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Teatro… non posso vivere senza te. 80 valide ragioni per amare Teatro a Roma di Sebastiano Biancheri

“Teatro a Roma” è una lettura che ti prende, ti coinvolge, incuriosisce, fa sognare ma anche pensare, divertire ma anche riflettere

Teatro-a-Roma, nella foto Luigi De Filippo, Gigi Proietti, Pierfrancesco Pingitore, Giorgio Albertazzi

"Teatro a Roma", nella foto Luigi De Filippo, Gigi Proietti, Pierfrancesco Pingitore, Giorgio Albertazzi

Teatro…cos’è il Teatro? Dopo due difficilissimi anni con la pandemia (tempi bui non ancora terminati) c’è chi forse l’ha dimenticato un po’ ma c’è anche chi (e non sono pochi) sta soffrendo di crisi da astinenza.

Con “Teatro a Roma”, in un certo senso, ci si può finalmente reimmergere nel mondo del teatro. A 360 gradi. E sì perché Sebastiano Biancheri con le sue 80 recensioni (che poi proprio recensioni non sono e vedremo perché) raccolte in sette anni, ha spaziato dai palcoscenici più conosciuti al grande pubblico come Quirino, Eliseo, Brancaccio, Ghione, Parioli, a quelli più di nicchia ma – per chi ama davvero il teatro – altrettanto importanti.

Sebastiano Biancheri

Giorgio Albertazzi e il Mercante di Venezia

E così quando si comincia a sfogliare e a leggere il suo libro ci si ritrova ad esempio accanto a Giorgio Albertazzi nel “Mercante di Venezia”. Biancheri racconta prima sommariamente la storia (per chi non la conosce) poi ne fa la critica, e in fondo – una vera “chicca” – riporta dei brevi brani del testo. Sembrerà un paradosso…ma per il lettore è quasi come stare a teatro. Non una fredda critica da quotidiano ma un racconto che avvolge e in cui ci si ritrova. Il lettore si identifica nei personaggi diventando insieme spettatore e protagonista.

E lo stesso vale quando parla de “Il malato immaginario” interpretato da Paolo Bonacelli o del “Casanova” di Roberto Herlitzka o di “Re Lear” con Giuseppe Pambieri. E poi “Natale in casa Cupiello” con Luigi De Filippo al teatro Parioli. L’elenco è nutrito. Ma accanto a questi e altri impegnativi superclassici ecco che compaiono anche opere comiche e satiriche come “Nudo proprietario2.0” con Rodolfo Laganà al Tirso de Molina. “C’e’ la proprietà pubblica che se è pubblica non è privata, c’è quella privata, privata di tutto. La proprietà è solo un’illusione…banche, assicurazioni, multinazionali, lobby finanziarie hanno espropriato i nostri averi”.

Il Salone Margherita e Pierfrancesco Pingitore

E ancora il Salone Margherita con “50 fumature di Renzi” di Pier Francesco Pingitore che tratteggia vizi e trame della politica dei giorni nostri. E poi spettacoli divertenti, leggeri e arguti come Recital di Giobbe Covatta che “accenna al protocollo di Kioto e all’abbattimento di emissioni di anidride carbonica … evento ridotto a scampagnata fuori porta e visita parenti, una surreale messinscena tra foto di gruppo, tarallucci e vino”. E ancora Francesca Reggiani nel suo Show a Villa Ada: ”Quando il cocco si fidanza va in ansia, iperidrosi e onicofagia…ma la sincerità lo spingerà a dire che gli ricordi la madre. A questo punto tu non ti arrabbierai più quando cotanto uomo ti dirà ’che sei una stronza’. Sarà un raro momento consolatorio di una vita di solitudine al femminile”.

L’irresistibile Max Giusti con ‘Personaggi’. Luciana Frazzetto con “Affittasi camera da letto”. Per citarne alcuni. “Ho visitato molti teatri romani – scrive Sebastiano Biancheri nella “Premessa dell’Autore” – e ognuno di essi ha lasciato la propria impronta. Ho avuto la fortuna di visitare luoghi incantati, prediligendo spesso, per naturale inclinazione, i più intimi e “dimessi” di nicchia, in cui avverti quell’intimo furore creativo che genera stupore e diviene inebriante scoperta”.

Manuela Luccchini

Teatro a Roma: una inebriante scoperta

Ed è proprio questo che si prova leggendo il libro di Biancheri: una “inebriante scoperta”. Una scoperta sia per chi il teatro lo conosce già, sia per chi vi si avvicina per la prima volta. Con il suo volume l’Autore riesce a far comprendere quanto la rappresentazione scenica sia importante, fino a riprodurre la vita reale. “Il Teatro è la recita dell’esistenza umana, delle miserie e delle paure, delle ansie e delle passioni…” Per questo non morirà mai anche se sta vivendo uno dei suoi periodi più difficili.

Ed è cosi forte questa certezza che Biancheri ha dedicato l’ultima parte del libro alle varie edizioni del Concorso di nuova drammaturgia “Belli Corti” organizzato dal Nuovo Teatro San Paolo di Roma. E’ la dimostrazione di quanto il Teatro sia vivo e saprà rigenerarsi e rinnovarsi, come sempre è avvenuto nel corso dei secoli, nonostante le difficoltà che deve superare. Perché sono ancora tanti coloro che (attori, autori, registi) attraverso il Teatro provano a raccontare l’esistenza umana, la loro stessa esistenza che è poi anche quella di ognuno di noi.

“Teatro a Roma” (gli spettacoli proposti sono andati ovviamente in tournée in tutta Italia) è una lettura che ti prende, ti coinvolge, incuriosisce, fa sognare ma anche pensare, divertire ma anche riflettere. Mi piace concludere con le parole dello stesso Biancheri: “Il teatro non genera malessere e non mette mai a disagio, non può essere annoiante né opprimente…si nutre di emozioni, libera la fantasia, pone interrogativi e dà un senso alla vita, assicurandone l’immortalità”.

Manuela Lucchini

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