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San Basilio, Roma

Ancora oggi in tanti, nel quartiere romano, sulle buste da lettera, indicano il nome del quartiere

Certe volte sembra che il tempo si sia fermato. Arrivi in certe località ed è come tornare indietro di quarantanni. I soliti palazzi che hanno fatto grande il vecchio Istituto delle Case Popolari, cadono più o meno a pezzi. Certi portoni sono anche pericolosi da aprire perché i vetri potrebbero venire giù.

San Basilio è uno dei quartieri più popolari della Capitale e, suo malgrado, è tornato ad avere una certa “notorietà” negli ultimi anni certamente poco invidiabile e della quale le moltissime persone normali che lo abitano, avrebbero volentieri fatto a meno.

Spaccio di droga a livello industriale con vere e proprie organizzazioni senza scrupoli che si servono di ragazzi e ragazze poco più che bambini che hanno portato e portano un “turismo” tutto particolare che arriva, acquista e se ne va senza nemmeno usufruire della mezza pensione compresa nel prezzo. Tante le operazioni delle forze dell'ordine, riferite a questo problema enorme, poi vanificate dai legislatori. “Non mi risulta che ci siano onorevoli o ministri che vivono in questo quartiere, ci dice una signora che sopporta lo spaccio di cocaina sotto casa giorno e notte, forse, ha continuato, se vivessero qui, si renderebbero conto della realtà che viviamo e ci penserebbero due volte prima di scrivere leggi che lasciano le cose come stanno”.

Parlare con qualcuno, da queste parti e di argomenti come questi, è difficile. Le facce nuove, anche qui, come accade in altre realtà romane o nel sud Italia, sono poco gradite a chi controlla il quartiere.
Gli ultimi episodi di cronaca sono stati tragici. I funerali che hanno seguito la morte del giovane Alletto hanno suscitato un'enorme emozione. Migliaia di persone hanno seguito il feretro occupando, per forza di cose, le strade interessate dal corteo. “Il traffico automobilistico, ricorda uno dei partecipanti, è stato gestito da ragazzi in moto, qualcuno di questi anche pregiudicato. Chiudevano le strade al traffico come fossero vigili o polizia, continua, tra lo stupore degli automobilisti di passaggio”. La scelta delle forze dell'ordine, di non apparire è stata certamente data dal fatto che le divise, anche qui, non sono ben viste ed avrebbero potuto essere fonte di tumulti e chissà cos'altro. Ma anche questo la dice tutta su di una realtà che è ben lontana dalla normalità.

Negli anni settanta si occupavano le case perché si andava avanti a pane e mortadella. Poi, anni dopo, la sciagurata idea di costruire palazzi altissimi che, in un contesto come quello di San Basilio, già alle prese con grossi problemi di criminalità, avrebbero significato quello che anche uno studente al primo anno di geometra avrebbe indovinato, criminalità ulteriore grazie alle nuove occupazioni. Oggi poco è cambiato, si va ad occupare più lontano, però, magari a bordo di una auto da sessanta/settantamila euro e con il pane e mortadella che, ormai, nemmeno il cane della villetta di Palombara o Marco Simone, mangia più.
Politici e sindaci si sono avvicendati con alterni risultati nei municipi e al Campidoglio. L'Ater ha preso il posto del vecchio istituto delle case popolari, le abitazioni, mediamente hanno canoni medi di 50 euro mensili eppure “tanta gente non paga nemmeno quello!” lamentano in tanti. E' chiaro, infatti, che se le entrate sono scarse è difficile trovare soldi per ristrutturare palazzine vetuste che risalgono alla metà degli anni 50.

Nel frattempo tutto continua come nulla fosse. Di tanto in tanto, ci hanno detto, capita di vedere una pattuglia della polizia di Roma Capitale che fa un rapido giro e non fa caso ai marciapiedi che sono diventati parcheggi, così come le fermate degli autobus o le strisce pedonali usate per il medesimo scopo. Stupidaggini, si dirà. Ma è proprio dalle piccole cose che si dovrebbe ripartire per guadagnare tutta quella strada persa che ha “creato” quartieri come questo, ancora in attesa di crescere per migliorarsi per lasciarsi alle spalle tante brutte storie da dimenticare.

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