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Studio cinese: Sars-coV-2 è mutato almeno 30 volte, il più aggressivo in Italia e Spagna

Il virus si adatta ai diversi sistemi immunitari della popolazione mutando geneticamente

Ricerca coronavirus

Scienziati in laboratorio

La scoperta di un gruppo di ricercatori dell’Università di Zhejiang, in Cina, fa luce su un inquietante aspetto, tipico della biologia dei virus: la loro mutazione genetica. In particolare, i virus a RNA, come ad esempio la comune l’influenza, l’Ebola, l’Epatite C, il MERS-coV-2 scoperto nel 2012 e il nuovo Sars-coV-2, vantano una straordinaria capacità di mutazione, cioè di adattamento. Infatti tali mutazioni servono a questo microrganismo grande 100 nanometri ad affrontare i differenti sistemi immunitari della popolazione mondiale. L’organismo umano, dal “punto di vista” dei virus, è un habitat, perciò essi cercano di adattarsi e colonizzarlo attraverso le trasformazioni dei loro geni.

Ci sarebbero dunque decine di diversi ceppi del virus in circolazione, diffusi nella popolazione umana globale. Questo team di ricercatori ne avrebbe scoperti 19 mai visti prima. Il nuovo coronavirus sarebbe dunque mutato in almeno 30 ceppi e in Europa si sarebbe diffuso quello più letale. I ceppi più deboli, spiegano invece gli scienziati, appaiono simili a quello rilevati negli Stati Uniti.

Questa capacità di trasformarsi rapidamente sarebbe la causa dei diversi livelli di gravità della malattia. I paesi europei più duramente colpiti come Italia e Spagna avrebbero subito gli effetti di una mutazione particolarmente aggressiva del nuovo SARS-coV-2.

Ricordiamo che sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità potete trovare tutte le informazioni relative a questo virus e alla malattia da Covid-19.

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