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Tipi da spiaggia: le città che vietano girare per strada a torso nudo e in bikini

Il petto di un uomo non è considerato zona erogena ma se una donna camminasse senza reggiseno per strada sarebbe punita per atti contrari alla pubblica decenza

Roma, Rione Monti

Roma, Rione Monti

La sindaca di Monfalcone vuole vietare alle islamiche di fare il bagno col burkini, ma anche Aldo Moro andava in spiaggia vestito! Perché non potrebbero farlo? Le norme che invece bisogna seguire per stare in spiaggia e in città nel rispetto degli altri e di sé stessi. Come girare a torso nudo in città.

Fa discutere la presa di posizione della sindaca Anna Maria Cisint (Lega) di Monfalcone (Gorizia). In una lettera alla comunità islamica locale ha chiesto che le donne musulmane che vivono nel territorio italiano si uniformino alle nostre usanze e che non vadano in spiaggia o a fare il bagno vestite, ma che adottino il costume da bagno come nelle nostre abitudini. “Non posso accettare forme di islamizzazione del nostro territorio” ha aggiunto. Questa cosa che non si può stare vestiti in spiaggia è sinceramente una novità.

Non offende nessuno la donna che fa il bagno col burkini

Non entro nel merito della decisione di una collega, ma non mi pare una grande idea”. Così il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, commentando la lettera della sindaca di Monfalcone alla comunità musulmana. “Se qualcuno decide di farsi un bagno vestito, afferma il primo cittadino del comune romagnolo, di padre iraniano, secondo me si perde un bel pò del piacere di farsi una nuotata. Ma non mi pare offensivo verso nessuno. Ognuno credo debba essere libero di vivere il mare come meglio si sente di fare”.

Ha certamente ragione il sindaco di Rimini, in questo caso espressione di una cultura tollerante nella maniera opportuna. Se la famiglia islamica impedisce alla figlia Saman, con la violenza, com’è accaduto per il caso della famiglia pakistana Abbas di Novellara (Reggio Emilia), di innamorarsi e fidanzarsi con un giovane coetaneo e in base a questa intolleranza giunge a segregarla o peggio a picchiarla e perfino ucciderla, allora si possiamo invocare il rispetto delle nostre leggi, delle nostre regole. I figli non sono una proprietà dei genitori e hanno diritto a comportamenti rispettosi della loro indipendenza e integrità psico fisica.

Aldo Moro andava in spiaggia vestito per decoro istituzionale

Ricordo che l’onorevole Aldo Moro, anche come Presidente del Consiglio, quando si recava con le figlie in spiaggia, sulle coste dell’Adriatico, indossava il vestito. Ci sono a proposito delle foto che lo ritraggono in giacca e cravatta accanto alla figlia Agnese che gioca con la sabbia: “Quando andavamo in spiaggia papà indossava sempre la giacca e quando gli chiedevo una spiegazione lui mi rispondeva che essendo un rappresentante del popolo italiano doveva essere sempre dignitoso e presentabile”.

Non era una regola religiosa, quindi ma pur sempre una regola che lui stesso si era dato. Quella di essere sempre vestito decorosamente per il suo ruolo. Una donna musulmana, in base al senso del decoro che sente di dover manifestare, non si presenta in bikini, ovvero in mutande e reggiseno per quanto riguarda la sua cultura, su una spiaggia. A me pare che i due sensi di decoro siano assimilabili e degni entrambe del nostro rispetto.

Se una donna si bagna vestita, fatti suoi

Sono per il massimo rispetto della libertà e la massima tolleranza purché ci si comporti in maniera da non ledere diritti e sensibilità altrui. Che danni fa la musulmana vestita in spiaggia alla nostra sensibilità? Nessuno, anzi uno si, lo fa. Mi fa stare male vedere una donna giovane costretta a stare impaludata in una larga veste nera, dalla testa ai piedi, sotto un sole cocente e ancor di più. Mi fa male vederla bagnarsi così vestita. Mi immedesimo in lei e sento la stoffa aderirmi sulla pelle, fare attrito col salmastro dell’acqua di mare, quel tanto di oleoso e appiccicoso dell’acqua salata, insopportabile sulla pelle. Ma alla fine sono fatti suoi.

Ai Caraibi la gente fa il bagno vestita ma non per motivi di decoro

Ci sono popolazioni, come quelle dei Caraibi, dove donne e uomini usano fare il bagno con il costume, certamente, ma indossando anche una maglietta o una canottiera. Si gettano nei fiumi o tra le onde del nare vestiti e a volte anche con il cappello e gli occhiali scuri. Perché lo fanno? Non c’è un motivo di decoro, o almeno, nessuno mai l’ha dichiarato ma di volontà personale. Non vogliono scurire la loro pelle con i raggi del sole, che a quelle latitudini picchia duro. Così per non abbronzarsi e non apparire più scuri del naturale, indossano una difesa di cotone e non solo le creme solari. Eppure stiamo parlando di cristiani cattolici o evangelici, non di islamici.

La cultura caraibica fa molta attenzione alle differenze del colore della pelle anche se non sempre lo ammettono volentieri. Più sei chiaro è più considerazione otterrai dalla società. Infatti le popolazioni più scure, come gli haitiani occupano i gradini inferiori della scala sociale e svolgono i lavori più umili. Già negli anni della guerra e del dopoguerra il dittatore Trujillo agevolò l’immigrazione di ebrei e giapponesi nell’isola dominicana, proprio nell’intento di “sbiancare” la popolazione.

Nella Turchia orientale nessuno molesta le donne in bikini

Se vado al mare in Turchia, come è accaduto, sulle spiagge, non tanto della zona occidentale ma verso Kaš o Antalya, capiterà spesso di incontrare in spiaggia famiglie locali, con padri e figli in costume e madri e figlie completamente vestite. Non so se questo abbia a che fare con la legge islamica ma di certo è il loro modo di fare. Sia io che la mia compagna, in quanto stranieri, siamo ospiti nel loro Paese, ma nessuno si azzarderebbe, tantomeno il sindaco, a dirci che dobbiamo coprirci! Le ragazze occidentali fanno tranquillamente il bagno col loro tanga, con un filo interdentale che le attraversa il sedere, senza che nessun uomo o donna islamica osi criticarla o imporle un burkini.

A loro non passa per la mente di imporci le loro usanze, perché sanno che perderebbero turista e soldi. Non accetteremmo queste imposizioni, consapevoli dei nostri diritti. Tuttavia ci sono Paesi islamici in cui le donne, comprese le occidentali, non possono andare vestite come credono, tantomeno in spiaggia, come in Arabia Saudita, per esempio. Se siete donne non è permesso che viaggiate da sole. Dovrete coprire ginocchia e spalle evitando quindi gonne o pantaloni troppo corti e canottiere.

Da poco tempo è permesso alle donne di guidare un’auto, mentre ancora non possono espatriare, senza il consenso di un padre, un fratello maggiore o del marito. Ma questi sono casi estremi, che nel volgere dei prossimi decenni saranno destinati a sparire, come già si vede negli Emirati Arabi Uniti. In nessun paese arabo del Nord Africa, dal Marocco all’Egitto, alle turiste occidentali verrà imposto un burkini!

Proibito a Gallipoli girare per strada a torso nudo e in bikini

Di contro d’estate c’è la cattiva abitudine, da parte di persone, secondo me di scarsa cultura e senso civico, di andare girando per le strade delle cittadine di mare a torso nudo o in costume da bagno. Nel comune di Gallipoli, in Puglia, il sindaco ha emesso l’ordinanza per cui è vietato girare seminudi in città, con una multa di 150 euro per i trasgressori. Mi domando tuttavia come sia possibile che una persona non si renda conto che stare per strada non sia come stare in casa propria. Perché non ci arriva da sola ed ha bisogno della multa per rendersene conto?

Anche questa è una norma basata sul decoro, sul nostro modo di stare tra gli altri, sia come cittadini che come forma di rispetto per la stessa città che ti ospita. Quante volte, anche a Roma, vediamo ragazzi, camminare in pantaloncini corti per le vie del centro? Sono sempre loro che non ci pensano due volte a mettere le gambe nella Fontana dell’Esedra, nella Barcaccia a Piazza di Spagna o nella Fontana di Trevi, beccandosi una sonora multa. La città non è una casa privata, sembra talmente ovvio che doverlo ripetere dà perfino fastidio e non è consentito a nessuno passeggiare in déshabillé quantunque faccia un caldo insopportabile.

In città a torso nudo, quando è permesso e quando no

Mentre il petto di un uomo non è considerato zona erogena e quello di una donna si, se una donna camminasse senza reggiseno per strada sarebbe punita per atti contrari alla pubblica decenza. “Anche se non è più un reato dal 2016, come ricorda l’avvocato Angelo Greco, è pur sempre un illecito amministrativo punito con una multa dai 5 ai 10mila euro.” Per la legge un uomo a petto nudo non compie un illecito, a meno che non esista una ordinanza comunale specifica, come nel caso di Gallipoli o anche come accade a Cadoneghe Veneto (Padova).

Nel paese padovano si incorre in una multa tra i 25 e i 500 euro. A Serrara Fontana (Ischia), è vietato alla popolazione passeggiare in costume da bagno proprio per una questione di decoro pubblico, tranne per i minori di 14 anni. Tutto è legato all’immagine che la città vuole dare di sé stessa.  Vuole apparire come un prolungamento della spiaggia o avere un tono da centro urbano?

Per quanto riguarda la possibilità di stare in topless in spiaggia, perché in città mi pare ovvio che non se ne parli, dal 1978 è consentito solo se la persona prende il sole sull’arenile o in barca. Se una donna stesse a seno scoperto facendo attività sportiva commetterebbe illecito, mentre questo non vale per l’uomo.

Il comportamento in spiaggia sotto l’ombrellone

Visto che ci siamo, affrontiamo un ultimo caposaldo della vita civile comunitaria quando si è al mare. Spesso il posto in spiaggia è uno striminzito spazio tra vari ombrelloni. Ci sono casi in cui se sei sulla sdraio neanche lo vedi il mare, ma senti tutti gli odori delle creme solari e i discorsi dei vicini, comprese la puzza del fumo delle sigarette dei maleducati che non sanno che non si dovrebbe fumare quando si è vicini a tante persone. Attenzione.

Non esiste una legge che vieti di fumare in spiaggia, al massimo ci sono ordinanze comunali o sono gli stessi esercenti del bagno privato che lo vietano, per non disturbare chi non fuma. Comunque, fumo a parte, questa condizione di vicinato troppo stretto comporta alcune regole: non parlare a voce alta, specialmente quando arriva la telefonata al cellulare. Non alzare la sabbia quando ci si sposta per correre al mare o a farsi la doccia. Non occupare lo spazio altrui per spogliarsi e rivestirsi o con borse e infradito gettate a spasso nella rena.

Quanto spesso queste norme vengono disattese? Tantissime volte.  Proprio per questo vale la pena ricordarle. Rispettare le regole fa vivere meglio noi per primi e chi le rispetta, in un certo qual modo, impone agli altri, con l’esempio, di fare altrettanto. Siamo sempre di più sulla Terra, se non impariamo a tollerarci ma anche a rispettarci non andremo lontano.