). Manca tuttavia il grande acuto olimpico per la seconda volta di fila. Tra tre anni l’ennesimo (e forse ultimo) assalto

Per la ginnastica ritmica buone notizie da Milena Baldassarri che si qualifica alla finale nell’all around con un significativo 6° posto in qualifica, fuori invece Alexandra Agiurgiuculese, con il 15° punteggio complessivo (le prime 10 si qualificavano).

Tokyo 2020 Recap day 14: il medagliere aggiornato

RankNazioneOriArgentiBronziTotale
1)Cina36261779
2)USA31363198
3)Giappone24111651
4)Gran Bretagna18202058
5)ROC*17232262
6)Australia1762144
7)ITALIA10101838
8)Germania9111636
9)Olanda9101231
10)Francia711927
*ROC= Russian Olympic Committee

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