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Roma, tangente bus: Mancini torna in libertà

Lo ha deciso il gip Stefano Aprile. Su Mancini pende anche una richiesta di rinvio a giudizio

Era stato arrestato il 25 marzo scorso; dal 10 maggio era ai domiciliari.
90, in tutto, i giorni di reclusione, di cui 45 ai domiciliari nella sua villa di Sabaudia, quelli scontati da Riccardo Mancini, l’ex ad dell’Ente Eur, coinvolto nell’inchiesta della Procura di Roma su una tangente nell’ambito della fornitura di bus alla Roma Metropolitane, società capitolina.

E, dopo questi 90 giorni, Mancini torna libero. Lo ha deciso il gip Stefano Aprile dopo aver valutato le istanze degli avvocati Luciano Moneta Caglio e Pierpaolo Dell’Anno.
Secondo il giudice, infatti, “risultano essere fortemente attenuate le esigenze cautelari descritte nel provvedimento applicativo della misura, poiché sono cessate le opportunità di interazione con gli ambienti ed i settori che avevano consentito, favorito e reso possibili i fatti per cui si procede”.

Nei confronti di Mancini, pende anche una richiesta di rinvio a giudizio, formulata dai Pm Paolo Ielo e Giuseppe Cascini (i quali si erano precedentemente dichiarati contrari alla richiesta di scarcerazione) per l’accusa di tentata estorsione.
Accusa, questa, formulata per aver minacciato il manager del consorzio di trasporti Ccc, Alessandro Filibozzi, politicamente legato alla sinistra: Mancini avrebbe intimato a Filibozzi l’esclusione da futuri affarri.
La richiesta di rinvio a giudizio è stata formulata successivamente ad uno stralcio del troncone principale dell’inchiesta giudiziaria che si incentra sulla presunta tangente riguardo la fornitura dei bus.
Sulla richiesta di rinvio a giudizio si pronuncerà il 16 luglio prossimo il gup Tiziana Coccoluto.

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