Prima pagina » Salute e Benessere » Te lo vendono nel banco del pesce, ma è una discarica di schifezze: i produttori hanno svelato cosa ci mettono dentro | Se lo mangi ancora sei pazzo

Te lo vendono nel banco del pesce, ma è una discarica di schifezze: i produttori hanno svelato cosa ci mettono dentro | Se lo mangi ancora sei pazzo

Smetti subito di mangiarlo - pexel - romait.it

Pensi di mangiare una specialità di pesce, ma stai ingerendo solo schifezze. Assurdo quello che non ci dicono

Il pesce occupa da sempre un posto d’onore nell’alimentazione italiana. Apprezzato per il suo gusto delicato, la versatilità in cucina e le sue qualità nutrizionali, è uno degli alimenti più amati e celebrati nelle tavole di tutto il paese.

Soprattutto nelle città costiere, dove la tradizione gastronomica si intreccia con quella marinara, il pesce rappresenta un simbolo di identità culturale. Basti pensare alle specialità del sud, come il pesce azzurro fritto o il pesce spada alla griglia, o ai piatti raffinati delle città del nord, come il baccalà mantecato o il risotto alla pescatora.

In molte famiglie, il pesce è presente almeno una volta a settimana, consigliato anche dai nutrizionisti per la sua ricchezza di proteine nobili, omega-3 e basso contenuto di grassi saturi. Non mancano neppure le sagre dedicate ai frutti del mare, i mercati del pesce sempre affollati e i ristoranti specializzati in cucina marinara, dove ogni piatto racconta una storia di tradizione e passione.

Un alimento gustoso ma che costa molto

Tuttavia, nonostante la diffusione e l’amore per il pesce, non tutti riescono a portarlo spesso in tavola. I prezzi, soprattutto per alcune varietà pregiate, sono saliti negli ultimi anni, complici anche i costi di trasporto, la pesca intensiva e la crescente domanda. Così, per molte famiglie, comprare pesce fresco con regolarità è diventato un piccolo lusso.

Questo ha spinto sempre più persone a cercare alternative economiche che possano ricordare nel gusto e nell’aspetto il pesce vero, ma che siano più accessibili.

Tra queste alternative, una delle più diffuse è il surimi. Presente da anni nei banchi frigo dei supermercati, spesso nella forma di bastoncini arancioni e bianchi, viene utilizzato per preparare insalate fredde, sushi, antipasti e piatti veloci. Il suo sapore è simile a quello del granchio, tanto da essere comunemente indicato come polpa di granchio, anche se in realtà il suo legame con questo crostaceo è quasi inesistente.

Ecco cosa contiene
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La verità che non immaginavi

Il surimi viene scelto da molti proprio per la sua economicità, la lunga conservazione e la semplicità di utilizzo. Ma in pochi si chiedono davvero cosa contenga. E a rivelarlo ci ha pensato il sito cookist.it, che ha analizzato nel dettaglio la composizione di questo prodotto. Secondo quanto riportato, il surimi non è affatto costituito da polpa di granchio, ma da una pasta ottenuta dalla lavorazione di pesce a basso costo, in genere il merluzzo dell’Alaska o altri pesci bianchi.

Questa polpa viene lavata ripetutamente per eliminare odore e sapore originari, fino a diventare una massa neutra. A questa base vengono poi aggiunti aromi, addensanti, coloranti, sale, zucchero e conservanti. Il tutto per ricreare l’aspetto e il gusto del granchio, ma con un risultato che ha ben poco di naturale. Il prodotto finale è quindi un alimento altamente trasformato, povero dal punto di vista nutrizionale, spesso ricco di sodio e di ingredienti chimici. Gli esperti sconsigliano un consumo abituale, soprattutto per i bambini e per chi cerca una dieta sana e bilanciata.