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SS Lazio, Tavecchio sfiducia Lotito: ecco qual è la situazione

Tavecchio toglie la delega di promulgare riforme al numero uno biancoceleste, consumando uno strappo impensabile

“Lotito sfiduciato”. La Gazzetta dello Sport dedica il titolo di apertura dell'edizione odierna sulla decisione, molto forte, presa in seguito alla riunione avvenuta ieri alla FIGC fra il presidente della FIGC Carlo Tavecchio, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio e il presidente del Coni, Giovanni Malagò, di togliere la delega a Claudio Lotito e assumere in prima persona la responsabilità delle riforme federali. Una decisione, per certi versi, scontata, visto lo scandalo generato dalla telefonata tra il Presidente della squadra capitolina e il DG dell’Ischia, Pino Iodice, ma comunque significativa, dato che il legame tra i due sembrava inossidabile ed era opinione comune il fatto che Lotito fosse "il presidente ombra" della Figc. Annullato il potere di Lotito, la palla passa a lui, che promette di presentare due piani per il rinnovamento del Calcio italiano entro fine mese. Tutto, però, ora torna in ballo.

La rosea, attraverso la firma di Ruggiero Palombo, riporta le considerazioni che hanno indotto Tavecchio a procedere allo strappo con il suo grande elettore, colui che a detta di tutti in estate si era adoperato in prima persona per convincere , con successo, buona parte dei club di Serie A, di riallinearsi alla sua candidatura al vertice di via Allegri dopo la celebre gaffe su "Optì-Pobà": "Ha studiato le carte disciplinari – scrive Palombo – che al di là dei tempi biblici di Palazzi davano e danno poco spazio a chissà quali sentenze perché quella era e resta una conversazione privata e rubata. E ha compreso e deciso, nel giro di quarantotto ore, che era arrivata l’ora di scrollarsi di dosso tutto. Padrini e passato. E di cominciare a marciare con le proprie gambe. La telefonata con la quale ieri pomeriggio avrebbe avvertito Lotito di una decisione ormai presa rientra nello stile comportamentale di un uomo certo assai incline alle gaffe ma che quando c’è da mettere la faccia, anche nelle circostanze meno facili  non si tira indietro".

Perciò Tavecchio sembrerebbe pronto, dopo il vertice con Delrio e Malagò, a sottoporre al Consiglio federale la sua decisione, confidando in un'approvazione collettiva che vada al di là degli schieramenti ormai delineati. Tuttavia l'impressione è che il presidente della Lazio resterà "parte integrante di quella commissione che – spiega la "Gazzetta dello Sport" – presieduta e governata da Tavecchio, dovrà proseguire sul cammino delle riforme. L’ineffabile Lega di Serie A di Maurizio «zero assoluto» Beretta lo ha portato a suon di voti in Consiglio federale e lì Lotito resterà...".

In ogni caso qualcosa è cambiato eccome. Tavecchio è uscito più rafforzato e sicuramente più autonomo da questa vicenda ed è per tale ragione che Palombo sostiene: "Se il calcio italiano continuerà ad avere voglia di farsi male da solo a colpi di veti incrociati, sono pronti a scendere in campo. Al suo fianco". Sarà davvero sufficiente per superare questi veti incrociati e soprattutto lo status quo al quale buona parte del mondo del nostro pallone sembra essersi abituato?
 

AGGIORNAMENTO: Il presidente del CONI, Giovanni Malagò, ha commentato la vicenda: "Voglio e devo – si legge in una nota comparsa sul sito del CONI – fare i complimenti a Carlo Tavecchio. Ha saputo gestire con capacità e senso delle istituzioni una situazione che poteva ritorcersi contro la Federcalcio e la sua stessa persona. Tavecchio è stato bravo, non solo nell’illustrare al Sottosegretario Delrio la strategia per dare nuova linfa al processo riformatore ma anche nel raccontare a Delrio e a me come intendeva affrontare con Claudio Lotito la questione della delega sulle riformeSarà Tavecchio ora a presentare al prossimo Consiglio Federale la proposta di guidare personalmente il mondo del calcio verso un cambiamento auspicato da tutti, a cominciare dal CONI".

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