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Stella Manzi uccisa da pirata della strada: ora il patteggiamento

Aveva 8 anni Stella Manzi. Ora la mamma chiede l’introduzione del reato di omicidio stradale

Risale allo scorso 26 dicembre la morte della piccola Stella Manzi, una bambina romana di 8 anni, travolta e uccisa sulla Nettunense da un pirata della strada, senza patente e senza assicurazione. L’incidente si è verificato poco dopo le 19 del giorno di Santo Stefano, nei pressi della stazione ferroviaria di Campo di Carne, nel Comune di Aprilia: un sorpasso azzardato ha stroncato per sempre la vita di Stella. Alla guida del mezzo, una Ford Ka, un 20enne romeno ubriaco che, per effettuare un sorpasso, ha invaso la corsia opposta schiantandosi contro una Fiat Panda, all’interno della quale era presente una donna, la mamma di Stella, con i suoi 4 figli. Stella, poi, era stata ricoverata presso l’ospedale Bambino Gesù, ma per lei non c’è stato niente da fare: dopo 2 giorni è morta in ospedale. I suoi organi hanno salvato 5 vite in tutta Italia.

Per il killer, ora, si va verso il patteggiamento, chiesto dalla difesa e accettato dal Pubblico Ministero. Il 20enne romeno, già dopo il periodo delle indagini preliminari – da dicembre a luglio – è stato mandato agli arresti domiciliari. E se il patteggiamento venisse accettato – ha spiegato il legale della famiglia Manzi a RomaToday – “con i domiciliari si arriverebbe a tre anni di pena e poi all'affidamento in prova” ai servizi sociali.

Contro l’ipotesi che il patteggiamento venga infine accettato, la mamma di Stella Manzi, Giannina Calissano, ha lanciato su Change.org una petizione, rivolta al ministro Lupi, per l’introduzione del reato stradale (qui il link per aderire). La petizione, ad oggi, ha raccolto oltre 50mila firme.

“L'uomo drogato, alcolizzato e senza patente che con una macchina rubata uccise mia figlia sta patteggiando per quattro anni di pena detentiva. Dopo appena sei mesi di carcere, costui è agli arresti domiciliari a Desio, libero di muoversi” – si legge nel testo della petizione.

Giannina Calissano, poi, passa a spiegare i fatti: “Il 26 dicembre dello scorso anno, io e la mia famiglia fummo vittime di un terribile incidente sulla via Nettunense, nel tratto che attraversa il Comune di Aprilia. Con un sorpasso azzardato un uomo invadeva la corsia opposta centrando in pieno la Fiat Panda dove ci trovavamo. Stella Manzi, la mia bambina, è morta pochi giorni dopo e aveva otto anni. Probabilmente il suo carnefice se la caverà con pochi mesi di detenzione e questa è un'ingiustizia troppo grande da dover sopportare”.

Per questo “una giurisprudenza più completa è necessaria: nel caso di incidenti mortali, con i colpevoli poi risultati ubriachi o drogati per i parametri dei test, non esiste un solo caso in Italia in cui l'accusa di omicidio volontario sia rimasta in piedi. Nel caso di omicidio colposo le pene sono lievissime. L'allora ministro Cancellieri mi promise che avrebbe portato in Consiglio dei Ministri un pacchetto di norme sulla giustizia contenente anche l'introduzione del reato di omicidio stradale, al fine di colpire gli autori di questi gravi reati. All’introduzione della norma per il reato di omicidio stradale è stato dato anche il primo sì in Commissione alla Camera nel mese di luglio”.

“Eppure – conclude la mamma di Stella – dopodomani il giudice si pronuncerà in merito alla richiesta di patteggiamento da parte dell'assassino. Il mio dolore potrebbe venire notevolmente amplificato. Faccio questo appello pubblico affinché l'assassino di mia figlia non possa patteggiare e affinché venga al più presto introdotto il reato di omicidio stradale. Non si devono più verificare morti assurde come quella di mia figlia Stella”.

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