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Studio su sigarette elettroniche: ridotto livello monossido carbonio nel sangue

Quante volte vi è capitato di trovarvi in un ambiente in cui ci sono fumatori e percepire l’aria come irrespirabile?

Quante volte vi è capitato di trovarvi in un ambiente in cui ci sono fumatori e percepire l'aria come irrespirabile? Il fumo delle sigarette rappresenta una delle problematiche di maggiore impatto per la salute delle persone; nonostante le diverse campagne effettuate dai maggiori organismi sanitari mondiali e la pubblicità che dovrebbe scoraggiare le persone a fumare le sigarette, sono ancora molti quelli che sperimentano questa dipendenza. Nello specifico, il rischio maggiore per la salute dell'uomo è quello che deriva dal monossido di carbonio che si produce dalla combustione del tabacco. Cerchiamo di capire quali sono i rischi e come è possibile ridurre il monossido di carbonio nel sangue.

Quali sono i rischi derivanti dal monossido di carbonio

Per comprendere l'entità dei rischi derivanti da questa sostanza, basti pensare che il monossido respirato dagli scarichi delle automobili è pari all'1,3% mentre quello respirato tramite le sigarette è pari al 3,2%, praticamente più del doppio. Allo stesso modo dell'ossigeno, il monossido di carbonio si fissa direttamente nel sangue ma ad una velocità superiore, con conseguente pericolo di asfissia. Le conseguenze più importanti che derivano dal monossido di carbonio sono:

·         restringimento delle arterie;

·         danni cardio-vascolari;

·         coaguli sanguigni;

·         pericolo di infarto.

Ma esiste un modo per ridurre il livello di monossido di carbonio nel sangue e, quindi, limitare i possibili rischi per l'organismo? La risposta è affermativa, in base a un recente studio italiano.

Cosa evidenzia lo studio sui danni del monossido

Recentemente, è stato effettuato uno studio italiano su un campione di fumatori, i cui risultati sono stati anche pubblicati sull'International Journal of Environmental Research and Public Health, oltre ad essere presentati durante il convegno Roma Cuore. Alla base di questa analisi, c'è un risultato sorprendente, ossia che le alternative al fumo tradizionale delle sigarette, quali possono essere le sigarette elettroniche o i prodotti a tabacco riscaldato, permetterebbero di ridurre dell'80% l'esposizione dell'organismo al monossido di carbonio.

Questo studio è stato condotto su un campione di 40 fumatori che, per un periodo di 6 mesi, sono passati alle moderne e-cig o ai dispositivi a tabacco riscaldato. I risultati riscontrati al termine del periodo di osservazione vi stupiranno. Infatti, come ha dichiarato Fabio Beatrice, direttore del Dipartimento di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Maxillo Facciale e responsabile del Centro Anti Fumo dell'Ospedale San Giovanni Bosco di Torino, non solo i fumatori facenti parte del campione hanno abbandonato definitivamente le sigarette tradizionali per passare ai nuovi dispositivi, ma presentano anche delle percentuali di monossido di carbonio del tutto simili a quelle delle persone che erano riuscite a smettere completamente di fumare.

Il dottor Beatrice ha aggiunto che non esiste assolutamente una tipologia di fumo sicuro e, quindi, completamente privo di rischi, ma è necessario procedere ad abbandonare del tutto il fumo di qualsiasi tipo.

Questo risultato è, inoltre, in linea con quelli di altri studi simili che sono stati condotti nel corso del tempo da altre Università, per cui il consiglio che viene dato ai fumatori è quello di smettere, ma nel caso ciò non risultasse possibile, è opportuno orientarsi sulle moderne alternative in modo da limitare i rischi e cercare, nei limiti del possibile, di scegliere prodotti che siano in linea con le esigenze della persona.

Sul tema è intervenuto anche Valerio Pecchioli, responsabile scientifico del Congresso, il quale ha esortato anche le istituzioni pubbliche a iniziare ad occuparsi di questo problema e fare in modo che ci sia un incentivo pubblico.

Quali sono i rischi derivanti dall'uso delle e-cig?

Avrete di sicuro sentito parlare dei vari casi di malattie che si sono verificate in seguito all'uso delle sigarette elettroniche negli Stati Uniti. Bisogna, innanzitutto, dire che, in questo stato, a differenza di quanto avviene nella Comunità Europea, il settore delle e-cig è molto deregolamentato, per cui molti prodotti messi in commercio non dispongono delle autorizzazioni previste in Europa e, soprattutto, non risultano molto sicuri.

Ne consegue, quindi, che i casi di malattie appena indicati, in Europa difficilmente potrebbero ripetersi, proprio per i maggiori controlli e la specifica regolamentazione esistente sull'uso delle sigarette elettroniche, soprattutto quelle in vendita su store legali e affidabili come Svapostore.
Il dottor Beatrice è intervenuto anche su questo aspetto, durante una pausa dei lavori del congresso Roma Cuore, fornendo le opportune precisazioni.

I casi di polmonite che si sono verificati negli Stati Uniti sono da ricondursi a un utilizzo improprio delle e-cig, che erano state caricate con cannabis in oli solventi che sono stati all'origine del manifestarsi della patologia. A conferma di ciò, ci sono alcuni dati statistici, come quelli della Gran Bretagna, dove si sono rilevati 20 casi di irritazione lieve delle vie respiratorie, come conseguenza dell'uso della sigaretta elettronica, mentre in Italia l'Istituto Superiore della Sanità non ha rilevato alcun caso sospetto.
Questi dati, però, non devono essere travisati, nel senso che la sigaretta elettronica non deve essere considerata un fattore nocivo per la salute ma, allo stesso tempo, ciò non significa che faccia bene.

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